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Beatrice Quinta ritorna “Devota” alla sua Sicilia, all’erotismo e alla sincerità
Beatrice Visconti, in arte Beatrice Quinta, è una cantautrice siciliana, nata a Palermo nel 1998. Inizia a scrivere racconti da piccola e poi trasforma quello che scrive in musica. Esordisce a “Sanremo Giovani” nel 2015 con il brano “Paulette”. In questi anni scrive e canta le sue canzoni, ma collabora anche come autrice con altri artisti. Nel frattempo, scrive anche top line per diversi dj in tutta Europa. Nel 2020 inizia un nuovo percorso artistico, continuando a scrivere intrugli pop ironici e seducenti.
Nel 2022 partecipa a “X Factor”, si classifica seconda e pubblica il suo inedito “Se$$o”. Lo scorso marzo si esibisce live a Palermo, Milano e Roma con il “Club Showcase Tour 2023”, mentre il 14 aprile pubblica il singolo “Attrazione fatale”. A giugno intraprende il suo “Showcase Summer Tour” portando in giro per l’Italia la sua musica e la sua fortissima personalità, con cui è entrata nel cuore di milioni di spettatori. Il 2023 si conclude con il singolo “Manette” feat. Villabanks. Adesso ritorna protagonista con “Devota”, l’Ep d’esordio per una delle più promettenti artiste del pop italiano. Un progetto discografico e di arti visive che si compone di sei tracce e si presenta come un viaggio introspettivo nella musica e nella vita di Beatrice, che torna in una veste inedita, mostrando un lato di sé nuovo e più consapevole, risultato di una forte crescita interiore che l’ha portata a diventare la donna sicura che è oggi.
Il titolo “Devota” è emblematico in tal senso. È chiaro il legame tra la Sicilia e Beatrice Quinta. Il suo Ep d’esordio ha una copertina che richiama la fede e le tradizioni siciliane. Un velo rosso avvolge il viso di questa bellezza sicula con un biondo sgargiante ed un rossetto che ben definisce una carnagione chiara. Una Santa moderna. «L’ispirazione – spiega Beatrice – nasce da un dipinto del maestro Antonello Da Messina, volevamo rappresentare le Sante. La mia Rosalia c’entra, però l’iconografia a cui ci siamo ispirati è “L’Annunciazione” che è esposta al Palazzo Abatellis a Palermo».
Con “Devota” hai scelto di “ripartire” dalla tua Terra, dalla nostra Sicilia. Come mai questa scelta e questo legame così forte con la nostra isola? «Questo progetto è nato in maniera molto naturale e organica. Ho scritto tanti pezzi prima di comporre l’Ep. Ci tenevo tanto che lo storytelling fosse chiaro e che fosse un concept Ep. Non soltanto sei tracce messe insieme, ho fortemente voluto che ci fosse una storia tra ogni canzone. Volevo che fosse un lavoro più sincero possibile. Negli ultimi anni ho avuto un attaccamento alle mie radici giganti. Mi sono resa conta di avere passato un bel po’ di tempo per trovare tutti i modi per non fare uscire la mia sicilianità. Mi hanno sempre detto di coprire il mio accento, di cercare di chiudere bene le vocali. Finalmente mi sono resa conto del bagaglio culturale che ci ha dato la Sicilia e di quello che mi ha lasciato la mia città. Quando raggiungi questa consapevolezza, che ho appunto trovato in “Devota”, puoi tranquillamente dire a volte alta di essere fiera di calcare il proprio accento. Devo farlo sentire a tutti. Tutti devono sapere che vengo da Palermo e che voglio parlare della mia città, della mia Terra, delle mie radici, della mia gente e della sicilianità che fa parte di noi. C’è stata una forte riscoperta delle mie origini. Palermo è stata una dei tre pilastri di ispirazione per “Devota”».
Quando hai percepito la necessità ed il bisogno di “ritornare” a vivere la nostra Sicilia? «Ho avuto la consapevolezza di voler tornare a casa e capire che meraviglia che ho accanto. Ti rendi conto del patrimonio artistico e culturale che è intorno a noi, solo quando sei distante da qui. Volevo parlare della mia Terra perché, secondo me, è un’isola sempre interessante. C’è tanto da raccontare di una città come Palermo, ma si racconta molto poco. Devi andare via dalla Sicilia per capirlo. Molte volte, i miei amici mi prendono scherzosamente per il culo. Mi dicono che faccio ridere perché vengo definita una popstar palermitana. Il termine popstar con il termine palermitana accanto è strano da sentire e da vedere. Sono cresciuta con esempi di musica molto raffinati e cantautorali. Dalla nostra isola escono delle composizioni musicali che hanno uno spessore artistico gigante. Invece, poi c’ero io, ad esempio, che nello scorso brano, indossando le mutandine rosa cantavo “è solo sesso, non mi parlare di amore adesso”».
Perché, prima, sei andata via da Palermo per scoprire il mondo milanese. Dove probabilmente si hanno più possibilità di poter vivere di musica. «Mi sono resa conto di non avere altre persone che stavano facendo il mio stesso percorso in Sicilia, proprio per questo mi sono dovuta spostare per realizzare determinate cose. Però, quando sono ritornata ho avuto una maggiore sensibilità ed ho appreso tutte quelle cose che mi rendono fiera della mia Terra. Sono follemente innamorata della Sicilia. Ogni volta che ho un attimo libero, ritorno subito a casa. Unire lavoro e casa è uno dei lussi più grandi che si possa avere. Quando c’è un motivo per scendere a casa, vado e corro immediatamente. La Sicilia manca a livello fisico».
Qual è il tuo rapporto con il pubblico siciliano? Nessuno è profeta in patria? «Non sono una profetessa, quindi non sono ancora in grado di capire come sono stata accolta in patria. Il ClubShowCase che ho realizzato a Palermo è stato bellissimo. Una emozione indescrivibile perché all’inizio non mi sentivo molto accettata nella mia città, perché, gran parte dei messaggi che ricevevo sui social arrivavano da persone del nord. Solo ultimamente ho capito che anche in Sicilia stanno cominciando a conoscermi un po’. In questi mesi sto scoprendo un amore nuovo con la nostra Terra. Un amore diverso, rispetto a quello vissuto al tempo del liceo. Oggi scopro di essere capita anche nella mia Terra natia».
“Devota” rappresenta un legame con la Sicilia, ma dove sono state scritte queste canzoni? «Un po’ da tutte le parti. “Pelle” è nata in Sicilia, nel pianoforte di casa mia a Palermo. Tutte le altre sono nate in giro. In generale, mi muovo tanto. Gli archi e le voci di tutto l’Ep sono stati registrati a Palermo. La Sicilia è piena di arte e di cultura. Soltanto che dobbiamo imparare a gestirla bene. “Pelle” è un brano intimo, sincero. Attraversando la solitudine ho mostrato allo stesso tempo le mie fragilità e la mia forza, introducendo l’ascoltare in quello che è l’atto finale di una presa di coscienza che si sviluppa nel corso di tutto il progetto che mi ha portata ad una rinnovata consapevolezza. Il brano “Pure le Streghe”, che rappresenta una pietra di sensibilità di questo Ep, si apre con “Buttana di to ma” di Rosa Balistreri”. Una reverenge fantasy raccontata cinematograficamente con un testo diretto, in cui emerge anche un senso di solidarietà femminile molto potente. Interpreto una vedova nera, forte delle ferite cicatrizzate nel tempo e protagonista della mia furia».
Insieme a Palermo, quali sono gli altri due pilastri di “Devota”? «La sincerità e l’erotismo. Essere sinceri a livello emotivo vuol dire saper dimostrare di essere anche fragili. A me non viene facile da dire e da ammettere. L’erotismo, invece, può prendere ventimila forme diverse e voglio essere libera di godermi tutte le forme che prende».
Hai già “giocato” con l’erotismo. Un tuo video nuda in Metro è diventato virale. Come lo hai pensato? «Mi sono svegliata e mi era appena passata la febbre. Ho mandato un messaggio a Fabrizio, il mio migliore amico, con scritto “mi è appena passata la febbre, facciamo un video nuda in metro?”. Lui mi ha risposto “top, totale, sto arrivando”. Con una pelliccia rosa che non mettevo da un sacco, sono andata a fare la moda».
Oggi quella Batrice Quinta fa la moda, come ti senti? «Un po’ meno di merda di ieri. Si va a migliorare con passi molto lenti. Beatrice Quinta è una persona molto più consapevole e meno arrabbiata con il mondo. Ha il coraggio di prendere le sue scelte che è una cosa che, fino a qualche anno fa, non sarebbe riuscita a fare».
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