Lutti
Totò Schillaci, cordoglio unanime per l’ex bomber: «Lo hanno convocato in cielo»
In tanti stanno ricordando l'ex attaccante palermitano della Nazionale morto a 59 anni per un tumore al colon
«Farà gol anche in cielo». «L’hanno convocato in paradiso». «Un campione del popolo, resterà nella leggenda». Tanti ricordi si agitano nei cuori della gente comune che si è incolonnata a partire dalle ore 16 per dare l’ultimo saluto a Totò Schillaci, morto a 59 anni, andando nella camera ardente nello stadio palermitano. Per ricordare l’ex attaccante della nazionale si stanno mobilitando tantissimi tifosi, sono già centinaia quelli presenti allo stadio Renzo Barbera, che stanno sfilando lungo il percorso che li conduce alla sala stampa dell’impianto comunale, al secondo piano.
Ci sono tanti appassionati di calcio che non riescono a dire una parola, visibilmente commossi. Altri dicono qualcosa, frettolosamente. «Un’icona, un figlio di questa città, un volto pulito di Palermo conosciuto in tutto il mondo. Era uno di noi», dice Marco Pecoraro, veterinario di mezza età. «Un ragazzo eccezionale per umiltà e generosità, capitava di incontrarlo per strada, fino a quando stava bene», spiega Sergio Levantino, impiegato statale. Frasi che sintetizzano lo stato d’animo di molti dei presenti. Oggi e domani Palermo renderà l’ultimo omaggio al campione del quartiere Cep. Venerdì in cattedrale l’estremo saluto per il funerale religioso.
Particolarmente toccanti le parole di una delle figlie. «Papà stavi giocando l’ultima partita della tua vita, sapevi già che l’avresti persa ma te la sei giocata benissimo», dice Jessica Schillaci, secondogenita di Totò, avuta con la prima moglie Rita Bonaccorso, sulla sua pagina Facebook. Solo due giorni fa la stessa Jessica Schillaci aveva scritto altre frasi che suonavano come un addio al padre amato: «C’è bellezza nella vita che esce da noi a ogni pezzo di dolore che penetra nel nostro cuore e c’è vita nella bellezza di contemplare chi non vogliamo lasciare regalandogli vita, un pezzo della nostra, con le nostre lacrime».Negli ultimi, durissimi giorni trascorsi da Schillaci all’ospedale Civico di Palermo la moglie Barbara Lombardo e i tre figli – oltre a Jessica il primogenito Mattia, e Nicole, avuta in seconde nozze – gli sono stati accanto con tutto l’amore possibile.Anche Giovanni Schillaci, fratello minore di Totò, ha voluto salutarlo via social: «Ti ho seguito passo per passo. Sei stato un esempio da seguire. Riposa in pace fratello mio. Sei e resterai la leggenda del calcio italiano»
Tra coloro che in queste ore lo stanno ricordando anche l’attore palermitano Francesco Benigno. «Dobbiamo inchinarci tutti al campione e all’uomo Schillaci. Sono qui per questo e per fare le condoglianze alla famiglia». Tra i primi ad accorrere alla camera ardente di Totò Schillaci, allo stadio Renzo Barbera di Palermo, c’è anche l’attore. «Non l’ho mai visto atteggiarsi – racconta Benigno – Lo conoscevo perché abbiamo giocato qualche gara di beneficenza. Io ero nella nazionale attori: Era lui a chiedere di fare foto, un buono un puro, un grande campione, venuto dal nulla e giunto in cima».
Schillaci è stato celebrato oggi pomeriggio nella camera ardente voluta dal Comune e allestita nella sala stampa dello stadio Renzo Barbera. Gli hanno reso omaggio la squadra del Palermo, le principali figure istituzionali locali, ma soprattutto tantissimi tifosi, di ogni età, e tanti cittadini comuni, anche famiglie intere. L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, l’ha già commemorato: «Palermo perde un simbolo di riscatto. Un ragazzo di umili origini che riesce a farsi strada nonostante gli ostacoli e le ostilità, fino a diventare un’icona dello sport».Dopo il calcio giocato Schillaci non ha disdegnato i riflettori di alcuni reality e si è concesso qualche cameo al cinema o in tv; ha vissuto anche una breve stagione politica, da consigliere comunale. Ma le sue attività principali sono rimaste legate allo sport, quello, che ha raccontato più volte, l’avevano tenuto lontano dalle cattive compagnie: nel 2000 ha dato vita alla scuola calcio del Ribolla, nel quartiere Borgo Nuovo, vicino a quello in cui è cresciuto. Non si è mai tirato indietro davanti a molte iniziative di solidarietà, fra le tante una al fianco del Comitato Addiopizzo, che l’ha salutato così: “Schillaci ancor prima di essere un grande calciatore è stato e rimane un uomo che, non dimenticando le sue origini, ha voluto dedicare il secondo tempo della vita anche a quelle periferie da dove proveniva. Per noi è stato un privilegio averlo accanto nell’impegno alla Kalsa, per creare alternative sane in un contesto investito da miseria e degrado».La notizia della morte di Schillaci è stata ripresa e commentata dai media di ogni angolo del pianeta, accolta con dolore dai club in cui il calciatore palermitano ha militato, fino in Giappone, dove Totò ha concluso la sua carriera. Anche i nipponici dello Jubilo Iwata, hanno dedicato un ricordo al loro leggendario numero 11: «Preghiamo affinché la sua anima riposi in pace, vivrà nei nostri cuori».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA