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Caso Scirè, a processo il capo degli avvocati dell’Università di Catania

Di Redazione |

CATANIA – Imputazione coatta per abuso d’ufficio per il coordinatore dell’avvocatura dell’Università di Catania, Vincenzo Reina, in relazione alla vicenda del ricercatore universitario di storia contemporanea di Vittoria, Giambattista Scirè, che da anni persegue la sua battaglia per avere un contratto (che non ha ancora avuto) nonostante le sentenze amministrative e penali a suo favore.

Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Catania Marina Rizza che ha respinto la richiesta di archiviazione da parte del pm e gli ha ordinato di procedere all’imputazione coatta di Reina. L’ordinanza del Gip è del 6 aprile scorso ma è stata notificata alle parti solo da pochi giorni. Il Gip ritiene che «contrariamente a quanto affermato dal Tar di Catania, la nota redatta e sottoscritta dall’avvocato Reina presenta natura di provvedimento e non già di mero parere, in considerazione del suo contenuto sostanzialmente decisorio (di rigetto dell’istanza dello Scirè il quale aveva chiesto la proroga del suo contratto), che il provvedimento appare viziato da illegittimità in quanto emesso da un organo funzionalmente incompetente a emetterlo, e che si colloca strumentalmente nel filone ostruzionistico percorso dall’Università in danno dello Scirè».

Le istanze di Scirè sul concorso hanno già avuto un giudizio favorevole dal Tribunale penale di Catania che ha condannato in concorso i tre componenti della commissione giudicatrice della selezione pubblica per abuso d’ufficio, alla pena di un anno di reclusione ciascuno, all’interdizione dai pubblici uffici e dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese sempre per anni uno, al risarcimento dei danni morali e materiali subiti dal ricercatore di Vittoria, da liquidarsi in sede civile.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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