Amministrazione
Agrigento, “rimpasto” al Comune: ecco chi resta, chi salta e chi entra
Il sindaco alle prese con la crisi amministrativa della sua Giunta. La Dc: «Cambio di passo o Miccichè si dimetta»
La Giunta azzerata ma alla fine quello di Franco Miccichè sarà un “rimpastino” a poco più di un anno dalle elezioni. E quindi ecco quale sarà – o dovrebbe essere – la nuova Giunta comunale di Agrigento.
Chi resta
Aurelio Trupia, sarà confermato assessore e vicesindaco, così come Carmelo Cantone che peraltro si è pure dimesso da consigliere comunale e dunque difficilmente sarà abbandonato. Resta anche Gerlando Principato, fidatissimo del sindaco e soprattutto del cugino Aurelio Trupia e che gestisce i dossier più importanti in termini di lavori pubblico. Resta anche Marco Vullo che è stato il consigliere comunale più votato e dunque il posto in Giunta lo ha “assicurato” per via del suo peso elettorale. Nonostante i rumors lo volessero fuori dalla Giunta resta anche Costantino Ciulla, l’assessore alla Cultura (FdI, anche se in quota Calogero Pisano). Resta in Giunta anche Alessandro Sollano (in quota Roberto Di Mauro).
Chi salta e chi entra
Chi salta? Alla fine dovrebbe lasciare il suo posto Gerlando Piparo e in Giunta arriva Simone Gramaglia (eletto con Forza italia ma passato con FdI, corrente sempre Pisano), dovrebbe lasciare anche l’assessore tecnico Patrizia Lisci al posto della quale dovrebbe essere nominata Valentina Cirino (Lega) e infine non dovrebbe essree riconfermato Gioacchino Alfano al posto del quale arriva Fabio La Felice (all’anagrafe Giuseppe, ex Fratelli d’Italia ora Udc di Decio Terrana da non confondere con la Dc di Totò Cuffaro). E anzi dalla Dc arriva una nuova e durissima sferzata alla maggioranza che, sulla carta, sostiene Franco Miccichè.
La dc: cambio di passo o il sindaco si dimetta
“L’azzeramento della giunta da parte del sindaco è una vittoria politica di cui rivendichiamo una considerevole parte – hanno scritto i consiglieri democristiani Zicari, Spataro, Vitellaro e Bongiovì -. Da mesi chiedevamo al sindaco un cambio di passo significativo, di fare retromarcia dallo scollamento totale con il Consiglio Comunale e con la Città, di prendere atto dello sfacelo politico-amministrativo intorno a lui. La sua mossa ma non ci basta. Che si chiuda con la stagione dell’approssimazione che ha portato, solo per citare alcuni eventi, a non avere le somme per terminare piazza Ravanusella, a non comprare una seduta per disabili nella pentaltalena del lungomare, a lasciare la città al buio per aver fatto scadere il contratto e non aver ancora bandito la gara, ad una continua richiesta di esternalizzare tutti i servizi, all’acquisto dei Suv per tenerli parcheggiati al pluripiano. Il sindaco dimostri il suo valore esponendo un nuovo manifesto politico o se non è questo il senso della sua mossa, che si dimettta».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA