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Licata fa i conti con esondazione del Salso, si spala fango

Danni al mercato ortofrutticolo, anche i cittadini al lavoro

Di Redazione |

A Licata, nell’Agrigentino, dove oggi è tornato il sole, si continua a spalare fango e si andrà avanti così almeno per un paio di giorni dopo che ieri il fiume Salso è esondato in più punti. La foce, nel momento della piena, è arrivata a circa 8 metri d’altezza e oggi si è abbassata a 2 metri, rientrando nel letto. La criticità maggiore è quella del mercato ortofrutticolo di via Giarretta che è completamente allagato. Sono in azione due mezzi meccanici e quattro idrovore che aspirano acqua e fango. Oltre agli uomini della Protezione civile, ai dipendenti comunali e a tanti volontari, sono al lavoro anche i proprietari dei magazzini dell’ortofrutticolo.

Accanto al loro anche il sindaco della città, Angelo Balsamo. Protezione civile, operai, volontari e cittadini, avvalendosi dei mezzi di spurgo, per tutta la notte e fino alle 6, hanno lavorato su corso Serrovia, la strada che unisce la zona del mare al resto della città. Una via, altamente trafficata, dove sorgono case e tante attività commerciali. Adesso, le stesse squadre si sono spostate in corso Umberto II e in via Giarretta. Le pale meccaniche stanno rimuovendo il grosso del fango, poi verrà gettata sabbia per far consolidare il fango che rimane e si procederà al lavaggio delle strade. I cittadini, in grande difficoltà, sono consapevoli del fatto che ci vorranno giorni prima di riuscire a tornare alla normalità.

«Stiamo lavorando in mezzo al fango, il mercato ortofrutticolo di via Giarretta e la vicina stazione ferroviaria sono sott’acqua e pieni di rifiuti. Ci sono tanti mezzi, tanti volontari e tutti i dipendenti comunali. Speriamo di riuscire a liberare il mercato ortofrutticolo entro le prossime ore, gli imprenditori sono tutti disperati», dice Balsamo.«Al mercato ortofrutticolo non si può interrompere il ciclo produttivo perché sarebbe l’ennesima, devastante, mazzata. La situazione è già drammatica. Le aziende agricole sono state completamente distrutte. Non hanno perso soltanto il prodotto – spiega il sindaco di Licata – , ossia peperoni, melanzane, zucchine che, dopo 3 mesi di lavoro, erano pronti per la raccolta. Ma hanno perso anche le serre, i tunnel e tutti gli impianti». Le coltivazioni di Licata sono intensive, si procede con acqua nebulizzata e ogni azienda è dotata di impianti all’avanguardia.«La piena del fiume ha portato via i motori, gli impianti stessi. Se non verrà sostenuta adeguatamente – incalza Balsamo – l’agricoltura di Licata potrà considerarsi morta, finita. Serve un intervento immediato perché altrimenti perderemo economia e centinaia di posti di lavoro, indotto compreso». La Piana di Licata, abitualmente fertilissima, ieri è diventata un lago, con le colture e le serre completamente ricoperte di acqua.

«Prima la siccità terribile, poi arriva l’acqua e la buttiamo al mare. Lo scempio dello scempio. Sei metri cubi al secondo di acqua dolce della diga Cuminelli che vanno al mare, sino a qualche giorno fa tutto vuoto, poi arriva l’acqua, che si può invasare, e invece si butta al mare, per l’ennesima volta», aggiunge con rabbia, un imprenditore agricolo di Licata in merito all’esondazione di ieri del fiume Salso.A Licata, dove il centro operativo comunale (Coc) è ancora in funzione, si guarda alla foce e al letto del fiume, ma anche alle previsioni del tempo. Oggi e domani non sono previste piogge, forse martedì ci saranno nuovi temporali. «Licata ieri ha subito e, di nuovo, pagato tutti gli errori della Sicilia perché il Salso non viene rispettato. Con una violenza e una velocità inaudita, dopo mesi e mesi di siccità, tutta l’acqua è stata scaricata verso il mare», ha detto il sindaco che è in costante contatto con la Regione.«Ho già sentito gli assessori regionali Barbagallo, Savarino, Di Mauro. Qui la situazione è drammatica e bisogna intervenire con urgenza ed emergenza perché il danno è di svariati milioni di euro», spiega l’amministratore che ha già chiesto, nelle more di una quantificazione dei danni, il riconoscimento dello stato di calamità naturale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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