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l'aggressione di via capuana

Giusi bruciata in strada a Catania: la faida familiare per l’amore “conteso” iniziata a gennaio e la svolta con i due fermi

Arrivano in tempi record i primi provvedimenti della procura: due donne ritenute responsabili di tentato omicidio

Di Francesca Aglieri Rinella |

Ci sono due donne fermate per avere «concorso materialmente» all’aggressione con liquido infiammabile di Giusi, la giovane donna di 26 anni, ustionata e bruciata giovedì pomeriggio a Catania. Devono rispondere di tentato omicidio e per entrambe la procura – a coordinare l’inchiesta è l’aggiunto Fabio Scavone – ha disposto il provvedimento di fermo che nelle prossime ore dovrà essere convalidato dal Gip.

La svolta nelle indagini

Arriva in tempi record la svolta nelle indagini portate avanti dalla Squadra Mobile su quanto accaduto davanti al garage di un basso di via Luigi Capuana, all’angolo con via Monsignor Ventimiglia.

Tutto inizia a gennaio

Ma per cercare di ricostruire la vicenda che ha coinvolto le donne di due gruppi familiari – parenti e non -bisogna fare un passo indietro nel tempo. Tutto ha inizio nel mese di gennaio al telefono, con scambi di messaggi e chiamate dai toni minacciosi per via di due ragazzine che si contendevano lo stesso “amore”. «Lascia stare quel ragazzo lì…» avrebbe detto una delle teenager all’altra. «È mio…». Poi dalle parole si è passati ai fatti. E in scena entrano le donne adulte delle due famiglie delle minori. Ragazzine antagoniste e “donne adulte” contro. La volontà di un confronto in presenza, l’arrivo di un’auto in via Luigi Capuana e l’improvviso gesto da parte di una delle due donne fermate di gettare il liquido infiammabile addosso a Giusi e di darle fuoco: con la vittima che era per caso dai parenti, che non era neanche l’obiettivo della vendetta e che forse aveva soltanto tentato di fare da paciere cercando di smorzare i toni. Una «spedizione punitiva» quella descritta da parenti e vicini di casa che è durata giusto pochi minuti. Le indagini continuano. Con l’ipotesi del gesto premeditato che resta ancora in piedi. Al vaglio dei poliziotti della Mobile oltre alle posizioni di eventuali altre complici ci sono ancora le immagini di videosorveglianza installate nella zona.

Le condizioni della vittima

Giusi rimane ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cannizzaro: ha ustioni sul 20% del corpo tra volto, braccia, addome e schiena. La preoccupazione dei sanitari che l’hanno presa in carico riguarda i problemi respiratori che potrebbero sorgere.E nel frattempo su TikTok sono in tanti gli amici a mandare alla vittima messaggi di incoraggiamento e saluti. «Riprenditi preso vita mia – scrivono Maria e Luca – siamo vicino a te, ti stiamo aspettando» postando in un video scatti che ritraggono Giusi, la sua chioma bionda e i suoi sorrisi.

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