Catania
Gino Astorina alza il sipario del teatro Musco con “Don Gesualdo e la ballerina”
La regia di Antonello Capodici. Lo spettacolo in scena fino a domenica 17 novembre
Gino Astorina terrà a battesimo il cartellone 2024/2025 del Teatro Angelo Musco con una nuovissima produzione diretta da Antonello Capodici. Da oggi il popolare attore catanese è in scena con la commedia “Don Gesualdo e la ballerina”. Al suo fianco Eduardo Saitta e un ricco cast formato da Alberto Abbadessa, Verdiana Barbagallo, Lucia Debora Chiaia, Elena Melardi, Eleonora Musumeci, Mariachiara Pappalardo e Viviana Toscano, con la partecipazione di Salvo Saitta. Le scene sono di Salvo Manciagli, i costumi del Laboratorio Teatrale Abc.
Siamo nel 1925, in un piccolo centro della provincia siciliana. Don Gesualdo è un borghesotto benestante, sposato alla placida Marastella e padre felice di alcuni figli: le femmine “da marito”, più il maschio prediletto, futuro avvocato, studente nella capitale. È tutto perfetto. Almeno sino a quando l’amico di famiglia, avvocato Minutilla, non arriva a farsi latore della ferale notizia: il rampollo vive con la nota ballerina Pepita, celebre più per le esibizioni in tenuta adamitica, che per le doti tersicoree. Che fare?
«Don Gesualdo e la ballerina” – sottolinea il regista Antonello Capodici – compone, insieme ai più famosi “Aria del Continente” di Martoglio e “U’ Cavaleri Pidagna” di Capuana, una sorta di genere teatrale a sé stante, nel repertorio siciliano di inizio Novecento. Un genere che potrebbe essere chiamato del “soubrettismo”. Per Martoglio e Capuana, la vittima designata è un vecchio siciliano single – vedovo o “zitello” – qui invece si tratta non d’egli medesimo, ma dell’amatissimo figlio maschio Ciccino. Il quale essendosi trasferito a Roma per ragioni di studio, esce dal cono protettivo della famiglia e finisce con l’essere irretito dalla Circe di turno, che balla sì nei teatri eleganti, ma lo fa tutta ignuda. Una bellissima pagina di grande letteratura; una commedia perfetta per l’interpretazione del nostro Gino Astorina, che seduce con la delicata leggerezza del catanese “di collina”, interprete di razza di una “liscia” puramente autoctona. Come pure del resto della Compagnia del Teatro Musco, a partire dai due Saitta, qui in ruoli di spalla, ma autentico “coro” della vicenda. Luce su un copione fondamentale che fu di Musco prima, e di Turi Ferro poi».Dopo il debutto di stasera alle 19 lo spettacolo sarà replicato domani alo stesso orario, venerdì alle 21, sabato alle 17,30 e alle 21) e domenica alle 18. Si torna in scena mercoledì 6 novembre (alle 19), giovedì 7 (sempre alle 19), venerdì 8 (ore 21) sabato 9 (ore 17,30 e 21), domenica 10 (ore 18), mercoledì 13 (ore 19), giovedì 14 (ore 19), venerdì 15 (ore 21), sabato 16 (nuovamente ore 17,30 e 21), e infine domenica 17 novembre alle 18.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA