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Malamovida

Provocati e pestati a colpi di casco nella zona del Castello Ursino: quattro ragazzi finiscono in ospedale

Una lite partita dagli insulti di alcuni bambini è degenerata dopo con il coinvolgimento di persone adulte

Di Luisa Santangelo |

Poteva essere una lite tra ragazzini. Poi sono arrivati gli adulti ed è diventata un’aggressione a calci e colpi di casco in testa che ha costretto quattro adolescenti fra i 16 e i 17 anni ad andare al pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi di Catania. Dieci giorni di prognosi ciascuno e una diagnosi di contusioni multiple da aggressione.Per ricostruire la storia, carte alla mano, bisogna tornare al sabato della scorsa settimana. In piazza Federico di Svevia c’è un folto gruppo di adolescenti: tutti coetanei, fra il terzo e il quarto anno delle superiori. Con loro ci sono anche due ragazzine della stessa età. Sono insieme, mangiano sotto al Castello Ursino. Rimangono lì a chiacchierare. Sono loro che, lunedì, andranno in questura a denunciare la violenza subita più tardi.

Intorno alle 22,30 quattro bambini fra i dieci e i dodici anni si avvicinano alla comitiva: partono insulti sessisti, offerte sessualmente esplicite. Secondo il racconto delle vittime, i più grandi non raccolgono la provocazione. I ragazzetti delle medie quindi si annoiano e vanno via.Quasi a mezzanotte e mezza, però, ritornano. Al gruppo dei liceali si e era aggiunto un giovane che prima era assente. «Sei emo?», domandano i ragazzi più piccoli al nuovo arrivato. Questo nega, prova a chiedere di essere lasciato in pace. Quelli non ci stanno, iniziano a cercare la lite: raccolgono pietre e rami dalle aiuole in piazza e lanciano tutto addosso ai più grandi. Poi dai cestini dell’immondizia tirano fuori delle bottiglie di vetro e tirano pure quelle.

La serata è finita. Gli adolescenti si separano, vanno via. Quattro di loro, mentre si allontanano, si accorgono che alcuni adulti erano arrivati a parlare coi bambini. Decidono di spostarsi verso un’altra zona, vanno verso piazza Currò, dove c’è l’Ostello, il locale sempre pieno. Si siedono sul marciapiede in via Bozomo, tra le auto in sosta. Pochi minuti dopo arrivano alcuni scooter di grossa cilindrata. A bordo ci sono una decina di adulti e uno dei preadolescenti di piazza Castello Ursino. Quest’ultimo li vede, li indica a un adulto. Il corteo di motocicli si ferma, li accerchia, tutti scendono. Un ragazzino si alza, chiede cosa stia succedendo. Un uomo, in risposta, gli dà un colpo di casco in testa che lo fa finire a terra svenuto. Poi gli dà un calcio, sempre alla testa. E gli altri si aggiungono al pestaggio. Uno dei ragazzi riesce a scappare, ma gli altri tre rimasti subiscono la stessa sorte del primo: tirati per le maglie, gettati a terra, presi a calci, pugni e colpi di casco.

Il ragazzo fuggito urla, chiede aiuto agli avventori dell’Ostello. «Nessuno, purtroppo, interveniva in nostra difesa», si legge nella denuncia. Quando i ragazzi sono tutti belli pesti, gli adulti vanno via sui loro scooteroni. All’1,13 del 15 settembre 2024 viene chiamato il 112, il numero unico delle emergenze. Una quindicina di minuti dopo arriva la polizia. Il ragazzo svenuto è sparito e non si sa che fine abbia fatto. «Aveva ripreso conoscenza, si era allontanato» e, raggiunto da una telefonata, aveva detto di essere di nuovo in piazza Federico di Svevia, «senza dare alcuna spiegazione su come ci fosse arrivato».Della decina di adulti e dei loro motorini non c’è traccia. Secondo il racconto delle vittime avevano tra i 30 e i 35 anni. «Alcuni robusti, altri con barba folta e nera. Uno, in particolare, indossava una t-shirt di colore blu, con delle strisce nere» e il logo bene in vista di un marchio di abbigliamento sportivo. «Presumibilmente si trattava dei loro genitori (dei ragazzini tra i dieci e i dodici anni, ndr) o di alcuni parenti prossimi», azzardano i denuncianti.Quel pomeriggio vanno in ospedale. Dopo le visite e le radiografie, i referti sono tutti simili tra loro. «Aggressione e contusioni multiple», si legge su uno. «Policontuso a seguito di aggressione», si legge sul referto di un altro. Per tutt’e quattro i ragazzi picchiati (il quinto, come detto, era riuscito a scappare) la prognosi è di dieci giorni.«Si rappresenta che nei luoghi indicati dai querelanti – si legge – sono installate telecamere di sorveglianza pubbliche e private che potrebbero avere ripreso tutte le fasi dell’aggressione e dei loro autori nonché i mezzi utilizzati». In altri termini: nella zona più vivace di Catania, anche se nessuno è intervenuto, qualche occhio elettronico certamente avrà visto.

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