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Sicilia, ecco cosa c’è nel ddl di stabilità: fra tagli e miniristori, spuntano le “selfievie”

Di Mario Barresi |

CATANIA – Tagli rigorosi a gran parte delle spese, con riduzione degli affitti passivi e rialzo dei canoni del 20%, risparmi sui dirigenti e una cura dimagrante sulle partecipate e sui carrozzoni in liquidazione. Ma anche misure anti-Covid (con 40 milioni, non tantissimo) destinate a ristori di lavoratori monoreddito e famiglie numerose. E, fra le righe, pure alcune norme particolari: una prevede l’assunzione alla Regione dei figli dell’ex assessore Sebastiano Tusa; un’altra la promozione di una “selfievia” per turisti social alla scoperta delle bellezze siciliane.

Fino a ieri pomeriggio, fra il borbottare delle opposizioni e le perplessità anche di alcuni deputati del centrodestra, all’Ars nessuna traccia dei disegni di legge della giunta regionale su bilancio e legge di stabilità. Serviranno ancora 24-48 ore prima che la manovra sia trasmessa a Palazzo dei Normanni.

I tecnici dell’Economia, come apprende l’Ansa, «stanno effettuando il coordinamento tecnico delle norme», e «stanno analizzando le coperture finanziarie».

Ma La Sicilia ha avuto modo di consultare una bozza di legge di stabilità, molto attendibile, che in serata gira nelle stanze dei bottoni della maggioranza.

Le cure dimagranti

I ddl finanziari partono da due presupposti oggettivi: le minori entrate tributarie dovute alla crisi legata al Covid e la necessità di ridurre la spesa corrente per rispettare l’accordo spalma-debiti con il governo nazionale. Per questi motivi, una significativa parte della legge di stabilità sarà riservata a «riduzione spese e maggiori entrate per il patrimonio regionale». Fra le misure, dal 1° luglio 2021, la riduzione del 5% per tre anni dei canoni per le locazioni passive e l’aumento del 20% dei canoni per le locazioni attive e per le concessioni demaniali e patrimoniali non a uso governativo.

Ma il «concorso al contenimento della spesa pubblica», nella strategia del governo regionale, si ottiene anche con «il monitoraggio permanente dei conti pubblici locali», attraverso un «sistema digitale della finanza regionale» affidato all’assessorato all’Economia. Ma, in attesa che la tecnologia faccia il suo corso, la cura dimagrante riguarderà le società partecipate e gli enti controllati: dovranno procedere, entro il 30 aprile, alla «predisposizione di un piano di rientro per la riduzione delle spese correnti pari al 3% rispetto a quelle sostenute nell’anno precedente». Se non lo faranno, scatta la decadenza degli organi di amministrazione e una eventuale azione di responsabilità nei loro confronti. Per Riscossione Sicilia, in attesa del passaggio all’Agenzia delle Entrate, è invece previsto un contributo di 18 milioni.

In materia di riduzione della spesa un’altra strategia sarà la «gestione centralizzata degli acquisti», con un potenziamento delle risorse umane della Cuc (Centrale unica acquisti, coinvolta dallo scandalo delle mazzette negli appalti della sanità) con un nuovo perimetro di competenze «con l’obiettivo di sgravare l’Ufficio da procedure di minore significatività sulla spesa».

Ma si tocca anche la burocrazia regionale. «È in fase di elaborazione – si legge nella relazione della finanziaria – la dotazione organica per l’anno 2021, che si attesterà a circa 900 dirigenti (oggi sono 1.113, ndr) e a poco più di 12.300 unità per il personale del comparto non dirigenziale». Nel triennio 2022/2024, è prevista la riduzione del 100% dei dipendenti comunque cessati dal servizio nell’anno precedente per le categorie A e D (50 unità) , del 60% per la categoria C (circa 150 unità) e del 40% per la categoria D (circa 130 unità), con conseguente riduzione della dotazione organica, al termine del triennio di circa ulteriori 330 unità. Per la dirigenza, la riduzione della dotazione organica è «commisurata al 70% dei soggetti comunque cessati dal servizio nell’anno precedente»; e «ciò comporterà una ulteriore riduzione di circa 100 unità nel triennio». Con divieto di «procedere all’assunzione a tempo indeterminato» di dirigenti.

E poi c’è anche il “contributo di solidarietà” chiesto ai pensionati della Regione e degli enti controllati. La norma prevede vari scaglioni progressivi in base all’assegno percepito. I tagli sono applicati ai dipendenti che hanno la pensione calcolata col metodo retributivo ed escludendo chi non supera la qualifica di assistente: si va da un’aliquota dello 0,26% per chi ha una pensione di almeno 1.546 euro a una dell’1,5% per chi supera i 5.150 euro mensili. Ma nella bozza del ddl della giunta c’è anche la possibilità, per i dirigenti che si occupano di fondi europei, se destinati ad andare in pensione entro fine anno, di rimanere in servizio, mantenendo intatta la retribuzione, fino al 2023. 

Gli interventi anti-Covid

Gli assessori alle Attività produttive e al Turismo avevano proposto ristori regionali per imprese, albergatori e ristoratori. Ma non c’è traccia nel ddl votato in giunta.

Nella bozza di legge di stabilità, invece, un intervento per chi – famiglie e imprese sociali – si trova «in situazione di difficoltà economica determinata dalla pandemia da Covid 19». Viene creato un fondo di 40 milioni, con risorse Poc, con cui l’assessorato alla Famiglia potrà aiutare: «le imprese del Terzo Settore»; «i lavoratori monoreddito di istituti ed enti pubblici non economici in stato di crisi, che non percepiscono salario da oltre dodici mesi e che non sono usufruiscono di ammortizzatori sociali»; «i lavoratori autonomi monoreddito con nuclei familiari con almeno quattro figli minori che hanno subito un decremento nell’anno 2020 dell’imponibile pari al 30% rispetto a quello percepito nell’anno 2019», per cause legate al Covid; «la tutela dei minori attraverso l’erogazione degli assegni di mantenimento arretrati dovuti dal genitore obbligato in forza di un provvedimento del Tribunale»: «le famiglie numerose con almeno 4 figli minori, attraverso l’erogazione di un bonus una tantum».

Le curiosità fra le righe

Ma ci sono anche delle norme sganciate dalla necessità di tagli e dalla crisi Covid. Una, un dovuto omaggio alla memoria di Sebastiano Tusa, prevede l’estensione dei benefici della legge regionale 7/2004 ai figli dell’ex assessore-archeologo morto nel disastro aereo in Etiopia di due anni fa. La norma consente l’assunzione diretta dei vigili nell’amministrazione regionale o enti vigilati, anche in sovrannumero.

L’altra chicca, fra le righe della legge di stabilità regionale, è quella delle “selfievie”. Con «istituzione e riconoscimento di un percorso siciliano sulle tappe dell’Odissea», chiesti da Alberto Samonà, assessore leghista ai Beni culturali, per un tour in quattro tappe: la Grotta di Polifemo a Milazzo, i faraglioni dei Ciclopi ad Aci Trezza, le Eolie e lo Stretto visto da Scilla. Una pacchia, per gli amanti dei selfie sui social. Magari Matteo Salvini apprezzerà l’idea.

Venghino, “selfisti”, venghino. Quando potranno tornare in Sicilia, s’intende. E, fra le macerie di hotel bombardati dalla crisi, la «finanziaria di guerra» sarà solo un ricordo. Forse.

Twitter: @MarioBarresi

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