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L'emergenza
Allarme per l’Ancipa quasi a secco, c’è acqua solo fino al 20 novembre
L’invaso è pieno di pesci, ora il forte rischio sanitario
Ci sarà acqua fino ai primi di novembre nell’Ancipa, poi scatterà la fase più nera della crisi idrica della provincia di Enna dove la siccità sta riducendo, giorno dopo giorno, il livello dell’invaso di Troina. Per la Cabina di regia resta un’autonomia che garantirebbe l’acqua fino al 20 novembre, ma alcune indiscrezioni – avvalorate da rilievi tecnici – presentano un quadro ancora più grave che porterebbe a una chiusura della diga entro due o tre settimane al massimo.
Questa ipotesi sarebbe fornita dall’aggiornamento periodico dei volumi negli invasi, ed è relativa al 23 settembre quando nella diga Ancipa è stato registrato un volume di 1 milione 640 mila 952,43 di metri cubi di acqua.
Più “ottimisti”, invece, i dati ufficiali diramati dal Dipartimento regionale dell’autorità di bacino: l’1 settembre l’Ancipa aveva un volume di 2,28 milioni di metri cubi di acqua, -1,37 milioni rispetto al mese precedente. Tra il dato dell’1 settembre e quello del 23 dello stesso mese si riscontra -0,68 che allarma, soprattutto per il fatto che l’acqua che viene prelevata non viene ricompensata dalle piogge che stanno mancando anche in questo inizio di autunno.
C’è un altro aspetto, però, che emerge in maniera drammatica in queste ore: il prelievo sull’Ancipa avviene tenendo in considerazione che l’invaso è pieno di pesci. Ciò significa che sotto una certa soglia non si può andare, perché si rischierebbe la moria dei pesci con gravissime conseguenze igienico-sanitarie.
Lo scorso agosto la Regione invitò Siciliacque a trasferire i pesci, individuando la diga Sciaguana (nei territori tra Regalbuto, Agira e in parte Catenanuova) e incaricando dell’operazione un’associazione di Noto. Oggi non si sa se il lavoro sia stato compiuto, ma certamente il trasferimento della fauna ittica è stata decisa proprio per evitare che questa possa morire per l’assenza dell’acqua, e dall’altra per consentire un utilizzo massimale delle risorse idriche.
Peraltro con un livello di acqua così basso, si sono già messe in moto le pratiche per fare ricorso al prelievo delle risorse dal volume morto dell’invaso, mediante l’ausilio di una zattera. Di fronte a questo quadro assai preoccupante l’unica speranza per non sprofondare è legata all’utilizzo dei pozzi. Il dirigente generale della Protezione civile, Salvo Cocina, come riportato da «La Sicilia» ha chiesto a gran voce che siano trovati, requisiti e messi in funzione tutti i pozzi nei territori. La prospettiva di un’Ancipa senza acqua e con i soli pozzi come fonte di erogazione aggraverebbe ancor di più la turnazione idrica, che oggi è arrivata tra i sei e i sette giorni ma potrebbe anche aumentare. A Enna, nella frazione di Pergusa, c’è stato un ulteriore aumento nei giorni di turnazione saliti a sei.
I sindaci dei Comuni ennesi più colpiti alla crisi idrica guardano intanto alla possibilità di affidarsi già alle autobotti, chiedendo il sostegno della Protezione civile regionale.