Il caso
Un mediatore culturale curdo è detenuto da maggio a Catania. L’accusa: «Interprete di un terrorista»
L'uomo, in Italia dal 1997, ha tradotto le parole del "signore del crimine" turco Baris Boyun e per i magistrati era a conoscenza delle sua attività illecite. Da metà luglio circola un partecipato appello per la sua scarcerazione, "Free Heval Talip"
Da metà luglio un appello per la scarcerazione del 50enne Abutalip Burulday, noto come Heval Talip, ha raccolto adesioni in tutta Italia. Tra queste quelle di rappresentanti di associazioni antirazziste e che promuovono l’integrazione dei migranti e di personalità come l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, da poco eletto al parlamento europeo. La storia del resto riguarda il coinvolgimento in una inchiesta sul terrorismo di un uomo che per vent’anni ha svolto attività in supporto dei richiedenti asilo.Burulday è arrivato dalla Turchia sulle coste della Calabria alla fine di dicembre del 1997 come rifugiato curdo, e da allora svolge la professione di mediatore culturale, anche per i tribunali. In Sicilia è iscritto al relativo albo regionale. A Cosenza ha dato vita ad una associazione di supporto agli esuli curdi, e da alcuni anni risiede a Catania. Proprio nella sua abitazione etnea all’alba del 22 maggio è stato arrestato dalla guardia di finanza in esecuzione di una operazione internazionale coordinata dalla procura di Milano e che ha coinvolto altre 18 persone in vari luoghi. L’accusa: far parte dell’organizzazione di Baris Boyun, “signore del crimine” curdo dedito a terrorismo, traffico di droga, sfruttamento dell’immigrazione.
Burulday, detenuto a piazza Lanza, secondo l’accusa sarebbe stato «interprete personale di Boyun» e «prestanome per far giungere in Italia denaro di provenienza illecita dalla Turchia», scrive il Gip nell’ordinanza. «Ma non è coinvolto nei reati di fine» sottolinea il suo avvocato, Giacomo Giuliano, richiamando quanto contenuto nell’ordinanza. Secondo la difesa dell’imputato Burulday avrebbe avuto contatti con Boyun dal 2022 in quanto richiedente asilo arrivato sulle coste calabre dalla Turchia. Allo stesso modo l’arrivo del denaro sarebbe stato effettuato mediante l’uso del money transfer «una cosa normale fatta anche per gli altri migranti», spiega l’avvocato.Il Riesame già il 14 giugno ha rigettato la scarcerazione ed il legale, dopo aver ricevuto le motivazioni del rigetto a fine luglio, ha fatto ricorso per Cassazione: l’udienza è stata fissata per il 15 ottobre.Dall’arresto all’udienza in Cassazione saranno passati cinque mesi in custodia cautelare per Abutalip Burulday. Un caso che agli autori dell’appello ricorda da vicino quello di Maysoon Majidi, detenuta in Calabria da oltre sette mesi con l’accusa di essere una scafista. Majidi, curdo-iraniana, ha anche scritto al presidente della Repubblica.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA