Enna, «Caso Rugolo, il vescovo non inerte la comunità cristiana gli è solidale»
Il legale della diocesi di Piazza Armerina replica alla manifestazione sui «silenzi della Chiesa»
Di Tiziana Tavella |
La comunità cristiana della diocesi di Piazza Armerina è solidale con il vescovo monsignor Rosario Gisana e sa «che non è rimasto inerte» sulla vicenda che ha portato alla condanna di Don Giuseppe Rugolo per violenza aggravata su minori. Lo ribadisce il legale della Diocesi, Gabriele Cantaro dopo la protesta davanti alla Chiesa nuova di Santa Lucia promossa dal gruppo “Non accetto prediche da chi copre un abuso” che chiede «una Chiesa pulita e una decisione del Vaticano sulla posizione di Gisana».
L’avv. Cantaro in una nota rilancia e replica: «L’eco mediatica ottenuta dalla protesta inscenata venerdì a margine della Dedicazione della Chiesa di Santa Lucia a Enna e dal contestuale avvio della petizione per la richiesta di dimissioni di mons. Rosario Gisana è la dimostrazione che un albero che cade fa sempre ingiustamente più rumore di una foresta che cresce». Come legale della Diocesi, nel rispetto del desiderio di mons. Gisana di non rilasciare dichiarazioni «per non prestare oltre il fianco a quest’insistente e pretestuosa azione di discredito nei suoi confronti». Cantaro fa notare «che quest’azione continua a essere condotta da pochi irriducibili soggetti che non riescono a muovere un seguito che di poche decine di persone, mentre attorno a mons. Gisana continuano ogni giorno a raccogliersi silenziosamente – in ultimo proprio in questa importante e delicata occasione di culto – migliaia di fedeli».
L’animo della comunità cristiana della Diocesi, evidenzia Cantaro, «è di grande solidarietà nei confronti del nostro vescovo, giacché tutti ben comprendono quale sia la verità e cioè come il vescovo stesso abbia seguito sempre in maniera pronta, sensibile e attenta la vicenda che pochi mesi fa ha portato alla condanna di don Rugolo, compiendo sin da subito tutti i passi necessari, procedendo in sede canonica e adottando le misure previste in tale sede. Sul corso che sta seguendo il procedimento canonico ovviamente non posso riferire, ma sottolineo come tutto si stia svolgendo con tempismo e precisione. La libertà di manifestazione è sacra, la mistificazione o la strumentalizzazione mediatica no».