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La lezione di Scorsese a Polizzi Generosa alla ricerca delle sue radici per realizzare un docufilm

Il regista insignito della cittadinanza. «Mi sento onorato, ma non chiamatemi maestro, non si usa in America»

Di Maria Lombardo |

Oggi cittadino onorario di Polizzi Generosa, già cittadino italiano dal 2018, Martin Scorsese nel paese dei suoi avi, sulle Madonie, affacciandosi dall’incantevole belvedere della SS. Trinità, si chiede cosa avrà spinto il diciannovenne Francesco Paolo Scozzese (cognome storpiato negli Usa in Scorsese), che sarebbe divenuto suo nonno, a emigrare in America agli albori del Novecento.

I genitori emigrati

Era il 1907 e durante la grande migrazione negli Usa, tra il 1890 e il 1913, nove su dieci migranti erano siciliani. I genitori del regista nel divertente documentario “Italianamerican” (1974) proiettato al cinema Cristallo di Polizzi che ha emozionato molto il pubblico, raccontano la grande migrazione. Nella lunga fila davanti al cinema anche lontani o sedicenti parenti carichi di dolci e altri omaggi, molti giovani.Polizzi ha dato i natali a diverse personalità: il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro segretario di Stato vaticano, l’attore Vincent Schiavelli, lo stilista Domenico Dolce.

L’incontro con il Papa

Un incontro-masterclass col grande regista italoamericano si svolge al cinema sotto forma di conversazione con Giuseppe Tornatore (non a caso il titolo è “Dalle radici all’orizzonte”). In platea le tre figlie (la minore, Francesca, in prima fila intenta a filmare) e lo staff tecnico per le riprese di un docufilm ispirato a Scorsese dal Papa. In Vaticano lo scorso gennaio Scorsese ha parlato a Bergoglio del nuovo film in cantiere su Gesù, il Papa ha chiesto al regista (che sente forte il richiamo per il tema della fede di cui parla nel libro firmato col gesuita sottosegretario vaticano per la cultura Antonio Spadaro, “Dialoghi sulla fede” La nave di Teseo), se volesse aderire al progetto Aldeas Scholas (movimento creato da Bergoglio quand’era arcivescovo di Buenos Aires). Il regista ha detto sì e così Polizzi Generosa è inclusa tra i 5 luoghi di diversi continenti per raccontare la storia rappresentativa di una piccola comunità, simile ad altre dei Sud del mondo, in aree marginali ma ricche di identità. «Il cinema può essere strumento di riscoperta e ritorno alle radici», gli ha detto il Papa.

L’importanza delle radici

«È un’emozione unica avere Scorsese qui – dice il sindaco Gandolfo Librizzi – per un attimo Polizzi ha vissuto un momento magico che solo l’arte del cinema sa creare e suscitare». Durante la masterclass si gira il documentario col direttore della fotografia tre volte Premio Oscar, Emmanuel Lubezki. Volti e interventi di spettatori in sala andranno in giro per il mondo.Tornatore chiede dell’importanza delle radici. «Il collegamento con le mie origini mi dà una speciale energia. È complesso trapiantare le radici in un altro Paese. Fino all’adolescenza, cresciuto in casa, mi sentivo di Polizzi. In Elizabeth Street dove abitavamo c’erano due palazzi uno di fronte all’altro: in uno stavano le famiglie di Polizzi, nell’altro quelle di Ciminna (la famiglia della madre era di Ciminna ndr). Questa contrapposizione negli anni Sessanta cessò. Come dice Nabokov però le immagini dell’infanzia non ti abbandonano mai».In “Italianamerican” Charlie e Catherine Scorsese raccontano i tempi dei loro genitori. La madre qui mostra un talento d’attrice che il figlio ha poi utilizzato per particine in diversi film. Su questa testata nel ’97 quando Catherine è morta è uscito un articolo a firma di chi scrive, di cui una copia ho consegnato nell’occasione a Francesca Scorsese che si è commossa e l’ha consegnato al padre.Altre riprese sono state fatte a Polizzi cercando la casa del nonno del regista. «Vedere questo verde, queste valli e montagne che mio nonno lasciò è molto toccante», dice il premio Oscar (“Taxi driver”, “Toro scatenato”, “Goodfellas”, “Killer of the Flower moon”) qui era venuto altre due volte. «Affiorano ricordi che mi danno serenità». Il legame con la Sicilia è forte: le sue due società di produzione si chiamano Sikelia (Sicilia) e Cappa (cognome della madre). «Non chiamatemi maestro. Mi sento onorato ma in America non si usa».In Sicilia segue intanto le riprese con l’archeologa subacquea Lisa Briggs per un documentario sui naufragi dell’antichità di lui prodotto. È stato in diversi siti archeologici, dicendosi affascinato dal mito di Demetra la cui statua è custodita nel museo di Aidone. Il progetto è coprodotto dall’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana. Si rivolge poi ai giovani: «Guardate al futuro senza dimenticare il passato». Alla cerimonia in Comune per la cittadinanza onoraria c’è il suo amico padre Antonio Spadaro, siciliano anche lui.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA