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Salva Casa, in Sicilia un salto nel buio: norme regionali da adeguare alla riforma nazionale ma l’Ars prende tempo

Ance Catania mette a confronto istituzioni e tecnici. Carta (presidente commissione Ambiente) ammette: «All’Ars ddl pronto, ma ora si ricomincia»

Di Redazione |

Il Salva Casa in Italia è ancora poco più che uno spot del governo, un salto del buio in attesa di capire come applicare le nuove regole. Stefano Betti, vicepresidente nazionale di Ance, è chiaro. «Il decreto tenta di risolvere una serie di situazioni pregresse che stanno bloccando lo sviluppo del Paese, ma la capacità di riforma è inchiodata dal fatto che le transazioni sono inibenti rispetto alla volontà di cambiare le nostre città». E lo scenario che si profila in Sicilia, fra atavici grovigli normativi in materia di edilizia e assalti alla diligenza annunciati all’Ars, rischia di diventare un altro tipo di salto, un triplo carpiato con avvitamento.

Per questo l’iniziativa di ieri a Catania – il confronto su “Il decreto Salva Casa, verso un codice unico dell’edilizia?” promosso da Ance Catania e patrocinato da Anci Sicilia, Consiglio Notarile di Catania e Caltagirone, e Ordine degli Avvocati di Catania – è stata forse la prima occasione utile, a livello regionale, per dibattere sulle novità in materia, a partire dagli ambiti applicativi della normativa nazionale in Sicilia, Regione a Statuto speciale, in cui il governo Schifani «è già all’opera per allineare la normativa regionale alle novità introdotte».

La rassicurazione

La rassicurazione arriva da Giuseppe Carta, presidente della commissione Ambiente dell’Ars. Il punto, però, è un altro. «Il Ddl in materia di urbanistica e di edilizia in Sicilia è partito compatto ma poi si è diviso. Il testo sulla parte edilizia è già pronto – ha affermato il deputato autonomista – dopo essere stato accantonato, poco prima delle Europee, per evitare polemiche sulla norma dei 150 metri». Nel frattempo, però, il decreto Salva Casa, lo scorso 28 luglio, è diventato legge dello Stato, con un forte input della Lega. E dunque, «con la necessità di integrare la conversione del Salva Casa, il testo dovrà essere adeguato alle novità introdotte e quindi ha dovuto ricominciare il suo iter».

Un percorso che, al netto della “giostra” all’Ars, deve già tenere conto delle «notevoli criticità di recepimento» segnalate nel corso della mattinata dall’avvocato catanese Giuseppe Consoli, che scandaglia la circolare applicativa firmata dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Il governo, assicura Carta, «mira a una norma che non si limiti a una semplice trasposizione di quella nazionale, ma risponda a esigenze proprie, anche a salvaguardia degli immobili già costruiti».

Fin qui la risposta della politica siciliana, che prende tempo su un tema delicato, che nel corso della mattinata è stato affrontato sotto più punti di vista. Per Rosario Fresta, presidente di Ance Catania, il decreto «presenta tanti aspetti positivi, ma non bastano per risolvere i problemi dell’edilizia privata: ci aspettiamo che il governo faccia un ulteriore passo nella direzione di un nuovo Testo Unico dell’edilizia».

Ma c’è anche chi va oltre: «Sento parlare finissimi urbanisti e docenti, tutti abbiamo la consapevolezza che le leggi urbanistiche siano ormai obsolete, ma nessuno fa niente per cambiarle – afferma Salvo Messina, vicepresidente Ance Catania – Il decreto Salva Casa può essere lo step-one, ma abbiamo bisogno di una visione. La narrazione deve cambiare completamente. Servono case sicure, scuole sicure, città dove è bello stare ed bello vivere. La visione dev’essere di comunità».

I sindaci

Anche i sindaci sono della partita: Massimiliano Giammusso, vicepresidente di Anci Sicilia, avverte: «Per i comuni il decreto può essere un viatico per sviluppo del territorio ma occorre guardare alla riqualificazione dell’esistente, al “non consumo” di nuovo suolo, alla prevenzione antisismica e all’efficientamento energetico».

Il confronto ha come protagonisti i rappresentanti delle professioni: per i notai Vincenzo Vacirca, presidente Consiglio notarile Catania-Caltagirone, e Riccardo Dagnino sull’impatto del decreto sulla commerciabilità dei beni immobili; per gli avvocati il presidente dell’Ordine etneo, Antonino Distefano oltre al già citato intervento di Consoli. Dopo le relazioni (esaustiva quella di Francesca Zaccagnini, responsabile nazionale Ance per Edilizia e Territorio, sulle novità introdotte dal Salva Casa), una variegata tavola rotonda su “Lo sviluppo urbano ed edilizio delle città”, con Carlo Parrinello (consulente della commissione Ars), Maurizio Erbicella (ingegnere, urbanista e territorialista), Elio Guarnaccia (avvocato del Foro di Catania), Francesco Mannino (presidente Officine Culturali).

I progetti

«Come si fa a governare il sistema urbanistico delle città con degli strumenti pianificati 80 anni fa?», s’è chiesto il vicesindaco di Catania, Paolo La Greca. «La Regione ha fatto un passo avanti, i Comuni non posso rimanere silenti. Catania – aggiunge – ha un grosso bisogno di rigenerarsi per trovare una potenzialità che il suo futuro presuppone. Serve un progetto, le città si governano con i progetti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA