Notizie Locali


SEZIONI
Catania 20°

il dibattito

Il Pd apre, gelo M5S: per De Luca è un “campo avvelenato”

«Primarie aperte entro il 2025»? I dem non chiudono, no da Si e dai pentastellati

Di Mario Barresi |

Diciamolo subito: l’ennesimo rilancio di Cateno De Luca sulle «primarie aperte del fronte alternativo al governo regionale», con la scadenza fissata «entro il 2025», non riceve reazioni entusiastiche dagli interlocutori di quello che non sembra più un campo largo. Ma avvelenato.Il leader di Sud chiama Nord, accusato di alto tradimento per l’ammiccamento al centrodestra («Farei il numero due se fosse rinnovato, senza Schifani né Musumeci», aveva detto a Messina), ha riaperto in un’intervista un canale diplomatico con Pd e M5S. Ribadendo una proposta già notificata via stampa e dal vivo, ma «loro fingono che io non esista».

Le reazioni

E allora abbiamo girato la questione ai diretti interessati. Che mostrano delle reazioni con diverse sfumature di grigio. Dem e grillini, per bocca dei leader regionali, non accettano esplicitamente la proposta di “Scateno”, ma non chiudono all’ipotesi di un’alleanza. Più possibilista Anthony Barbagallo, sempre sostenitore della tesi che «pur convinti che si possa trovare un nome autorevole nel confronto fra gli alleati, noi del Pd siamo sempre la casa delle primarie, nonostante le brucianti delusioni subite: magari la prossima volta prima si dovrà andare dal notaio a fissare regole precise e penali per chi non rispetta gli impegni». Ma il segretario regionale dem premette, a scanso di equivoci, che «non è tramite le interviste sui giornali che si possono stabilire regole e metodi di un cammino unitario da scrivere tutti assieme su un foglio bianco». Ma «tutti» chi? Barbagallo detta due condizioni per i potenziali compagni di viaggio verso le Regionali del 2027. La prima: «Condivisione chiara delle battaglie comuni all’opposizione del centrodestra». La seconda: «Un’idea, altrettanto chiara, di sviluppo della Sicilia, alternativo allo sfascio provocato dagli ultimi due governi». Dunque, niente porte chiuse. Nemmeno a De Luca, che potrebbe comunque rientrare nel «campo più largo possibile» dove il segretario regionale del Pd vorrebbe ci fossero anche «decine di sindaci civici e amministratori locali la cui dignità viene continuamente calpestata dal governo Schifani, che elargisce contributi a pioggia, dai servizi sociali alle opere fino agli spettacolini, ai comuni amici degli amici, lasciando a bocca asciutta tutti gli altri».Molto più gelido Nuccio Di Paola, protagonista anche negli ultimi giorni di duri scontri con “Scateno”. Al quale rinfaccia che «se vuole continuare con gli insulti nelle dirette Facebook, faccia pure: non funziona più, sono argomenti deboli rispetto alle emergenze che sta vivendo la Sicilia». Ma, sul filo dell’ironia, raccoglie l’invito di De Luca al ricambio generazionale: «Ho 42 anni e Cateno mi deve spiegare perché io non vado bene e Galvagno invece sì: se c’è qualcosa sotto ce lo dica subito». Allora è un secco no all’alleanza con Sud chiama Nord? Il coordinatore regionale del M5S glissa: «Il percorso va iniziato, anche con un certo anticipo, ma non in provetta: si costruisce, come avvenuto in alcuni modelli vincenti alle amministrative, animando e coinvolgendo i territori». Dunque, «la corazzata del centrodestra si batte con una coalizione frutto di un percorso serio, fra interlocutori affidabili che non insultano e mostrano rispetto, in cui ognuno rinunci a un pezzo di sé».

I pentastellati e il precedente Chinnici

Ma i pentastellati, che nel 2022 mollarono il Pd dopo la vittoria di Caterina Chinnici fra gazebo e web, sarebbero pronti a misurarsi in nuove primarie magari con “Scateno” fra i concorrenti? «Noi veniamo fuori da un’esperienza che due anni fa si dimostrò come molto divisiva», frena il vicepresidente dell’Ars. Suggerendo che «un candidato vincente esce con naturalezza anche con il confronto». Magari fra Giuseppe Conte ed Elly Schelin? «Se facciamo un percorso che aggrega ed entusiasma, perché a Roma dovrebbero smontare quello che costruiamo in Sicilia?», risponde.

Barricate a sinistra

Decisamente più netta la reazione a sinistra. Dove Avs, corroborata dai numeri delle Europee, ritiene di essere un pezzo non secondario della coalizione. Nella qualei, secondo Pierpaolo Montalto non c’è spazio per il sindaco di Taormina: «Per De Luca centrodestra e centrosinistra sono fungibili e intercambiabili, per noi – scandisce il segretario regionale di Sinistra italiana – assolutamente no. E siamo viceversa convinti che il campo progressista debba rappresentare una visione della società e una proposta di governo della Sicilia radicalmente alternative a quelle delle destre». Il concetto è chiaro: «Chi come il leader di Sud chiama Nord ritiene che stare a destra o a sinistra sia una scelta da far dipendere dalla sua personale collocazione gerarchica, non fa che dare ragione alle persone che si allontanano dalla politica pensando che qualsiasi sia la loro scelta elettorale comunque non cambi mai nulla. Noi le persone le vogliamo riavvicinare alla politica attiva e anche per questo abbiamo sempre detto di no ad un’alleanza con De Luca», conclude Montalto. Con un garbato monito a Pd e M5S: «Spero che i nostri compagni di viaggio la pensino come noi. Prima o poi le lezioni si devono imparare…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA