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Palermo ricorda i 45 anni del delitto di Piersanti Mattarella e da nuove indagini si fa strada la verità

L'ex presidente della Regione siciliana, fratello dell'attuale Capo dello Stato, fu ucciso mentre era in auto con la moglie con cui si stava recando a messa. La Procura di Palermo ha avviato nuove indagini

Di Redazione |

Palermo ha ricordato, con una cerimonia commemorativa, l’omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella. La manifestazione, organizzata nel 45esimo anniversario dell’agguato costato la vita al politico, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è svolta in viale Libertà, a pochi passi dal luogo in cui un killer lo freddò con colpi di pistola calibro 38. Mattarella era in auto per recarsi a messa insieme alla moglie.

La cerimonia a Palermo

Alla cerimonia hanno partecipato il figlio Bernardo e i nipoti dell’ex presidente della Regione, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, il vicesindaco Giampiero Cannella, il presidente della commissione antimafia dell’Ars Antonello Cracolici, i magistrati Lia Sava procuratrice generale presso la corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca presidente della Corte d’appello, Claudia Caramanna procuratrice per i minorenni, Mario Fragale segretario generale della Città Metropolitana e l’ex sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando che con Mattarella ha fatto i suoi primi passi in politica. Presenti rappresentanti delle forze dell’ordine.

La cerimonia nella natia Castellammare del Golfo

Da tutti ricordato ed elogiato come un esempio di correttezza e lealtà, l’ex presidente della Regione è stato commemorato anche a Castellammare del Golfo. «Ricordare Piersanti Mattarella significa raccogliere la sua eredità politica e applicarla nell’azione quotidiana: al di là delle commemorazioni impegnarsi a far conoscere il testamento morale di Piersanti Mattarella, con le sue idee di futuro legato al riscatto contro la mafia ed ogni forma di illegalità. In memoria di Piersanti, perché non muoia il suo esempio per una Sicilia che vogliamo proprio così come la desiderava: più trasparente, efficiente e giusta», ha detto il sindaco di Castellammare del Golfo, Giuseppe Fausto, nel corso della commemorazione, svoltasi al cimitero comunale. Presenti molti sindaci in rappresentanza dei Comuni della provincia di Trapani e del Golfo di Castellammare, che hanno onorato Piersanti Mattarella indossando la fascia tricolore. Presente anche l’assessore regionale Mimmo Turano, il presidente del consiglio comunale Giuseppe Ancona e più autorità: il viceprefetto di Trapani Luciano Zanta Platamone, il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, il comandante della compagnia di Alcamo della Guardia di Finanza, capitano Massimiliano Corino, il dirigente del commissariato di polizia di Stato, il dottor Marco Gallo, ed il comandante dei carabinieri di Alcamo, capitano Chiara Petrone e rappresentanti del Corpo Forestale. Presenti rappresentanti delle associazioni di volontariato -come il corpo militare della Croce rossa- e, per la protezione civile, la Fly team Castellammare del Golfo.

Il sindaco di Castellammare del Golfo Giuseppe Fausto ha guidato il corteo di autorità che, dall’ingresso del cimitero, ha raggiunto la chiesetta cimiteriale dove è stata deposta una corona d’alloro sulla tomba di Piersanti Mattarella. Dopo gli squilli di tromba ed il silenzio a cura della banda musicale «Città di Castellammare», la preghiera e la benedizione del vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli, all’interno della chiesetta cimiteriale dove, di fronte la tomba di Piersanti Mattarella, si trova quella di Bernardo, padre di Piersanti e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel cimitero di Castellammare del Golfo, nella cappella di famiglia, a settembre è stata sepolta anche la figlia di Piersanti, Maria Mattarella, segretaria generale della Regione siciliana, morta a 62 anni.

Le nuove indagini e l’individuazione dei sicari

Le indagini sul delitto Mattarella, considerato nella storia il più importante dopo quello di Aldo Moro (di cui il presidente della Regione era considerato un pupillo) ci sono stati negli anni depistaggi, trame oscure, mafia, poteri occulti ed eversione nera.

da sinistra Aldo Moro, all’epoca segretario nazionale Dc, e Piersanti Mattarella

Ultimamente la Procura di Palermo ha avviato ulteriori indagini che hanno portato all’individuazione dei due sicari che agirono quella mattina del 6 gennaio del 1980. Si tratta degli ergastolani Antonino Madonia, che ha 72 anni e all’epoca ne aveva 28 e di Giuseppe Lucchese, detto Lucchiseddu, 67 anni, che all’epoca ne aveva 22. Per quell’agguato erano stati condannati definitivamente solo i mandanti, cioè i boss che facevano parte della commissione di Cosa nostra che ne aveva deliberato la condanna a morte. I giudici hanno invece prosciolto definitivamente Valerio “Giusva” Fioravanti e Gilberto Cavallini, terroristi neri, dall’accusa di essere stati gli esecutori, come aveva ipotizzato Giovanni Falcone che indagò su questo delitto eccellente.

Mattarella sarebbe stato ucciso per aver provato ad attuare una politica di rinnovamento, lasciando fuori dai palazzi gli intrecci con la mafia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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