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I primari tornati in libertà: la gip revoca, ecco il perchè

Le motivazioni che hanno portato a revocare i domiciliari per i quattro cardiologi e gli altri cinque indagati sono contenute in due pagine

Di Redazione |

La gip di Catania Giuseppina Montuori ha revocato la misura degli arresti domiciliari ai nove indagati dell’inchiesta “Vasi comunicanti” che appena qualche giorno fa (il 4 luglio) aveva creato uno scandalo nel mondo sanitario della Sicilia orientale, facendo addirittura inviare gli ispettori della Regione nei quattro ospedali lambiti dall’operazione. E cioè il Policlinico di Catania, il Policlinico di Messina, l’Umberto I di Siracusa e l’ospedale di Ragusa.

L’operazione aveva scoperchiato un presunto sistema di corruzione relativo alla fornitura di valvole (tavi) e stent.

La revoca, firmata ieri, è arrivata per i quattro professori, rispettivamente direttori di Uoc o dipartimenti di Cardiologia dei Policlinici universitari di Catania (Corrado Tamburino) e Messina (Antonio Micari) e dei poli ospedalieri di Siracusa (Marco Contarini) e Ragusa (Antonino Nicosia), membri di un Comitato medico-scientifico del progetto Sicilian Cardiovasculary Academy (Sca). In libertà pure i referenti delle aziende distributrici dei presidi medici al centro delle indagini della Guardia di finanza di Catania Francesco Dottorini, Rosa Vitale, Caterina Maugeri e Giancarlo Antonino Girlando. Misura annullata anche per Pietro Sola, amministratore della Collage di Palermo, il provider che organizzava i congressi medici. Il meccanismo illecito sarebbe stato nascosto attraverso le sponsorizzazioni a questi eventi formativi. Inoltre la misura cautelare fu motivata anche dal fatto che – da come emerge da una nota integrativa depositata a metà giugno da parte del pm Fabio Regolo – la decisione di Tamburino di lasciare il Policlinico per lavorare alla clinica privata Morgagni fosse legata al fatto che avesse saputo dell’indagine.

I nove indagati erano accusati a vario titolo in concorso per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. La revoca è basata sul fatto che sono venute meno «le esigenze cautelari».

Le motivazioni che hanno portato a rimettere in libertà i quattro cardiologi e gli altri cinque indagati sono contenute in due pagine. In questi dieci giorni si sono svolti interrogatori e anche ulteriori indagini da parte dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza con il coordinamento del pm Regolo.

«L’impianto accusatorio mosso dal pm e ritenuto sussistente dal giudice è stato ulteriormente e approfonditamente scandagliato dal pm – scrive la gip – con gli interrogatori resi da tutti gli indagati». «Inoltre – si legge ancora – il pubblico ministero ha sentito come persone informate sui fatti ulteriori soggetti, direttamente e indirettamente coinvolti nella vicenda giudiziaria, e ha acquisito una notevole mole di documentazione nelle farmacie ospedaliere delle aziende sanitarie coinvolte, nelle ditte sponsor dei congressi organizzati dalla Sca e negli ospedali». Sono state raccolte anche « informazioni concernenti le caselle di posta elettronica degli indagati». E inoltre gli stessi medici «hanno fornito agli inquirenti tutta la documentazione da loro ritenuta utile con riferimento alle singole posizioni». Atteggiamento che per la gip «dimostra collaborazione».

Ma quello che ha portato a firmare la revoca è il fatto che «sono venute meno le esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione del reato». La giudice ritiene che «appare assai improbabile l’eventuale realizzazione di accordi illeciti concernenti gli eventi previsti nel programma formativo della Sca, in conseguenza dell’indagine compiuta».

La gip accenna al futuro: «In attesa delle determinazioni del pubblico ministero circa il prosieguo del procedimento appare opportuno revocare le misure cautelari applicate agli indagati».

La precisazione

A seguito dell’interrogatorio reso al P.M. da Pietro Sola, Presidente della Collage S.p.A., Il G.I.P. di Catania, accogliendo la richiesta avanzata dallo stesso P.M., ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita pochi giorni addietro.

La revoca è stata disposta con provvedimento separato da quello adottato nei riguardi degli altri indagati perché, soltanto per Sola, è stata riconosciuta, in esito alle discolpe anche documentali fornite dalla difesa e agli ulteriori accertamenti espletati, l’assoluta insussistenza di qualsivoglia indizio di colpevolezza.Sia il P.M. che il G.I.P., in particolare, hanno dato atto della totale estraneità del Sola al reato provvisoriamente contestato riconoscendo, altresì, la correttezza della società Collage – mai coinvolta nel giudizio – definita nell’ordinanza come un’azienda “con quasi 50 dipendenti, assai attiva nel proprio settore, operativa da circa trent’anni, di grande esperienza nella realizzazione di congressi scientifici”.Gli Avvocati Pietro Granata, Giuseppe Fiorenza e Giovanni Di Benedetto, difensori del Sola, manifestano il loro compiacimento per il provvedimento adottato e per la sensibilità e celerità con cui sia il P.M. che il G.I.P., preso atto dei chiarimenti forniti, hanno revocato la misura cautelare restituendo piena onorabilità al Sola e alla Collage.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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