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Jimmy Villotti e un doppio album che profuma di talento

Di Salvo Pistoia |

Inaspettato è l’aggettivo più consono per illustrare un disco fuori dal già visto ed ascoltato, la magnificenza di una monografia narrata in un doppio album.

Jimmy Villotti, chitarrista distante dal cliché consueto del turnista di studio, prestato alla squallida mercé di tour anonimi sotto l’ala della facile marchetta, solide e durevoli sinergie insieme a personalità del pentagramma italiano, Paolo Conte, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Luca Carboni, Vinicio Capossela, l’istinto di un musicista amplificato nella pubblicazione di otto capitoli discografici e vari paralleli paragrafi letterari.

L’idea di Rita Allevato finalizzata insieme a Mauro Malavasi, raffinato produttore, ha permesso di allineare uno stuolo di canzoni, ventiquattro in tutto, dallo charme indefinito, Drin Drin, l’istrionica “Amare” con Lucio Dalla ospite, le inedite Ondazu, Il Kid, Giovani Soldati, Futurshow.

Musica della terra, tra la via Emilia e il jazz, tali le avrebbe definito Villotti, dono che prevarica qualsiasi retorica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA