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LA NOSTRA INCHIESTA
Così fan tutti… Ecco come funziona il “sistema contributi” della Regione siciliana
Non c'è solo il caso Auteri, ma una tabella per ogni assessorato. L’espediente del maxi-emendamento e le responsabilità trasversali
Si guarda il dito perché la luna farebbe arrossire quasi tutti. La settimana scandita dal caso sui fondi per eventi e spettacoli agli amici degli amici ci consegna una politica siciliana chiusa in difesa di sé stessa. Così le (vergognose) minacce di Carlo Auteri a Ismaele La Vardera, con il corollario di veleni (il deputato regionale s’è autosospeso dal gruppo di FdI, ma non andrà al misto, l’ex Iena gli chiede le dimissioni), rischiano di far puntare i riflettori sul singolo scontro politico, pur fondato sulle tante anomalie della “galassia Auteri”, lasciando in una zona d’ombra tutto il resto. Un collaudato sistema per cui «se hai amici all’Ars prendi i soldi, è così da sempre» (Auteri dixit) e ciò, in tutti i settori, non vale soltanto per FdI e per il centrodestra, che attingono risorse a piene mani da ogni “allegato” o “tabella” possibili, ma anche per le opposizioni.
Qualcuno, in questi giorni, l’ha soprannominato il “metodo Marco Falcone”: nelle due finanziarie (e collegati vari) sotto la gestione dell’ex assessore forzista all’Economia, col placet del governatore “parlamentarista” Renato Schifani, una montagna di risorse: 100 milioni nello stralcio dell’ultima finanziaria, 160 nella manovrina estiva. Sia chiaro: non tutti per rispondere alle «esigenze territoriali», ma con lunghe liste di beneficiari ognuno dei quali ha una precisa matrice politica. Trasversale.
Nelle cronache dell’ultima manovra c’è addirittura la quota parte: 20 milioni suddivisi fra i 40 deputati di centrodestra (budget di circa 500mila euro a testa) e poco meno di 10 a disposizione dei 30 esponenti di Pd, M5S e Sud chiama Nord, ovvero circa 300mila a deputato. Un accordo simile a quello ipotizzato nel ddl di variazioni di bilancio di qualche giorno fa, ma stavolta i malumori nella maggioranza (80 milioni al 50% con le opposizioni, spartizione «ingiusta») e il polverone sul caso Auteri hanno portato a rinviare tutto, con ancora più risorse, all’imminente finanziaria 2025.
Come nella precedente, appunto. Lo stralcio ha una scansione alquanto armonica dei cosiddetti «contributi straordinari». Si parte con 1.067.000 euro dell’assessorato all’Istruzione di cui poco meno della metà vanno a sei fortunati Comuni per l’acquisto di uno scuolabus. E gli altri 385? Poi 2,5 milioni alle Politiche sociali. Tutti per scopi nobili e associazioni benemerite, dunque.
Ma il principio è lo stesso: quanti altri destinatari degni ci sarebbero in Sicilia, oltre La Fortezza di Agrigento (194mila euro per donne vittime di violenza), gli Angeli della Salute di Termini Imerese (inclusione sociale), Acli Ekopolis Palermo (progetto “Una finestra sul mondo”) e Istituto maschile di Messina (mensa dei poveri S. Antonio), a cui vanno 145.500 euro a testa, giusto per citare i contributi più alti? All’Agricoltura 1.891.500 di fondi straordinari. Al netto degli enti regionali (Irvo e Coribia), spiccano i 339.500 euro al Comune di Cerda, di cui è sindaco il deputato leghista Salvo Geraci, per la fondazione della Sagra del Carciofo e per gli eventi 2024. Geraci, con altri 200mila euro per l’Estate Cerdese, sfonda quota mezzo milione nella stessa finanziaria.
Sarebbe un record se non ci fosse Marco Intravaia (ex FdI, oggi forzista) che rivendica 700mila euro per la sua Monreale. È di ben 3,4 milioni il plafond dei Beni culturali per una ventina di beneficiari: Comuni (fra cui Militello, di cui è sindaco il dem Giovanni Burtone, con 213mila euro per il museo civico), fondazioni, sovrintendenze, diocesi, parrocchie e una sola associazione, la “Freeminds in Action” di Favara, con 194mila euro per cooperazione sociale. Anche qui, come per i 3,2 milioni delle Autonomie locali, che finanzia misure per 7 dei 319 Comuni siciliani (il più grosso: 1,4 milioni a Ragusa per l’acquisto di Villa Ottaviano), vale il “teorema Auteri”? Magari sì, come per 640mila euro della Salute; perché, fra le centinaia di Avis in tutta l’Isola, soltanto quella di Piazza Armerina (cara alla forzista Luisa Lantieri) riceve un contributo di 116.400 euro per «potenziamento delle attività istituzionali». E poi i “tesoretti” dell’assessorato meloniano per antonomasia: 7.483.550 euro per gli ormai famigerati «interventi di promozione turistica e sportiva» (tabella III), 4.292.250 per gli impianti sportivi (tabella IV) e via distribuendo.
La sceneggiatura
La sceneggiatura, consolidata, è questa: pioggia di emendamenti in commissione Bilancio (in cui il singolo deputato non firma per i propri interessi, ma lo fa fare al compagno di banco ricambiando il favore), poi un po’ di bagarre in aula fra maggioranza e opposizione. Infine, spunta il maxi-emendamento. Che è di tutti, quindi di nessuno. E così ognuno ottiene ciò che vuole. Da una parte e dall’altra. Dopo il voto finale dell’Ars (naturalmente le opposizioni si oppongono), il gioco delle parti con accuse e repliche, mentre fluiscono i comunicati dei singoli deputati che “segnano” il territorio rivendicando questo o quel contributo.
Ora siamo alla vigilia della nuova sessione di bilancio e quando la partita entrerà nel vivo, a meno di clamorosi colpi di scena, il caso Auteri sarà poco più che un ricordo folkloristico. Il punto è uno solo: posta la sovranità del parlamento regionale e il diritto di ogni singolo deputato di tutelare il proprio territorio (alias collegio elettorale), la politica siciliana riuscirà con un colpo d’ali a rottamare il “così fan tutti” per passare, a parità di fondi stanziati per ogni singolo settore, a bandi con criteri trasparenti e meritocratici per enti pubblici e privati? A giudicare dalla grancassa sull’audio di La Vardera e al balbettio sulle responsabilità trasversali nel “sistema” complessivo di concessione dei contributi, la risposta la conosciamo già. Ed è no.