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Gli arancini (o arancine…) sono la principale attrazione turistica della Sicilia

Di Michele Guccione |

Palermo. Letteralmente, li… prendiamo per la gola. Con un arancino a Catania o un’arancina a Palermo. Sono i turisti stranieri che sempre più si lasciano attrarre dalle emozioni uniche che solo la cucina siciliana riesce a suscitare. A dirlo è l’edizione 2020 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, a cura di Roberta Garibaldi sotto l’egida della World Food Travel Association e dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, presentato nella sede milanese di UniCredit e del quale sono stati citati i dati sulla Sicilia ieri alla Bit di FieraMilanoCity nell’ambito dell’incontro “Unicredit4TheBestofWesternSicily” (nella foto piccola) sulla valorizzazzione del territorio siciliano partendo dalle eccellenze agroalimentari e dalle partnership strategiche.

Il rapporto indica, in generale, che il 71% delle persone che intraprendono un viaggio vuole vivere esperienze enogastronomiche memorabili, mentre il 59% dei turisti dichiara che le esperienze a tema li aiutano a scegliere tra più destinazioni. In forte crescita i turisti enogastronomici di Cina (+12%) e Messico (+10%).

Tra i prodotti della Sicilia più conosciuti all’estero, figurano gli arancini (o le arancine…): secondo il portale SEMrush, questi risultano tra i primi cinque topic di tendenza legati al cibo ricercati dagli utenti di Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Cina tra il 15 novembre 2019 e il 15 gennaio 2020.

Popolari sono anche le esperienze a tema enogastronomico: la Sicilia figura, infatti, in terza posizione per numero di prenotazioni di Tour gastronomici e Tour enologici & degustazione vino sul portale TripAdvisor nell’anno 2018; l’esperienza Tour a piedi a Palermo con assaggio di “street food” è, inoltre, tra le top ten dei Travelers’ Choice® Experiences di TripAdvisor per il 2019.

L’offerta agroalimentare e vitivinicola siciliana vanta un numero consistente di aziende, collocando la regione ai primi posti delle classifiche nazionali: sia per le aziende agricole che producono uva che quelle che producono olive, è seconda solo alla Puglia. I prodotti agroalimentari ad Indicazione Geografica registrati in Sicilia sono 33 a dicembre 2019, al quarto posto fra le regioni d’Italia; importante anche il numero di prodotti vinicoli Ig: nel 2019 sono 31, tra le prime dieci.

Quanto alla ristorazione, la Sicilia segna 42 ristoranti d’eccellenza, con un incremento del 56% nel periodo 2017-2020. Il giudizio degli utenti sull’offerta ristorativa in generale è però discreto. Secondo Travel Appeal, dall’analisi delle recensioni degli utenti sul web, si posiziona a metà classifica in Italia per sentiment positivo sulla qualità del cibo, con valore di 86,3% (periodo gennaio-dicembre 2018).

Importante, infine, il numero di agriturismi attivi: al 2018, sono 388 le realtà che propongono degustazioni (+103 unità dal 2015) e 700 quelle che offrono esperienze e attività (+73).

All’incontro di alla Bit, Vittorio La Placa, responsabile Retail Business Sicilia di UniCredit, ha spiegato che la banca «sostiene la crescita del territorio con la costruzione di un network di valore tra la new economy, l’agroalimentare di qualità e l’accoglienza turistica. In particolare, la partecipazione della banca al Cous Cous Fest per creare sinergie fra imprese, e il protocollo stipulato con l’Associazione Le Soste di Ulisse per dare visibilità anche alle imprese più piccole».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA