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IL CASO

Il PalaRegione sotto l’Etna non si farà, ma è già costato 266.000 euro: addio al maxirisparmio dei fitti passivi

Il progetto del Centro direzionale della Regione Siciliana di Catania ufficialmente non è stato ancora accantonato, sebbene sia uscito da un po' dai radar della politica

Di Luisa Santangelo |

Qualcuno li ha definiti «soldi buttati». Più di 266mila euro per il progetto di fattibilità di una struttura che difficilmente vedrà la luce. Il sole non è ancora tramontato sul Centro direzionale della Regione Siciliana di Catania, ma il disinteresse della politica è confermato da un fatto: l’opera non è stata finanziata. I 32 milioni di euro necessari per la nuova megastruttura non sono stati trovati (cercati?) e, fino a qualche giorno fa, nessuno ne aveva più parlato. Si dava forse per scontato che l’idea fosse finita nel dimenticatoio al cambiare dell’amministrazione: il presidente della Regione Nello Musumeci lo voleva fortemente, il suo successore Renato Schifani non ha più fatto alcun accenno alla cosa.

Le procedure, però, erano state avviate. Come nel caso dell’omologo palermitano. Il Centro direzionale del capoluogo regionale è stato funestato dalle carte bollate e poi è uscito dai radar; stessa sorte dei 20 milioni necessari per l’acquisto del terreno, cassati nel 2023 dalla finanziaria anche in considerazione del fatto che fosse necessario spostare la sede prevista in origine.

Anche per il palazzo di Catania era stato lanciato un concorso di progettazione. Il 4 settembre 2024, dopo due anni di silenzio, è stata ripescata dal fondo dei cassetti la graduatoria ed è arrivata l’aggiudicazione definitiva ai primi classificati. Tradotto: i premi del concorso andranno pagati (decurtati del 20 per cento) anche se il Centro direzionale non si farà. Come si evince dai documenti, ballava mezzo milione di euro per saldare i conti con i cinque migliori progettisti. La gara prevedeva, poi, che chi fosse arrivato primo avrebbe dovuto occuparsi anche della progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera: altri 800mila euro. Tutto fermo.

L’aggiudicazione provvisoria porta la data di dicembre 2022. Primo posto al raggruppamento di professionisti capitanato dall’architetto campano Giuseppe Iodice. Tra le richieste di progettazione c’era di «rappresentare un’immagine moderna della città di Catania», tramite un edificio che «dovrà essere un organismo edilizio pubblico fruito ogni giorno dai cittadini, capace di attrarre per la sua complessità e bellezza anche il turismo legato all’architettura contemporanea». Superficie complessiva dell’area: 59mila metri quadrati. Per il palazzo regionale erano previsti 80mila metri cubi da edificare, per trasferirci dentro mille dipendenti. Con un occhio di riguardo alla mobilità sostenibile: la struttura doveva sorgere a pochi metri dalla fermata della metropolitana di viale Felice Fontana (aperta a luglio di quest’anno).

Sogno di grandezza

Gli atti del concorso sono fermi lì, all’inverno 2022. Nonostante, stando a quanto appreso da questo giornale, di richieste agli uffici regionali per conoscere il futuro del Centro direzionale di Catania ne siano state inviate. Poi, a marzo 2024, il direttore generale del dipartimento Regionale tecnico fa un elenco da quasi tre milioni di euro di spese non più procrastinabili. Dentro c’è una voce da 266mila euro per il progetto di fattibilità del palazzone etneo. Ad aprile la somma viene prenotata. Il 4 settembre 2024 il Genio Civile di Catania firma la determina di «aggiudicazione definitiva ed efficace». Propedeutica per pagare architetti e ingegneri che si sono lanciati nel tentativo di progettare il palazzone regionale. Per avere un’idea di che cosa si parla: il quarto classificato, unico di cui sia stato possibile rinvenire i render online, è un raggruppamento che include anche lo studio dell’architetto catanese Ernesto Stancanelli, e prevedeva un grattacielo di venti piani.

Un sogno di grandezza che l’attuale ministro della Protezione civile aveva definito un «primo importante passo avanti nell’ottica di razionalizzare» anche le spese. Un bel palazzo – una torre o chissà – in un terreno ceduto dal Comune di Catania alla Regione, che avrebbe consentito «un risparmio di fitti passivi per circa un milione di euro l’anno». Una volta costruito e messo in funzione, chiaramente. Le dichiarazioni portano la data dell’1 marzo 2022, giorno della firma della convenzione tra municipio e Regione. Il risparmio sognato allora diventa, oggi, l’incubo dell’ennesimo spreco di risorse pubbliche.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA