Attualità
Giarratana, l’ultima messa del parroco dimissionario
La comunità si è riunita in chiesa Madre questa sera per tributare il doveroso addio a chi ha guidato la comunità negli ultimi anni. Il messaggio del sindaco Giaquinta: "Grazie per quello che hai saputo fare per tutti noi"
Lascia, dopo quattro anni di mandato pastorale. Prima come vicario parrocchiale e poi come parroco. Il sacerdote Francesco Mallemi ha confermato, questa sera, in quella che era la sua ultima messa da guida della comunità, le proprie dimissioni da parroco di Giarratana. Una notizia che ha suscitato numerose prese di posizione e che era stata già diffusa domenica scorsa. Il sacerdote, però, nonostante gli inviti a rivedere la propria scelta, già decisa concordemente con il vescovo Giuseppe La Placa, è rimasto fermo nella propria decisione. E durante la messa vespertina tenutasi in chiesa Madre ha voluto, nella serata di oggi, ringraziare tutti coloro che lo hanno collaborato e aiutato nella sua missione. Una celebrazione molto intensa, quella odierna, con la chiesa piena in ogni ordine di posto. La messa è stata resa ancora più suggestiva dalla presenza del coro Regina Caeli diretto dal maestro Francesco Giaquinta che, per l’occasione, ha allestito una sezione strumentale degna della massima considerazione.
“Figli miei carissimi – questo il messaggio finale di padre Francesco – con questa celebrazione eucaristica voglio rendere grazie al Signore con voi per questi quattro anni vissuti insieme. Ricordo ancora il primo giorno che arrivai, era il 13 novembre 2020, era un freddo venerdì e abbiamo celebrato la messa in suffragio dei nostri fratelli defunti. I primi due anni di servizio li ho svolti come vice parroco e poi dal 6 settembre 2022 alla guida di questa comunità come pastore. Ringrazio il Signore per tutte le persone incontrate, per i momenti vissuti insieme, nel lavorare senza sosta cercando di migliorare e rendere sempre più bella e viva la nostra comunità. Tanti sogni, tanti progetti, tanta voglia di ricostruire quello che il covid aveva distrutto. E sono stati così, anni brevi ma intensi, pieni di momenti di spiritualità, di attività, di incontri in cui a poco a poco abbiamo riscoperto la gioia di stare insieme e di cercare di crescere nell’unità come una grande famiglia. E per me lo siete stati. Da subìto ho sentito da parte vostra un grande affetto e tanta stima nei miei confronti che mi hanno portato a spendermi sempre più per cercare di valorizzare il grande patrimonio spirituale e culturale, valorizzando le tradizioni che caratterizzano questa comunità”.
“Ringrazio ciascuno di voi – ancora padre Francesco – per il grande affetto che mi avete dimostrato in questi giorni in mille modi. Non ho avuto un viceparroco come collaboratore ma ho avuto tutti voi, che con il vostro impegno mi avete collaborato in tutte le idee e i progetti pastorali che cercavo di realizzare e di questo vi ringrazio ciascuno personalmente. Ho cercato di fare mie le tradizioni di questo popolo legato ai suoi santi, ho sentito il dovere di prendermi cura dei luoghi sacri a me affidati portando a compimento i lavori di restauro e migliorando ciò che ancora c’era da fare. Voglio dire grazie a ciascuno di voi, ai bambini che mi hanno dimostrato un affetto tenero e filiale, ai ministranti che sono stati sempre nel mio cuore con un occhio di riguardo, ai ragazzi del catechismo e ai giovanissimi con cui ho cercato di creare un rapporto semplice e affabile. Un grazie ai giovani che mi sono stati di aiuto e più vicino sopratutto in questi ultimi periodi, alle catechiste e agli educatori dell’oratorio, ai vari gruppi e a tutti i collaboratori che mi hanno supportato e sopportato nel mio essere testardo nel fare lavori di restauro e di manutenzione e disbrigo pratiche. Grazie alle famiglie e agli anziani, ai ministri, alla nostra corale. Un grazie alle persone che si sono prese cura di me con gesti semplici ma pieni di amore, ai comitati con cui abbiamo lavorato per le feste dei nostri santi e a tutti quelli che si spendono ogni giorno per rendere sempre più belle questa comunità e le nostre chiese nel silenzio e nel nascondimento .Ringrazio il sindaco, l’amministrazione comunale e tutte le associazioni culturali per aver collaborato insieme per il bene del paese. Ancora una volta vi chiedo scusa se con i miei atteggiamenti ho ferito, offeso o trascurato qualcuno, se ho dato priorità alle cose da fare piuttosto che alle persone.Ringrazio Dio per il legame sinceri di affetto creati con ciascuno di voi, ciò che unisce dura per sempre al di là delle distanze”.
“C’è una frase – ancora padre Francesco – del racconto della trasfigurazione che mi rimane da sempre nel cuore: “Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo” (Mt 17,8). E in questa frase io vedo il senso e il frutto del servizio pastorale del sacerdote come guida. Passano gli anni, passano le belle esperienze fatte, passano le persone, passano anche i sacerdoti, ma ciò che deve rimanere a fondo di ogni esperienza ecclesiale è proprio Gesù. Ho cercato di farvelo conoscere e amare sempre più, facendovi riscoprire il suo sguardo misericordioso che non giudica, che non condanna, che non si scandalizza delle nostre debolezze, ma che usa le nostre fragilità come luogo dove dimostrarci quanto realmente ci ama. Se al termine del mio servizio in mezzo a voi sono riuscito a farvi comprendere questo allora il mio servizio in questa comunità, anche se breve non è stato vano. Pregando per voi in questi giorni mi ritornava sempre la preghiera di Gesù nel Getsemani: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola” (Gv 17,11b). Figli miei perseverate nell’ora della prova, “siate saldi nella fede, forti nella speranza, operosi nella carità” Adesso tocca a voi fare la vostra parte. Una comunità non è formata solo dal pastore, ma dal pastore e dal suo gregge. San Paolo ci dice che in questo tempio spirituale che è la chiesa Cristo è la pietra angolare e noi le pietre vive. Ognuno di noi deve fare la sua parte perché questa comunità cresca nell’unità, nell’amore e nella pace. So che la mia partenza da voi creerà disorientamento e instabilità, ma voi siete chiamati, ognuno da parte sua, a impegnarvi a perseverare innanzitutto nella preghiera, che è il cuore di una comunità, ma anche a mettervi ciascuno secondo le propria capacità a servizio del prossimo, cercando di camminare insieme proseguendo il cammino della vita. Tante volte nell’omelia vi ripetevo la frase del salmo 22: “Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me Signore” (Salmo 22,4). La presenza di Cristo nella nostra vita è ciò che è realmente essenziale per andare avanti e l’esperienza dell’amore del Signore non lo si fa da soli, ma insieme, nella comunità, nell’eucarestia, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione dei sacramenti e nella preghiera comunitaria, nella fraternità, perché dove due o tre sono riuniti nel suo nome lì Dio è presente. Quindi anche se per adesso dovrete attraversare la valle oscura ricordate che è Gesù il buon pastore, noi solo i suoi servi. È Gesù che guida la storia di questa comunità, che guida la vostra vita. È Gesù che vi prende per mano e vi conduce attraverso le notti oscure dell’anima fino a farvi giungere all’aurora di un nuovo giorno. Cristo guida la sua chiesa per mezzo del vescovo collaborato dai presbiteri. Dio stesso guiderà questa sua comunità per mezzo del pastore della diocesi che tanto ama Giarratana”.
“Non sentitevi soli perché non lo siete – ha concluso il parroco nel suo messaggio – Dio è con voi e la chiesa diocesana è con voi. C’è un vescovo, un presbiterio e una diocesi che vi sostengono con la preghiera, l’affetto e la vicinanza. San Bartolomeo, Maria Santissima e San Giuseppe custodiscano questa comunità e attraverso la loro intercessione la guidino verso la santità. Certo che il Signore guiderà questa comunità con amore di padre, figli miei carissimi vi saluto, vi voglio bene, vi porto nel mio cuore e vi abbraccio e benedico nel Signore”.
Alla fine, la messa è durata un’ora e mezza anche perché, nella parte conclusiva, sono stati letti una serie di messaggi di ringraziamento rivolti al parroco, uno tra questi da parte del sindaco Lino Giaquinta che si è augurato che quanto accaduto possa diventare una occasione di crescita per tutti. “Siamo molto dispiaciuti perché con padre Francesco la comunità si trovava molto bene – ha sottolineato il primo cittadino – ma se è stata questa la determinazione, non possiamo fare altro che prenderne atto. Auguriamo il meglio a padre Francesco e speriamo che il prossimo pastore possa guidare nel modo più opportuno la nostra comunità che, al momento, si trova comprensibilmente disorientata” (nella foto sotto il sindaco con padre Francesco).
Tra i messaggi che sono stati letti, molto commovente quello da parte dei ragazzi dei gruppi parrocchiali, compresi i ministranti.
“Caro padre Francesco – dice il testo della nota letta in chiesa – nel corso di questi 4 anni sei riuscito a prenderci per mano e a farci assaporare la bellezza della fede, la forza della preghiera e la gioia nello stare insieme. Non ti nascondiamo che il nostro cuore si sente smarrito come per la perdita di un padre, ma con la consapevolezza che questi anni, pochi ma intensi, li porteremo sempre con noi. Come potremo mai dimenticare tutti i momenti passati insieme: le tante mangiate caratterizzate dalla tua preghiera “Dio di Abramo e di Mosè, benedici quel che c’è!”; l’essere stati coinvolti nella riscoperta delle nostre tradizioni; gli incontri settimanali dei giovanissimi. Al di là della gioia e del sorriso che suscitano certi ricordi indelebili, ti assicuriamo che sei stato un buon seminatore, e seppur la semina non era ancora conclusa e forse i primi germogli non erano ancora spuntati, siamo certi che fioriranno nel nostro cuore e ti promettiamo che ci impegneremo affinché fioriscano anche in questa comunità”.
“Padre Francesco – ancora i ragazzi – l’importanza di un lavoro svolto non dipende dalla quantità di tempo avuta a disposizione, ma dalla qualità e dall’impegno profuso, e noi oggi vogliamo ringraziarti per aver dedicato tutto te stesso a questo paese. Ti ringraziamo, inoltre, per tutte quelle volte in cui, oltre ad essere stato il nostro parroco, sei stato un amico aperto e disponibile, sempre pronto ad accogliere e ascoltare qualunque problema e disposto a guidarci verso una soluzione. Vogliamo ringraziarti per averci dato l’opportunità di creare comunione con ragazzi di altre realtà parrocchiali, instaurando rapporti speciali, facendoci sperimentare la bellezza e la gioia dell’essere uniti in Cristo. Grazie per averci insegnato che perdonare è meglio di nutrire rancore, che amare chi ci sta accanto è importante in qualsiasi circostanza. Vogliamo affidarti all’amore materno della Beata Vergine Maria, affinché possa custodirti e consolarti nei momenti di tribolazione: lei che è madre dei sacerdoti e madre della Chiesa, illumini il tuo cammino perché possa farti riscoprire la bellezza di essere umile lavoratore nella vigna del Signore. Ti affidiamo all’amore paterno di San Giuseppe, affinché ti possa difendere da tutti i nemici visibili e invisibili, assistere in tutte le necessità, consolare in tutte le amarezze della vita. Ti affidiamo alla protezione del santo apostolo Bartolomeo, affinché seguendo il suo esempio tu possa non stancarti mai di testimoniare quel Vangelo che il Signore ti ha chiamato ad annunciare attraverso il ministero sacerdotale. Ti affidiamo al cuore grande di Sant’Antonio Abate, perché seguendo il suo esempio possa tu rimanere forte nella Fede, tenace nella speranza, operoso nella carità. Con il cuore addolorato, pur non volendo, ci troviamo costretti a salutarti. E con l’amore vicendevole che ci ha contraddistinti, sicuri che il nostro legame non verrà mai meno, ci stringiamo intorno a te abbracciandoti fraternamente in Cristo”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA