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Ia: Hunters Group, rivoluzione anche per manager, cruciali 5 soft skill

Di Redazione |

Roma, 7 giu. (Labitalia) – La domanda è, ormai da qualche tempo, sempre la stessa: l’Ai ci ruberà il lavoro? La risposta è una: no. Ci sono, però, alcuni elementi che non possiamo non considerare quando pensiamo al futuro. Parola di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato. “Non possiamo negare – spiega Davide Boati Senior Executive Director di Hunters Group – che questa sia una rivoluzione che avrà un impatto notevole sulle persone e, se non vogliamo farci travolgere, dobbiamo necessariamente imparare a convivere con queste nuove tecnologie che hanno infinite potenzialità, anche dal punto di vista dell’occupazione. Nonostante un normale scetticismo iniziale, un sondaggio che abbiamo condotto recentemente tra circa un migliaio di aziende e candidati svela che due terzi sono ottimisti e credono che i colleghi robot possano facilitare lo svolgimento di alcune attività quotidiane e non rappresentano assolutamente una minaccia”. Come cambia, dunque, il ruolo del manager con l’Ai? Il fatto che l’intelligenza artificiale possa automatizzare alcuni compiti ha un risvolto che, forse, abbiamo trascurato: permette ai manager di concentrarsi maggiormente sulle competenze trasversali, sulla gestione delle persone e sulla creazione di ambienti di lavoro più sani. “Se è vero – aggiunge Davide Boati – che le macchine riescono a fornire informazioni più precise e puntuali e sono più efficienti quando si tratta, magari, di analizzare una enorme quantità di dati, dobbiamo ammettere che i manager sono fondamentali per creare relazioni di valore, una cultura aziendale e nell’ascolto. In futuro, grazie all’intelligenza artificiale, sarà sempre più facile avere del tempo in più per concentrarsi sulle persone, sul loro benessere e sulle loro esigenze”. L’Ai, dunque, non sostituirà il lavoro di un manager, lo integrerà. Il futuro del lavoro è quello in cui robot e esseri umani lavoreranno fianco a fianco, aiutandosi a vicenda a svolgere il lavoro in modo più semplice, più rapido e migliore. Nell’era dell’intelligenza artificiale, i manager devono sviluppare e affinare una serie di soft skill che li aiutino a navigare attraverso le opportunità offerte dalla tecnologia avanzata. Tra queste competenze, cinque sono cruciali: -Empatia: con l’automazione dei compiti ripetitivi, i manager devono essere in grado di comprendere e rispondere ai bisogni e alle preoccupazioni del loro team, creando un ambiente di lavoro positivo e di supporto. L’empatia aiuta i manager a identificare e affrontare tempestivamente i segnali di stress e insoddisfazione tra i membri del gruppo e li rende in grado di gestire i conflitti in modo più efficace, valutando le diverse prospettive. -Capacità di adattamento: l’Ia e la tecnologia evolvono rapidamente, per questo i manager devono essere flessibili e pronti a imparare e implementare nuove soluzioni, oltre a guidare il team attraverso questi cambiamenti. -Pensiero critico: i manager devono essere in grado di valutare criticamente i dati forniti dall’Ia, prendere decisioni informate e risolvere problemi complessi che richiedono un giudizio ‘umano’. -Interpretazione dei dati: strettamente collegata al pensiero critico è la capacità di analizzare e interpretare i dati, oggi essenziale per prendere decisioni informate. I manager devono comprendere i dati generati dall’Ia, identificando tendenze, modelli e anomalie che possono influenzare le decisioni aziendali. Prendere decisioni supportate da un’analisi rigorosa dei dati riduce i rischi associati alle decisioni aziendali e permette di usare queste informazioni per giustificare le scelte e dimostrare il valore delle proprie strategie. -Capacità di ispirare e motivare: essere in grado di ispirare e motivare il proprio team è una competenza fondamentale per un manager. Questa soft skill non solo favorisce un ambiente di lavoro positivo, ma è anche cruciale per il successo a lungo termine dell’azienda. Quando un team si sente motivato e apprezzato, tende a essere più creativo, impegnato nel proprio lavoro e fidelizzato. Avere delle risorse valorizzate e soddisfatte riduce il turnover in azienda e promuove una cultura aziendale positiva.

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