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Migranti, la Mare Jonio fermata dalla Guardia costiera: «E’ un disegno ben chiaro»

L'affermazione è di Laura Marmorale, presidente dell’associazione Mediterranea Saving Humans, che reputa il fermo "una prescrizione non casuale"

Di Redazione |

«Purtroppo la nostra nave è in stato di fermo e abbiamo un ordine, impartito dal ministero dei Trasporti: sbarcare immediatamente i mezzi di soccorso». Con poche parole, di rammarico, il capo missione della Ong Mediterranea Saving Human, Luca Casarini, annuncia il fermo amministrativo della nave Mare Jonio, al porto di Trapani, in seguito all’ispezione, durata oltre dieci ore, da parte della Guardia costiera. Il provvedimento, se non rispettato, potrebbe portare alla «perdita dell’idoneità di navigazione», specifica la Ong.La nave si stava preparando ad una nuova missione nel Mediterraneo prima di avere notificate tre ispezioni a bordo e una quarta «occasionale» con ufficiali mandati appositamente da Roma. «Abbiamo ricevuto l’ispezione da parte di una squadra speciale guidata dal capitano Andrea Zaffagnini – specifica Casarini – è la prima volta nella storia del mare che, ad una nave, viene intimato di sbarcare i mezzi di soccorso, piuttosto che imbarcarli».

Il provvedimento giunge quattro giorni dopo la richiesta, da parte della procura di Palermo, di una condanna a sei anni per l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, nell’ambito del processo Open Arms, per i reati di sequestro di persona e di rifiuto di atti d’ufficio. E proprio al leader della Lega si rivolge Casarini lasciando intendere, senza troppi giri di parole, un collegamento tra l’ispezione decisa dalla Guardia Costiera e il ministro. «Salvini mettiti il cuore in pace – dice il capo missione di Mediterranea -: non riuscirai mai a dirci di non aiutare chi ha bisogno di soccorso in mare. Accade dall’odissea e anche da prima. Noi continueremo ad andare in mare per soccorrere chi ha bisogno di aiuto».

La bufera con il governo finisce con il coinvolgere anche il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che ha proposto di conferire la cittadinanza onoraria agli equipaggi delle Ong Jugend Rettet, Save the Children e Medici senza frontiere. Esponenti della maggioranza di centrodestra hanno puntato il dito contro Tranchida, giudicando inopportuna e «ai limiti dell’assurdo» l’iniziativa, ma Tranchida si difende: «Mi accusano – dice – di aver usato come strumento politico la proposta di cittadinanza onoraria agli equipaggi delle Ong in coincidenza con la richiesta di condanna avanzata di queste ore dalla procura di Palermo in danno del premier Salvini? Nulla di più falso». Il sindaco, che ha lanciato l’iniziativa dopo la sentenza di non luogo a procedere del gup di Trapani nei confronti delle Ong accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rincara la dose. «Trapani – afferma – non tornerà a essere la riserva di caccia della sub cultura mafiosa e dei baciamano feudali potentati, anche dal governo di turno».Nel frattempo, Laura Marmorale, presidente dell’associazione Mediterranea Saving Humans, reputa il fermo della Mare Jonio “una prescrizione non casuale, con un disegno ben chiaro”. La Ong, infatti, è parte civile proprio nel processo Open Arms.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA