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Il 2025 potrebbe essere l’anno del Ponte, ma c’è l’incognita della Commissione europea

Il 25 gennaio è atteso il parere definitivo del Cipess, secondo l'associazione "Invece del Ponte” sarebbe però ancora necessaria un’autorizzazione in deroga da parte dell'Ue

Di Redazione |

Il 2025 potrebbe essere ricordato in futuro come l’anno del Ponte sullo Stretto, l’anno del via ai lavori alla “madre” di tutte le infrastrutture ma restano ancora alcune cose da chiarire. Anzitutto, se ci dovrà essere un passaggio in Commissione europea prima della seduta del Cipess prevista il 25 gennaio prossimo. Secondo, quando si avrà accesso al dettaglio dei costi della maxi-opera. A sollevare questi dubbi è Elio Conti Nibali, membro dell’associazione “Invece del Ponte”, che avverte: «Alcuni particolari non hanno consentito al governo di approvare il progetto entro il 2024».

«Il parere della commissione Via-Vas del Ministero dell’Ambiente è chiarissimo», dichiara l’attivista, riferendosi alla parte in cui viene espresso «parere negativo con riferimento alla Valutazione di Incidenza Appropriata (Livello II) per i siti ZPS ITA030042 (Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e Area Marina Stretto), ZPS IT9350300 (Costa Viola) e ZSC IT9350172 (Fondali da Punta Pezzo a Capo dell’Armi)». Non essendoci «soluzioni alternative rispetto a quella prospettata» per tutelare queste aree importanti dal punto di vista ambientale (in queste zone dovrebbero sorgere le imponenti torri che sosterranno l’impalcato), prosegue il parere, «è stata redatta una Valutazione di Incidenza di Livello III, al fine di delineare ogni necessaria misura di compensazione» da mettere in atto, con relativa indicazione di legge. Nei casi in cui viene fatta questa valutazione, commenta Conti Nibali, «è necessaria un’autorizzazione in deroga da parte della Commissione Europea».

Un eventuale ostacolo al sì del Cipess presente anche all’interno del ricorso congiunto al Tar del Lazio presentato dal Comune di Villa San Giovanni e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. E per cui si attende l’udienza il prossimo 14 gennaio.

La risposta della società Stretto di Messina non si lascia attendere. «Non c’è alcuna incoerenza con le norme ambientali, né andranno chieste deroghe all’Europa – viene riportato in una nota -. Il procedimento sta avvenendo nel massimo rispetto del quadro normativo italiano ed europeo. La Commissione di Valutazione di impatto ambientale ha dato parere favorevole per il ponte sullo Stretto di Messina con 62 prescrizioni, 60 delle quali saranno ottemperate in sede di approvazione del progetto esecutivo e due dopo l’entrata in esercizio del ponte, così come stabilito dalla stessa Commissione. Sono richieste di approfondimenti già, in larga misura, programmati da Stretto di Messina».

Quindi, se è non dovesse esserci il passaggio in Commissione Ue, il sì definitivo al Ponte potrebbe arrivare entro fine mese. a quel punto dovrebbero partire gli espropri in relazione allo stato di avanzamento del cantiere, che dovrebbe essere avviato entro il 2025. Quanto all’apertura definitiva del Ponte al traffico stradale e ferroviario, secondo le previsioni e secondo quanto auspica il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dovrebbe avvenire entro il 2032.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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