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Serie C

Il Catania tra dolori, malcontento e riscatto. Ross Pelligra che cosa vuole programmare?

Indicazioni subito. Investimenti certi e non solo a parole per raddrizzare una stagione che può ancora decollare

Di Giovanni Finocchiaro |

Tutti hanno (ed esprimono) le proprie verità. Dopo uno 0-5 che decreta l’uscita del Catania da quella Coppa Italia vinta l’anno passato, poi, i toni è logico che si possano inasprire. Hanno tutti ragione. Tutti. La società che si ritrova nove indisponibili e li deve preservare per la gara di campionato; l’allenatore che non può rischiare chi potrebbe rientrare sabato (Lunetta, per esempio) e allora si affida ai giovani. Hanno ragione i tifosi che hanno scaraventato sui social ogni forma di protesta e di malcontento perchè un risultato così pesante in casa non si registrava da lustri. Ha ragione anche il Trapani che, persa la gara di campionato che fa, sul 2-0 si ferma? Certo, in quest’ultimo caso, l’allenatore Aronica avrebbe fatto meglio a commentare con due parole il match e basta invece di parlare di lotta su ogni pallone. E qualche giocatore avrebbe anche fatto bene a esultare di meno, come si fa nei test estivi.

Ecco cos’è stato, quello di ieri l’altro: un test estivo alla vigilia di Natale. Il controsenso sta qui ed è causato in origine da quel mese di immobilismo assoluto in sede di strategie economiche, societarie, di mercato, dunque tattiche. Tutti hanno ragione, ma la colpa è di tutti quanti. I tifosi ce l’hanno con chi qui ci mette la faccia, dunque con il vice presidente Vincenzo Grella. Che da un lato ha fatto da parafulmine di fronte al silenzio e agli errori del suo presidente. Dall’altro avrebbe per esempio potuto ridurre i prezzi dei biglietti allo stadio per non rischiare di essere messo alla gogna dopo lo 0-5. Insomma se sai di dover schierare i ragazzini non fare pagare 7 euro in curva e 32 nella elitè. Il popolo punta il dito contro lo staff medico per i tanti infortunati. Ecco qui ci chiediamo se la responsabilità – facendo come sempre nomi e cognomi – è del dott. Francesco Riso che era anche il medico sociale in Serie A e lì le cose funzionavano, eccome. Si adegua alla categoria? Ha perso il lume della ragione professionale? Stentiamo a credere che sia questo il motivo. Però un attimo di chiarezza bisognerebbe riceverla in… dono. De Rose, per esempio, che ha? Si fa male al polpaccio e dopo tre settimane era pronto al rientro. Poi silenzio: s’è rifatto male e ogni settimana è pronto a rientrare. Era stato convocato contro Messina e Crotone, poi è tornato in infermeria.

Altri esempi? Adamonis, Montalto, Luperini che giocano in coppa peggio dei ragazzini? Ne vogliamo parlare? La maglia si onora, certo gli under sono stati mandati allo sbaraglio, qualcuno ha mostrato dati interessanti, per tanti altri è stato un incubo. E possiamo anche comprendere lo sfogo di un tesserato che a fine gara a un collega che chiedeva i perchè di questo 5-0, ha risposto in modo poco professionale: “Venite a giocare voi”. Il nome è noto, noi – stavolta – non lo facciamo perchè è meglio che a metterlo al muro sia la società.

I fuori quota esclusi della Coppa? Giusto il gesto se non interessano e se ne devono andare, ma il punto nodale di tutto questo pandemonio si riassume in un solo quesito, al netto di ogni malcontento, polemica, indicazione tattica ed errore: a gennaio il presidente Pelligra che programmi ha? Darà al suo ds incarico e denari per rafforzare la squadra? Certo, non ci aspettiamo altri 12 giocatori, ma qualche novità funzionale al gioco di Toscano, sì. Il prossimo selfie beneaugurante speriamo possa contenere anche un messaggio scritto sul futuro prossimo venturo di questo club che alla città sta a cuore. Mercato, logo, strutture. Era tutto scritto nelle promesse formulate al momento della corsa per rappresentare il calcio in città. Ricordate?

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