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Doping: Cina ‘Wada ci scagiona, i nostri nuotatori puliti’
Per l'agenzia "i 23 casi positivi per contaminazione alimentare"
ROMA, 13 SET – Il governo cinese ha tenuto una conferenza stampa per commentare l’indagine indipendente che scagiona la Wada dall’accusa di aver favorito 23 nuotatori cinesi in un caso di doping prima dei Giochi di Tokyo 2020. I 23 atleti risultarono positivi ad un controllo ma non furono sanzionati. L’indagine indipendente, voluta dalla stessa Wada, conferma la decisione dell’agenzia anti-doping di non squalificarli. “Per principio, la Cina ha sempre rispettato rigorosamente le normative internazionali in materia di doping e ha un atteggiamento di tolleranza zero nei confronti del doping”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Affari esteri, Mao Ning. Nelle polemiche dopo le rivelazioni della rete tedesca ARD e del New York Times in aprile, la Wada ha ripetuto fin dall’inizio che non ha commesso alcun errore nel non sanzionare questi nuotatori controllati positivi alla trimetazidina prima delle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, accettando la giustificazione delle autorità cinesi di una “contaminazione alimentare” in un hotel. “Le informazioni contenute nel fascicolo mostrano che la Wada ha svolto il suo lavoro in modo autonomo, indipendente e professionale, e non vi è alcuna prova del contrario”, ha detto il procuratore svizzero Eric Cottier, citato giovedì in un comunicato della Wada. Il suo rapporto provvisorio, pubblicato il 9 luglio, a due settimane dall’apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio, portava già le stesse conclusioni e quindi scagionava la Wada in questo caso. L’Usada, l’agenzia antidoping degli Stati Uniti, l’accusava invece di aver soffocato l’inchiesta. Le conclusioni del rapporto “confermano le nostre preoccupazioni”, ha risposto in un comunicato il capo dell’Usada Travis Tygart, chiedendo ulteriori indagini. Gli atleti puliti danno tutto quello che hanno per raggiungere l’eccellenza e questo rapporto mostra che il regolatore mondiale dell’antidoping non ha dato loro la stessa cosa in cambio”, ha aggiunto. Le regole antidoping e le procedure amministrative della Wada potrebbero essere rafforzate, ma la relazione finale dice che ci sono “lezioni da imparare” ha ammesso il direttore generale dell’agenzia internazionale, Olivier Niggli. La relazione raccomanda, ad esempio, di migliorare le linee guida interne della Wada per la gestione dei casi di doping, di comunicare meglio i casi sospetti con le agenzie nazionali antidoping e gli atleti, e di ottimizzare un database chiamato “Adams” per avvisare i responsabili in caso di ritardo nell’analisi dei test. Un gruppo di lavoro è stato istituito per presentare raccomandazioni a dicembre, ha detto l’agenzia mondiale dell’antidoping.