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Stm, referendum nelle fabbriche di Agrate e Catania: il 35,5% dei lavoratori dice no ad accordo su Premio 2024

Per Giuseppe Caramanna, "analizzando il risultato, emerge un dato significativo: le quattro sigle firmatarie e l’azienda rappresentano un consenso effettivo di appena il 12,9% dei lavoratori"

Di Redazione |

Referendum sull’accordo ponte di Stm che chiude definitivamente il Premio 2024. “I risultati – come sottolinea Giuseppe Caramanna, coordinatore nazionale Uilm per le relazioni sindacali con Stm – parlano chiaro: il 64,5% dei votanti AGRATE/CATANIA ha sostenuto il SÌ, promosso da FIOM, FISMIC, FIM, UGLM e dall’azienda, mentre il 35,5% ha detto NO, sostenuto dalla UILM.Ad Agrate il voto elettronico: un fallimento. L’esperimento del voto elettronico ad Agrate si è rivelato un fallimento: molti lavoratori non hanno potuto esprimere il proprio voto, e rimangono sempre dubbi sulla genuinità dei risultati. Questo non fa che aumentare la sfiducia nei confronti dell’intero processo referendario. Numeri che contano, non solo percentuali.Analizzando il risultato, emerge un dato significativo: le quattro sigle firmatarie e l’azienda rappresentano un consenso effettivo di appena il 12,9% dei lavoratori. Questo dato dovrebbe portare a una seria riflessione.Se i lavoratori avessero partecipato più numerosi alle assemblee, il risultato sarebbe stato probabilmente ancora più sfavorevole per il SÌ. La campagna referendaria è stata caratterizzata da disinformazione e mezze verità, con lavoratori che arrivavano ai seggi chiedendosi: ”non ricordo cosa mi hanno detto di votare SI o NO?”Un dato che deve far riflettere: perché il 35,5% tra Agrate e Catania ha votato NO?Noi abbiamo un’idea chiara! La politica aziendale fatta di rapporti disciplinari, di un clima di “prendere o lasciare” e di una gestione autoritaria delle risorse umane ha generatodisaffezione e sfiducia. A Catania, in particolare, dove l’azienda ha investito in sviluppo, nuove assunzioni e passaggi di livello, l’astensionismo ha superato il 50% e il 33% ha sostenuto il NO!Un’azienda che governa con il consenso del 12,6% dei propri dipendenti non può definirsi efficace nella gestione del personale. Questo è un segnale chiaro di fallimento delle politiche delle risorse umane.Le firme dell’accordo ponte non sono un successo. Tutt’altro: questo “SÌ” ha aperto la porta a scenari di grande rischio per il futuro dei lavoratori della STM. Se d’ora in poi l’azienda minaccia la disdetta di accordi e il sindacato è pronto a firmare qualsiasi cosa, i lavoratori si troveranno sempre più impoveriti e senza tutele. Invitiamo l’azienda e i firmatari dell’accordo a riflettere profondamente su questi numeri e sulle conseguenze di politiche che minano la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori.Un appello ai lavoratori. Chiediamo ai lavoratori di riflettere attentamente: continuare a dare fiducia a chi ha tradito le vostre aspettative significa accettare un futuro di ulteriori concessioni e sacrifici”.

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