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Akragas, la Vibonese batte due colpi (e la società manco uno)

L'Akragas perde in casa (0-2) ma il vero problema è il caos societario e il mancato arrivo dei rinforzi promessi

Di Fabio Russello |

La Vibonese è sembrata nettamente superiore sul piano tecnico e dunque il 2 a 0 non fa una grinza. Ma ci sono una barca di “ma”.

Il primo è relativo al rigore che Meola ha mandato sul palo al 7’ minuto. Poteva cambiare l’inerzia della partita? Nessuno lo sa, ma lo stesso tecnico calabrese ha ammesso che poteva cambiare il match. Il secondo “ma” è relativo al tiraccio di Salvia che a metà ripresa poteva riaprire il match. Il terzo “ma” è relativo al caos societario. Il quarto è relativo ad un mercato fermo al palo o quasi.

Le scelte di Favarin

Il tecnico toscano sa che con la Vibonese non può giocarsela a viso aperto. Dunque riecco il 3 5 2 che è il suo marchio di fabbrica per accorciare la squadra, fare densità a centrocampo e sfruttare, se capitano, gli episodi. E l’episodio alla fine era pure accaduto col rigore assegnato dall’arbitro per un fallo su Rechichi che Meola ha spedito sul palo. Il problema è che Favarin ha a che fare con una rosa costruita senza né capo né coda e che, a una settimana dal suo arrivo “avvenuto su indicazione dei nuovi soci”, non c’è ancora traccia né rinforzi né di nuovi soci. Quindi Rechichi deve essere adattato a fare l’esterno a tutta fascia a destra (ma non è il suo ruolo, ma non era manco il ruolo di Grillo), Tuccio deve fare la seconda punta (ma non è il suo ruolo) e a centrocampo – aspettando che Salvia entri negli schemi – non c’è uno che sappia dare i tempi alla squadra. In attacco Leveh: corre e corre, spizza e spizza, ma non tira mai in porta. Un disastro tecnico che nasce ad agosto e che Favarin con il 2 a 0 al Paternò ha per ora solo potuto limitare.

La partita

L’Akragas è uguale a quella che ha battuto il Paternò, con la differenza che stavolta l’esterno al posto di Grillo è Rechichi. Solo che il centrocampo della Vibonese è tecnicamente di un altro pianeta rispetto a quello del Paternò e quindi la linea biancazzurra è sempre passiva e ipnotizzata dal palleggio dei calabresi. Ma va detto però il piano di Favarin di controllare e aspettare ha il suo perché: è infatti l’Akragas che al 7’ si procura il rigore che poteva dare un’inerzia diversa alla partita. Per tutto il primo tempo l’unica vera occasione pericolosa della Vibonese è quella che capita poco dopo il rigore con una bella parata di Dregan su un diagonale da destra di Berardi.

Il crollo nella ripresa

Pronti via nel secondo tempo e la Vibonese passa con una azione un po’ confusa ma insistita risolta da Milazzo che di punta mette nell’angolo alla destra dove Dregan non può arrivare. Qui l’Akragas però perde la testa, l’equilibrio e la partita. Perché dopo due minuti la Vibonese di contropiede segna il 2 a 0 con Terranova. Akragas avanti a testa bassa e Vibonese che di contropiede si mangia per due volte il 3 a 0. Eppure i biancazzurra la palla per riaprire una partita già chiusa ce l’hanno: al 70’ Palazzolo tira, Brusca respinge sui piedi di Salvia che però cicca clamorosamente il pallone del possibile 1 a 2. Piove insomma sul bagnato – ma anche nella cosiddetta tribuna coperta dove dal tetto cade acqua: vergogna – e da qual momento l’Akragas non ha più la forza di provare a segnare mentre la Vibonese controlla senza mai faticare.

Lo spogliatoio

La faccia ce l’ha messa Carmelo Callari che, smentendo lo stesso comunicato del club – ve lo ricordate? “Il tecnico scelto “su indicazione dei nuovi soci” – ha detto che ci sono trattative con gli “aspiranti soci”. Ma come aspiranti? Si era anche parlato di una call dei nuovi soci di maggioranza con la squadra riunita nello spogliatoio. Insomma: i “nuovi soci” sono diventati “aspiranti soci” e questo è un pessimo segnale. L’Akragas ha un seguito di diverse migliaia di persone e la comunicazione va gestita meglio: se sono “aspiranti soci” vanno chiamati “aspiranti soci” e non “nuovi soci” come accaduto. Callari ha comunque detto che la prossima settimana ci sarà la decisione definitiva spiegando, rispondendo alle domande dei cronisti, che i gruppi sono due e che potrebbero subentrare tutti e due (la cordata veneta e quella agrigentina). Si vedrà. Il problema è che il mercato tarda a fare arrivare i giocatori di Favarin ha chiesto al club: «C’è tempo fino al 31 dicembre – ha detto il tecnico – poi trarrò le mie conclusioni. Io credo sempre nella salvezza».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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