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Lo strano caso dei dehors a Catania: sono vietati ma anche autorizzati

Una sorta di escamotage permette di installare tende, sedie e tavolini, ma la Soprintendente: «Chiese e palazzi non vanno oscurati»

Di Maria Elena Quaiotti |

Potremmo chiamarlo il “paradosso dei dehors”, tanto assurdo da non poter essere vero. E invece lo è. Nel senso che è lì, da vedere. È poi ad approfondire che ci si accorge di vizi di forma e sostanza, mancato rispetto di norme e leggi, una su tutte il Codice dei Beni culturali e del paesaggio, ma soprattutto dei controlli che hanno permesso la “legalità dell’illegalità”.

Ci sono ad esempio le sedie e i tavolini sul sagrato della chiesa di San Camillo in via Crociferi, piena zona Unesco, e ne avevamo parlato già ad agosto con la Soprintendente ai Beni culturali Donatella Aprile, che ancora ribadisce: «Mi ripeto una volta per tutte. Davanti a un monumento, in questo caso una chiesa, è severamente vietato oscurarne o deturparne il prospetto con attività ludiche, a maggior ragione attività di ristorazione! Non ha importanza dove finiscano i gradini del sagrato, davanti a un monumento è vietato! E poi, hanno il nostro nulla osta? No, ovviamente!».

Nel caso di specie il vero paradosso è costituito dal fatto che la concessione di suolo pubblico è stata regolarmente rilasciata dalle Attività produttive del Comune e addirittura nel 2019, sotto l’amministrazione Pogliese e con assessore Ludovico Balsamo, subito dopo aver istituito, nel novembre 2018, le “Zone di rilevanza storico ambientale ai fini del rilascio del suolo pubblico”.

Una sorta di escamotage sulla scia dell’articolo 20 del nuovo codice della strada che per tali zone consente l’occupazione del marciapiede. Ma certamente non la deroga alle leggi. La concessione è poi stata regolarmente rinnovata di anno in anno dagli uffici comunali, si intende.

È come dire: allora mettiamo sedie e tavolini anche davanti al Duomo o, perché no, alla Collegiata. Non l’avessimo mai detto: proprio ieri sera, e non è certamente la prima volta, in via Etnea tavolini e sedie avevano strabordato davanti all’imponente Basilica in via Etnea. In questo caso la concessione del suolo pubblico finisce ben prima del prospetto della chiesa, è “solo” una delle tante violazioni del suolo pubblico che si verificano in città, in alcuni casi bloccando anche i passi carrabili.

Ma tornando alle concessioni risalenti al 2019, ci sono anche i dehors davanti a palazzi vincolati dai Beni culturali come Palazzo dei Chierici in piazza Duomo, oppure all’inizio della vicina via Garibaldi, proprio attaccato a Palazzo Pardo. In questo ultimo caso nel provvedimento del Comune si legge anche l’avvertenza di «non effettuare installazioni fisse, ancorate al terreno», ma quando l’attività è chiusa restano le delimitazioni verticali al suolo pubblico concesso, che invece dovrebbero essere amovibili e quindi ritirate.

E che dire dei tendoni agganciati a palazzi storici come in via Gemmellaro, in cui si trova anche palazzo Scuderi ovviamente vincolato, e che nel 2019 aveva visto ben 15 concessioni di suolo pubblico rilasciate nei circa 200 metri di lunghezza della strada? Infine, ma non per ultime, ci sono le pedane, sebbene sia stato più volte affermato che in centro storico non ci debbano stare, segnalate pure da Asp per questioni igieniche…COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA