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Il verbale

Rando, Sammartino e il patto delle farmacie: «Ecco come funzionava a livello regionale e locale»

Inchiesta Pandora: il verbale dell’interrogatorio dell'ex sindaco di Tremestieri

Di Laura Distefano |

«Luca Sammartino era al corrente dell’accordo che avevamo raggiunto in ordine alla riduzione delle farmacie e al passaggio di Mario Ronsisvalle dalla nostra – e anche sua – parte politica. Ne conosceva i termini e aveva manifestato il suo interesse ad attivarsi a livello regionale, ma anche a livello locale». Queste le frasi, non alla lettera essendo il verbale in forma riassuntiva, che l’ex sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, pronuncia davanti ai pm Rocco Liguori, Santo Distefano e Fabio Saponara nell’interrogatorio dello scorso 12 giugno.

Rando in carcere

Rando è ancora in carcere per voto di scambio politico-mafioso e corruzione nell’ambito dell’inchiesta Pandora, la stessa che ha portato alle dimissioni da vicegovernatore Luca Sammartino, destinatario di misura interdittiva. A tal proposito si è in attesa di conoscere l’esito del Tribunale della Libertà dopo l’appello proposto dai difensori del deputato regionale.Il “patto delle farmacie” per la procura è un accordo corruttivo, non è così per Rando che afferma: «Io in tutta questa vicenda ho fatto tutto nel rispetto delle regola. Io non avevo intenzione di fare nessuna pressione su alcuno. Ho solo dato un indirizzo politico». Insomma tutta una questione politica. «Di questa vicenda ho parlato con Sammartino. E l’idea e la voglia che Ronsisvalle (indagato, all’epoca consigliere dell’opposizione, ndr) passasse dalla nostra parte era tanto mia quanto dello stesso Sammartino».

Il capitolo investigativo

Questo capitolo investigativo occupa gran parte delle sette ore dell’interrogatorio all’ex sindaco. Il deputato regionale leghista avrebbe avuto un ruolo preciso nell’affaire farmacie. «I funzionari regionali li ho incontrati grazie alla mediazione di Sammartino che ha fissato gli appuntamenti e organizzato gli incontri». E aggiunge: «Infatti io andai a un appuntamento con una funzionaria dell’Asp di Catania (Anna Maria D’Agata, estranea alle indagini, figlia dell’ex procuratore di Catania, Vincenzo, ndr) che aveva preso lo stesso Sammartino». Rando tiene il punto. «Ribadisco – afferma in un altro passaggio del verbale – che Sammartino ha creato i collegamenti con i funzionari regionali. E si è interessato per approfondire le procedure regionali da seguire».

Il racconto

L’indagato racconta anche di aver dato della «documentazione» all’ex assessore regionale all’Agricoltura. Non è dato sapere se poi Sammartino, che ha sempre respinto ogni addebito, abbia fatto qualcosa, ma «la mia aspettativa – ammette l’ex sindaco – era che si adoperasse per verificare la situazione presso i competenti uffici regionali». Comunque «in quell’occasione (i pm fanno riferimento a un’intercettazione del 2019, ndr) parlavamo esattamente di quella che era la vicenda delle farmacie». E inoltre su questa storia «Sammartino era ragguagliato con costanza, ogni qualvolta era necessario. Anche molte altre volte oltre quelle che emergono dalla conversazioni intercettate», rivela Rando ai magistrati.Poi avviene una sorta di “passaggio di consegne”. «Ribadisco – si legge nel verbale di 11 pagine – che gli appuntamenti con il funzionario regionale Lo Presti (Antonio, non indagato, ndr) sono stati presi da Sammartino. Quando a Lo Presti è subentrato Cananzi (Pasquale, anch’egli estraneo all’indagine, ndr), visto che il Pd a Tremestieri è rappresentato da Di Stefano che facevano riferimento a Barbagallo (Anthony, attuale segretario regionale dem, non indagato, ndr), l’appuntamento e i contatti li ha presi Barbagallo, facendo anche delle verifiche sulla procedura».I pm poi chiedono a Rando il senso della frase «il finanziamento delle minoranze» tratta da un dialogo tra lui e Sammartino del 2018. Anche se la difesa del leghista all’udienza d’appello ritiene che il termine «finanziamento» sia stato travisato nella trascrizione dell’audio. Rando comunque spiega: «Parlavamo del fatto che Ronsisvalle voleva passare dalla nostra parte e il fatto che stava a “pane e acqua” significa proprio che stare all’opposizione non portava vantaggi sotto il profilo politico».Infine, il capitolo, altrettanto delicato, della mafia. L’ex sindaco ai magistrati ha raccontato le sue “verità”: chiarendo, ammettendo e anche aprendo nuovi filoni investigativi.

Accordi con la mafia? Non so nulla

Sulle accuse legate a possibili patti con i Santapaola-Ercolano per la vittoria alle amministrative nel 2015 Rando dice di non sapere. Di non avere conoscenze su chi è mafioso e chi no a Tremestieri Etneo: «Non ho mai conosciuto Francesco Santapaola (inteso colluccio, ndr)». Il fatto di essere poliziotto non avrebbe accresciuto il suo background sugli assetti criminali. «Nonostante io sia un poliziotto e nonostante io ricopra incarichi politici e amministrativi a Tremestieri non sono a conoscenza della situazione della criminalità a Tremestieri in quanto ho svolto i miei incarichi da poliziotto altrove e come amministratore sono a conoscenza solo dei fatti noti alle cronache». Rando dice di non sapere nemmeno che il cognato del coindagato Piero Cosentino fosse uomo del clan. «Conosco Vito Romeo ma non sapevo fosse un soggetto pregiudicato. Da quando è stato arrestato so che si tratta di un soggetto appartenente a una famiglia mafiosa», si legge. Un pentito ha addirittura parlato di incontri a casa di Romeo dove si sarebbe discusso proprio di voti. E chiarisce: «I miei rapporti con i Romeo sono collegati alla mia conoscenza con Cosentino che mi ha sostenuto nella campagna elettorale del 2015». I magistrati citano una precisa intercettazione del 2018. L’ex sindaco precisa: «La telefonata riguardava la richiesta fatta attraverso Cosentino del posto di lavoro per il figlio di Vito Romeo».Le manette ai polsi di Romeo scattano nel 2016, nell’operazione Kronos. Due anni prima di quella telefonata.

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