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L'intervista

«L’arte apre gli occhi a chi non vuole vedere», il “manifesto” di Diana Marcadini

Alla 24enne artista catanese il Premio internazionale di Arti visive “Giuseppe Sciuti” per la sezione creatività giovanile

Di Enza Barbagallo |

La decima edizione del Premio internazionale di Arti visive “Giuseppe Sciuti” che si  è avvalso della direzione artistica del prof Paolo Giansiracusa ha assegnato  il Premio creatività giovanile a Diana Marcadini, artista figurativa catanese dalle svariate esperienze artistiche e che  nonostante la sua giovane età  ha ottenuti svariati Premi e riconoscimenti. Diana ha 24 anni, dopo aver conseguito la laurea  in pittura all’Accademia di belle arti di Catania, a breve concluderà la Specialistica sempre in pittura.

-Cos’è per lei  aver ricevuto il Premio Sciuti  alla creatività?

«Sono profondamente onorata di aver ricevuto questo importantissimo premio. Essere stata riconosciuta come giovane artista emergente, in un premio che celebra la memoria e l’immensa bravura di un grande artista dell’Ottocento, è per me un enorme emozione. Ho sempre lavorato con enorme passione e dedizione, aver ricevuto questo riconoscimento mi riempie di gioia. Tutti i sacrifici da me fatti sono stati di aiuto per la mia crescita personale e artistica. Ringrazio di vero cuore, coloro che hanno reso possibile tutto questo»

– L’arte può salvare il mondo? Puo essere un’occasione importante per giovanissimi  che si affacciano  a questo mondo per passione, interesse e curiosità ? Cosa consiglierebbe  a chi vuole intraprendere la sua stessa strada?

«Sono fermamente convinta che l’arte possa, quantomeno, aprire gli occhi a chi fino ad oggi ha preferito non vedere . I giovani di oggi sono molto sensibili e consapevoli della società in cui vivono, credo che l’arte, qualsiasi forma d’arte, li posso aiutare nelle esprimersi liberamente. Sarei felicissima se qualcuno volesse intraprendere questa strada, per quanto difficile sia, è piena di emozioni, ma consiglierei sempre che, qualsiasi sia il loro obiettivo, la loro principale ragione deve essere il fare arte, per sé e per gli altri e farla bene e al massimo di loro stessi »

– Lei è un artista  talentuosa, creativa e originale. Come  ha scoperto l’amore per l’arte, per le matite e i colori?

« Piu che una scoperta è stata una forma di richiesta e di bisogno personale. L’arte è sempre stata fin da piccola una parte fondamentale della mia vita, è una compagnia fedele che mi accompagna giorno dopo giorno.Ho sempre amato disegnare, già da piccolissima disegnavo e colorato giorno e notte. In questa mia passione i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, incentivandomi a proseguire. È sempre stato tutto chiaro, ho sempre voluto fare arte e il mio sogno di diventare un artista ad oggi lo è ancora. L’arte è per me un mezzo importante per comunicare che mi aiuta a comprendere, a emozionarmi , a ispirare la mia mente galoppante verso orizzonti sempre nuovi da scoprire »

–  Poliedrica, versatile  e anche fantasiosa  e capace di spaziare  trattando varie tematiche. I suoi dipinti  sono come un libro aperto dove appaiono olocausti , femminicidi , la povertà nel mondo , la fame e le sofferenze dei bambini, i conflitti ….La sua pittura è quasi urlante e manifesta  le sensazioni  attraverso l’uso particolare del colore.

«Sono molto sensibile alle atrocità che accadono e sono accadute nel mondo, l’arte in questo mi aiuta a “sfogarmi” utilizzandola come mezzo di denuncia. In un mondo dove la parola viene taciuta e le azioni vengono nascoste, lasciare un segno è sempre stato una colonna portante per la mia arte. Il colore, ancor prima della forma, è per me il componente fondamentale per esprimere i miei sentimenti e ciò che voglio comunicare. I colori sono emozioni è pertanto li scelgo per voler rievocare quella esatta sensazione al fruitore. Uso il colore in modo forte, prediligo i colori acidi : i rossi , i verdi , i viola,i gialli accesi . Rappresento  la tristezza attraverso il colore blu, il disgusto con il verde o la gioia con il giallo ecc ..Non uso il bianco e il nero , perchè alterano l’armonia che voglio ci sia nei miei dipinti »

-La frase ” prima sogno i miei dipinti, Poi dipingo i miei sogni “di Vincent van Gogh è  molto importante per lei , ne ha fatto  tesoro , perchè La sua arte è anche sogno, memoria, ricordi ?

«Mi riconosco in questa frase che  ha sempre avuto un legame forte con la mia idea di arte. Mi è capitato spesso di sognare un mio dipinto per poi realizzarlo il giorno dopo, forse a causa della mia forte immaginazione, vedo scorrere immagini costantemente, ed io non faccio altro che riprodurle. Le mie opere racchiudono l’evanescenza dei miei sogni, i miei ricordi sono fluidi e non solidi, proprio come le pennellate che percorrono i miei dipinti. Amo la fotografia e spesso quando ritrovofoto vintage di tempi passati,di memorie legate ad amici o a persone carele faccio rivivere immortalandole nei miei dipinti».

In una sua opera “Angoscia della bellezza” una bambina da lei ritratta porta al collo una collana con un ciondolo rappresentato da un occhio . Cosa vuole significare ?

«per me gli occhi sono lo specchio dell’anima, la parte pura di noi stessi, l’unica che non riusciremo mai a nascondere. La bambina in questione è carica di questo simbolo, entrambi portano il ” peso “della purezza L’occhio deve essere sempre vigile e attento  a osservare la realtà, a cogliere  le sfumature della vita , deve essere sempre curiosoe bramoso di conoscere anche cio che è dentro di noi  invitandoci a prendere coscienza di cio che siamo e di cio che vogliamo essere».

Lei riesce a rappresentare  non solo le sue emozioni , le sue sensazioni , ma riesce a rendere anche quelle della gente, dell’umanità tutta cogliendone l’anelito piu profondo nelle celebrazioni corali.

«Le mie sensazioni, come quelle di tanti altri, sono sacre, hanno eguali importanza di essere espresse e documentate. L’essere umano è fragile e in quanto tale va protetto, ma per quanto fragile È anche crudele e distruttivo, le mie critiche sociali vogliono solo essere di aiuto a me quanto agli altri, nel riconoscere e comprendere cose che spesso ignoriamo. “Varco metafisico “è il lavoro da me Donato al premio Giuseppe Sciuti, questo in particolare racchiude il confronto tra le celebrazioni religiose, come le processioni e una pagana quale il carnevale. La scena da me riprodotta, per il fruitore, può rappresentare entrambe le cose. La mia scelta è stata quella di inserire un carro di carnevale al posto di un santo. Aver visto molte persone chiedersi se fosse l’uno o fosse l’altro e quale in realtà io avessi rappresentato, mi ha fatto ancor più riflettere. Si nota come nonostante questi due temi siano molto distinti tra loro, il loro confine è sottilissimo. Ad oggi è tutto “troppo” e forse si è perso un po’ di quella pura devozione che vi era una volta».

– Quali tra i grandi maestri e artisti  che ha  avuto modo di  studiare e ammirare attraverso le loro opere ama di più?  Cosa l’ha colpita  del modo di dipingere o di usare il colore ? Ha tratto ispirazione da qualcuno ?

«Ci sono molti artisti che mi porto nel cuore e sono stati i miei più grandi maestri, come Leonardo da Vinci, ricordo che da piccola e ricopiavo delle sue opere per esercitarmi e imparare a disegnare. In Vincent Van Gogh ho sempre rivisto la stessa sua sensibilità in me, inoltre amo molto anche il suo uso del colore. Ho amato alla follia, e amo tutt’oggi, la corrente artistica surrealista, forse per quel loro lato sognante, artisti come Salvador Dalì, Joan Mirò, Renè Magrìtte, sono stati dei pilastri importanti per la costruzione della mia filosofia. Ma ad oggi forse mi sento più legata ad artistico come Hayley Newman, Marina Abramovic, artisti che portano in scena sensazioni pronti a provare di tutto al posto nostro, non hanno paura di denunciare e vivere sulla propria pelle tutto il male della società. » COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA