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La delibera

Catania, la Corte dei Conti “bacchetta” il Comune: nessuna vigilanza sulle partecipate

Bilanci in negativo e costo del personale elevatissimo

Di Leandro Perrotta |

Troppi soldi spesi per il personale. E poi documenti mancanti, risposte evasive, file excel con tabelle incomplete. La Corte dei Conti analizza la gestione delle partecipate da parte del Comune. E l’esito dell’indagine non è positivo: «Il Collegio ritiene che le argomentazioni esposte dal Comune negli atti, per alcuni profili, non siano idonei a superare le criticità», si legge nella deliberazione, prodotta il 2 ottobre dalla Sezione di controllo per la Regione Siciliana. All’interno un dettagliato resoconto delle lunghe e complesse interazioni tra l’amministrazione comunale e l’organo di controllo, che “bacchetta” il Comune riguardo alla poca vigilanza. In sintesi i magistrati contabili fanno tre macro-richieste: monitorare bilanci e debiti delle partecipate e vigilare sui loro organi di revisione, monitorare gli accantonamenti nel bilancio comunale per i rischi di contenzioso e dividere le passività secondo quali siano “probabili”, “possibili” e “remote”, e soprattutto «garantire piena copertura all’eventuale inesigibilità del credito nei confronti dell’Organismo straordinario di liquidazione (Osl), per il quale il Comune si è insinuato nella massa passiva, pari a € 61.943.206,31».

Il primo punto è specificamente sul rispetto del Testo unico sulle società partecipate (Tusp) che impone all’articolo 20 una costante vigilanza sulle stesse. E la loro razionalizzazione. Se ne dibatte costantemente in Consiglio comunale, sia per l’idea (ora remota) di una eventuale grande “holding” che le contenga tutte, ma soprattutto perché dal 2018, proprio in risposta al Tusp, è prevista la fusione tra il gestore idrico Sidra e Catania Rete Gas (ex Asec), due Spa di cui il Comune possiede tutte le quote. “Fusione” complicata dal subentro del servizio idrico integrato con la creazione della Sie (Servizi idrici etnei, di cui il Comune ha solo il 13,31%).

Per Sidra «emergono diverse criticità nella riconciliazione delle partite», in riferimento a crediti e debiti nel bilancio 2022, e mancano i dati sulle fidejussioni. Per Asec ci sono invece «una spesa per il personale elevata dal 2019 al 2022», e ancora incongruenze sulle fidejussioni. Rilievi sono stati fatti anche per Amt (ora Amts dopo la fusione con Sostare) e Soaco (soppressa perché inglobata in Sac) e per entrambe il problema è «un risultato d’esercizio negativo dal 2019 al 2022». Per la ex società di trasporti mancano anche i risultati d’esercizio 2022. Per Sac invece c’è un costo del personale definito «elevatissimo» con 74.308 euro a persona in media, e in totale «superiore di oltre 4 milioni sul 2020». Personale carissimo anche per Srr «superiore ai 200.000 euro nonostante solo 4 dipendenti», e per Multiservizi con «quasi tre milioni di euro» di aumento nonostante solo 13 dipendenti in più.

Sul bilancio comunale inoltre dal 2019 al 2022 «il fondo perdite partecipate è stato costantemente pari a zero». Nel bilancio di previsione 2024-2026 e nel rendiconto 2023 vi è invece «l’insufficienza delle risorse liquide disponibili quantificate e segnalate dall’Organismo Straordinario di Liquidazione in euro 104.642.195,25». Un problema al quale il Comune avrebbe cercato di risolvere con due «istanze di insinuazione al passivo», per un totale di 61.943.206,31 euro. Una operazione sulla quale però i magistrati contabili si riservano, «un approfondimento». Le cui risultanze potrebbero essere molto negative.

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