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Ecco, nel Mediterraneo rischio migrazioni per il clima
"Bene il Piano Mattei, ma ora serve politica estera climatica"
ROMA, 15 NOV – Nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo “gli impatti diretti del cambiamento climatico influenzano la crescente scarsità idrica e episodi di grave siccità, l’insicurezza alimentare, l’alzamento del livello del mare”. Questi impatti portano a “maggiori perdite economiche e finanziarie, tensioni e maggiore instabilità politica e conflitti” e “aumento della pressione migratoria”. Lo scrive il think tank italiano per il clima Ecco, in uno studio diffuso in occasione della giornata della Cop29 di Baku dedicata a pace, ristori e ripresa. “L’Italia ha un grande potenziale per diventare un attore chiave della politica climatica internazionale – prosegue Ecco -: a livello globale grazie al suo ruolo nel G7 e nel G20, come stato membro dell’Unione Europea e, a livello regionale, come attore centrale nel Mediterraneo, grazie anche al nuovo corso della politica estera italiana inaugurato dal Piano Mattei. Pertanto, è urgente che l’Italia riconosca la sicurezza climatica come parte integrante della propria politica estera, impegnandosi in interventi a sostegno della costruzione di resilienza nei paesi della regione del Mediterraneo allargato”. Il Mediterraneo è “un ‘hotspot’ del cambiamento climatico – scrive il think tank -. Nonostante un livello relativamente basso di emissioni, gli effetti del riscaldamento globale si manifestano più rapidamente che altrove, con temperature previste in aumento del 20% rispetto alla media globale”. “Questi elementi andranno a complicare il quadro di sicurezza della regione – aggiunge Ecco -, con conseguenze anche sull’Italia e l’Europa. In questo macrocontesto, inoltre, si riduce l’abilità dei governi nella regione di intraprendere politiche di sviluppo economico a lungo termine, insieme alla capacità di elaborare piani di adattamento adeguati. La Banca Mondiale stima in 216 milioni i migranti climatici a livello globale. Pertanto, la migrazione ambientale acquisirà sempre più un ruolo chiave nei prossimi decenni per la sicurezza regionale”.