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Morti sul lavoro e infortuni, cosa dicono i dati della Sicilia (che peggiorano)

I numeri dell'Inail su un'emergenza senza fine

Di Redazione |

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate nei primi otto mesi del 2024 sono state 680, 23 in più rispetto alle 657 registrate nel pari periodo del 2023, tre in più rispetto al 2022, cinque in meno sul 2019, 143 in meno sul 2020 e 92 in meno sul 2021. E’ quanto emerge dai dati Inail.

Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza scenda da 2,97 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 2,82 del 2024 (-5,1%), mentre aumenta dell’1,1% rispetto al 2023 (da 2,79 a 2,82). A livello nazionale i dati rilevati ad agosto di ciascun anno evidenziano per i primi otto mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 500 a 507, e di quelli in itinere, da 157 a 173.

L’aumento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 564 a 576 denunce mortali, e l’Agricoltura (da 73 a 85), mentre il Conto Stato scende da 20 a 19 casi.

Tra i settori con più decessi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano le costruzioni con 92 casi (contro i 72 del 2023), il comparto manifatturiero con 60 decessi denunciati (56 nel 2023), il Trasporto e magazzinaggio con 53 (69 nel 2023), il Commercio con 35 (37 nel 2023) e il Noleggio e servizi di supporto alle imprese con 25 (24 nel 2023). Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 182 a 185 denunce), nel Nord-Est (da 141 a 149), al Centro (da 126 a 134) e nelle Isole (da 57 a 73), e un calo al Sud (da 151 a 139). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano l’Emilia Romagna (+19), la Sicilia e il Lazio (+12 ciascuna) e la Lombardia (+9), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-12), le Marche e l’Abruzzo (-7 ciascuna), il Piemonte (-6) e la Puglia (-5).

L’incremento rilevato nel confronto dei periodi gennaio-agosto 2023 e 2024 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali sono passate da 609 a 621, sia a quella femminile, da 48 a 59. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 531 a 526) e aumentano quelle degli extracomunitari (da 94 a 113) e dei comunitari (da 32 a 41). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce tra gli under 15 (da 1 a 2 casi), tra i 20-24enni (da 33 a 37), tra i 35-39enni (da 39 a 48), tra i 45-59enni (da 283 a 306) e tra gli over 64 (da 59 a 78) e riduzioni tra i 15-19enni (da 15 a 9), tra i 25-34enni (da 72 a 61), tra i 40-44enni (da 60 a 48) e tra i 60-64enni (da 95 a 91). Al 31 agosto di quest’anno risultano sei denunce di incidenti plurimi, per un totale di 23 decessi, sei dei quali stradali. Nei primi otto mesi del 2023 risultavano nove denunce di incidenti plurimi, per un totale di 22 decessi, di cui la metà con mezzo di trasporto coinvolto (stradali, ferroviari, ecc.).

A livello nazionale i dati rilevati ad agosto di ciascun anno sugli infortuni sul lavoro evidenziano una sostanziale invarianza dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 323.946 del 2023 ai 324.191 del 2024 (+0,1%), e un aumento di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 59.296 a 62.363 (+5,2%).

Ad agosto di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -0,2% nella gestione Industria e servizi (dai 306.988 casi del 2023 ai 306.242 del 2024), un -0,7% in Agricoltura (da 17.175 a 17.063) e un +7,1% nel Conto Stato (da 59.079 a 63.249), che risente anche dell’aumento delle denunce dovuto all’estensione della tutela Inail nelle scuole dal settembre 2023.

Tra i settori con i maggiori incrementi dei casi avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano l’Istruzione (+47,6%), la Sanità e assistenza sociale (+26,5%), la Riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+18,5%), la Fornitura di acqua-reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento (+17,3%), il Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+16,6%), le Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+13,8%) e le Costruzioni (+12,2%). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce nelle Isole (+2,5%), seguite da Centro (+1,5%), Nord-Ovest (+1,0%), Nord-Est (+0,5%), e un calo al Sud (-0,2%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano le province autonome di Trento (+15,1%) e Bolzano (+4,2%), la Calabria (+4,3%), l’Umbria (+4,0%) e la Sicilia (+3,5%), mentre per i decrementi la Basilicata (-4,5%), l’Abruzzo (-3,8%), la Liguria (-1,5%) e l’Emilia-Romagna (-0,9%).

L’aumento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto dei primi otto mesi del 2023 e del 2024 è legato sia alla componente maschile, che registra un +0,4% (da 249.344 a 250.325 casi denunciati), sia a quella femminile, con un +1,7% (da 133.898 a 136.229). L’incremento ha interessato i lavoratori italiani (+0,2%) e soprattutto gli extracomunitari (+5,3%), mentre il dato dei comunitari è in calo (-3,8%). L’analisi per classi di età mostra aumenti tra gli under 15 (+20,9%), soprattutto per l’incremento degli infortuni tra gli studenti (effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dal decreto legge lavoro n. 48/2023), nella fascia 20-29 anni (+1,7%) e in quella 60-74 anni (+5,9%). Si registra, per contro, un calo tra i 15-19enni (-2,3%), tra i 30-59enni (-2,4%) e tra gli over 74 (-2,2%).COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA