Catania
Omicidio al Fortino, la confessione: «Accecato dalla rabbia ho sparato non appena ha nominato mio figlio»
L'interrogatorio al gip del ventenne accusato dell'omicidio di piazza Palestro. Anche la vittima papà di una bimba
Era in piazza Palestro assieme a degli amici quando gli sarebbe arrivata una telefonata al cellulare. Dall’altro capo del filo c’era Giuseppe Francesco Castiglione, ucciso il 9 gennaio scorso con cinque colpi di pistola. Parte da qui la drammatica confessione di Calogero Michael Romano, in carcere per omicidio aggravato. I due, che si conoscono da bambini perché sono entrambi cresciuti in via Acquicella, hanno cominciato ad avere degli screzi quando l’ex di Romano ha cominciato una relazione sentimentale con Castiglione. La situazione è resa più complicata dal fatto che l’indagato e l’ex compagna hanno avuto un bimbo e negli ultimi tempi ci sarebbero state delle tensioni per le visite al piccolo. Il nuovo fidanzato della giovanissima mamma – è ancora minorenne – avrebbe preso in mano la questione e deciso di affrontare Romano. E così gli avrebbe chiamato per vedersi. Naturalmente la conferma di questa ricostruzione offerta dall’indagato durante l’interrogatorio di garanzia arriverà dall’analisi dei tabulati telefonici di cui si sta occupando la polizia scientifica.
Dopo una serie di opzioni, Romano avrebbe detto a Castiglione di raggiungerlo al “Fortino”. E così è stato. Castiglione parcheggia l’automobile alla rotonda di piazza Palestro, Romano lo vede dalla panchina sotto Porta Garibaldi dove c’è la moto nera con cui è arrivato e attorno a lui ci sono dei ragazzi. L’indagato racconta di essersi avvicinato. Castiglione gli avrebbe detto che ormai la sua «ex moglie» stava con lui e che per vedere il bambino avrebbe dovuto esserci il filtro di alcuni parenti. «Appena ha nominato mio figlio gli ho sparato, ero accecato dalla rabbia, poi sono scappato e gettato la pistola per strada», ha detto prima agli investigatori della squadra mobile la sera che si è consegnato e lunedì mattina al gip Luca Lorenzetti (che ha convalidato il fermo) collegato da remoto dall’aula del carcere di Piazza Lanza.
Romano aveva una pistola addosso. Gli investigatori della squadra mobile hanno in mano il filmato di una delle telecamere installate in piazza Palestro. L’occhio elettronico inquadra un ragazzo piccolo con un giubbotto azzurro, lo si vede dialogare con altri giovani. È lo stesso giubbotto che Romano indossava quando è andato a bussare dai carabinieri della Tenenza di Misterbianco. Dagli orari del sistema di video sorveglianza, gli investigatori annotano che intorno alle 14,30 si vede arrivare il ventenne a bordo di uno scooter Sh Nero. Gira nervosamente per diversi minuti attorno alla piazza. Esce dall’inquadratura e rientra. Mancano circa dieci minuti alle 15, quando si nota maneggiare quella che sembra un’arma, lo si vede sedersi sulla panchina e fare un movimento che pare «uno scarrellamento della pistola». Un minuto dopo si alza e si dirige a piedi verso la rotonda del Fortino. Ed è in quell’attimo che accade la sparatoria. La moto resta lì dove l’ha parcheggiata.
I poliziotti grazie agli accertamenti sul mezzo riescono a risalire al proprietario e al suo indirizzo. La casa è vuota ma le luci accese. È chiaro che qualcuno è andato via in modo veloce. Intanto in ospedale c’è un’altra squadra di investigatori. Castiglione infatti è deceduto la mattina dopo, alle 6. La sera del 9 gennaio i poliziotti sentono la mamma di Castiglione e l’ex compagna. E scoprono che il 21enne è padre di una bambina. Diventata orfana. Oggi il medico legale Cristoforo Pomara, su disposizione del pm Fabio Regolo e del procuratore aggiunto Fabio Scavone, eseguirà l’autopsia sul corpo della vittima. Poi dopo la salma sarà restituita e si svolgeranno i funerali.
In queste ore, su TikTok è diventato virale il video del papà della “ragazza contesa”. Il genitore in lacrime chiede di rispettare il dolore di sua figlia, anche lei vittima di questa tragedia di sangue.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA