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Upb, la rimodulazione 2023 del Pnrr ha rallentato i progetti
Con codice contratti in media -9 giorni affidamenti. -30 a Sud
ROMA, 12 DIC – La rimodulazione del Pnrr nel 2023 e le conseguenti incertezze hanno rallentato i progetti. E’ importante dunque “un quadro normativo chiaro e stabile”. Intanto la riforma del codice dei contratti ha ridotto in media di 9 giorni la fase di affidamento degli appalti, calo tra i 20 e i 30 giorni nel Mezzogiorno. Lo rileva l’Ufficio parlamentare di bilancio che ha pubblicato una nota realizzata in collaborazione con l’Irpet che analizza l’impatto della riforma del codice dei contratti e della rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sugli appalti pubblici, entrambi intervenuti nella seconda metà del 2023. Lo studio si concentra in particolare sui lavori pubblici di importo superiore a 40.000 euro avviati dai Comuni tra il 2022 e il 2024. L’analisi non tiene conto delle recenti ulteriori modifiche al codice né delle due ulteriori revisioni del Pnrr approvate nel 2024. Secondo l’analisi il nuovo codice diminuisce del 5,4% l’utilizzo di procedure aperte e aumenta del 2,3% il ricorso a Centrali uniche di committenza. Ma l’incertezza sulla rimodulazione Pnrr del 2023 ha portato a un rallentamento medio del 14,2% nei progetti, soprattutto nel Nord, Mezzogiorno e piccoli Comuni. Più in dettaglio non si è registrato nessun impatto significativo sui prezzi e sulle strategie di offerta. La riduzione dei prezzi è modesta e in linea con quella generale dell’ultimo decennio; il numero di partecipanti alle gare è aumentato in misura limitata e tale da non lasciar supporre effetti permanenti sulle caratteristiche di competitività delle procedure di affidamento. Upb segnala una riduzione della durata della fase di affidamento di circa 9 giorni in media sia per i progetti Pnrr/Pnc che per gli altri, con una flessione ancora più marcata nel Mezzogiorno dove si rileva un calo in media di circa 20 giorni per le procedure negoziate (-38 per cento rispetto alla fase antecedente al nuovo CdC) e dai 20 ai 30 giorni per quelle aperte (-35 per cento). Tale trend di riassorbimento dei gap territoriali andrà ovviamente verificato nella consistenza e continuità nei prossimi mesi.