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Istituti omnicomprensivi: quale valore aggiunto?

Di Sonia Distefano |

Se si intende la scuola come ambiente formativo cardinale per fornire tutti gli strumenti e le competenze a sostegno della crescita di alunni e studenti in tutte le fasi del percorso educativo, culturale e professionale, una risposta completa è quella degli istituti omnicomprensivi, che diventano “officine” del sapere capaci di plasmare, come argilla, gli individui, che accolgono bambini all’infanzia e riconsegnano alla comunità, con la maturità, quali cittadini consapevoli di sé e del mondo.

Nati per valorizzare soprattutto i territori montani e delle piccole isole, dove i numeri della popolazione scolastica erano tali da non permettere l’autonomia delle scuole quali circolo didattico, medie e superiori, gli omnicomprensivi hanno alla guida un dirigente che vive appieno la realtà scolastica e del quartiere, e che quindi può programmare attività mirate che sposano le peculiarità del territorio, della popolazione scolastica e delle famiglie. La scuola si pone quindi come il fulcro sociale e per tale motivo diventa, soprattutto per le periferie più popolose delle città, il migliore strumento educativo, culturale e di integrazione che opera per la crescita di una comunità.

Gli istituti omnicomprensivi prendono infatti in carico non solo gli alunni ma anche le rispettive famiglie sin dalla scuola dell’infanzia, per passare poi al ciclo delle scuola primaria, secondaria di primo grado e accompagnando gli studenti, che decidono di continuare con la proposta formativa dell’istituto, il loro percorso di crescita con la scuola secondaria di secondo grado. La proposta dell’indirizzo della scuola superiore di solito è quella che più delle altre risponde alle esigenze dei territori e dei quartieri, che spesso optano per una formazione che consente uno sbocco immediato nel mondo del lavoro, senza per questo trascurare la formazione completa dell’individuo, per una piena realizzazione del curricolo verticale.

La scuola lavora e si impegna quindi per realizzare inclusione, cittadinanza attiva, didattica per competenze, seguendo la raccomandazione europea del 2018. Ed è così che i dirigenti mettono in atto gli strumenti didattici utili al raggiungimento degli obiettivi, dai tempi pieni con ore laboratoriali per gli alunni della scuola dell’infanzia e primaria, agli indirizzi musicali o sportivi per la scuola secondaria di primo grado, dove già gli studenti iniziano ad intuire le loro propensioni e attitudini che poi li potranno portare a seguire il percorso proposto dal loro istituto, per la secondaria di secondo grado, o scegliere di proseguire gli studi in istituti scolastici con indirizzi diversi. Dentro tale contesto importante è l’impegno della scuola a sostegno dei soggetti con abilità diverse, che, seguiti dai primi passi nel mondo della scuola alla maturità, riescono con meno difficoltà a trovare il loro ruolo nella società.

Per una piena formazione che punti alla capacità di inclusione della persona in contesti diversi e anche lontani dal territorio di origine, importante nell’offerta formativa è il potenziamento dello studio delle lingue straniere, affinché gli studenti siano capaci di interagire per un reciproco arricchimento, facendosi anche portatori di conoscenze specifiche del territorio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA