medio oriente
L’Iran attacca Israele che replica: “Daremo una risposta significativa”
Lanciati droni e missili, paura per una escalation nella regione
L’Iran ha attaccato Israele e sulla regione mediorientale cala la paura. Dopo giorni di allarmi da parte degli Stati Uniti che definivano “imminente” un’azione militare da parte di Teheran in ritorsione al raid che a Damasco ha ucciso un generale dei Pasdaran, nella serata di sabato gli ayatollah hanno lanciato decine di droni contro lo Stato ebraico, che nelle ultime ore si è blindato chiudendo scuole, spiagge, uffici pubblici e lo spazio aereo.
I droni sono partiti dal territorio iraniano. Haaretz ha riferito che successivamente sono stati lanciati anche missili per colpire in sincrono e confondere così le difese aeree israeliane con un attacco multiplo, proprio quello preconizzato dall’intelligence americana e da quella israeliana. I media statali iraniani affermano che l’attacco lanciato contro Israele ha inferto «duri colpi» alla base aerea del Negev, colpita da missili balistici Kheibar.
La missione dell’Iran all’Onu ha poi affermato che l’attacco contro Israele è stato una rispostaall’”aggressione israeliana contro le nostre sedi diplomatiche a Damasco» e «può considerarsi concluso.
Israele ha in programma una «risposta significativa» al lancio senza precedenti di droni dalterritorio iraniano, ha detto un alto funzionario israeliano citato dalla tv Channel 12.
La regione e il mondo trattengono il respiro per una mossa che può aprire scenari imprevedibili, mentre gli Stati Uniti – dopo le polemiche tra Biden e Netanyahu su Gaza – si sono saldamente schierati al fianco dell’alleato israeliano. Il commander in chief si è riunito in serata nella Situation Room della Casa Bianca con i funzionari del Consiglio per la sicurezza nazionale dopo essere precipitosamente rientrato dal Delaware, dove stava trascorrendo il weekend. All’incontro hanno partecipato anche il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il segretario di Stato Antony Blinken e il presidente dei capi di stato maggiore congiunti, generale Charles Q. Brown. Washington ha ribadito «l’incrollabile sostegno» ad Israele e ha spostato navi militari nei pressi delle sue coste per essere pronta a qualsiasi evenienza. Mentre Benyamin Netanyahu ha riunito il gabinetto di sicurezza al ministero della Difesa a Tel Aviv. “Risponderemo a chi ci fa del male», ha avvertito il primo ministro.In Israele l’esercito era in stato di massima allerta già da giorni. In un video diffuso durante il riposo sabbatico, il portavoce dell’Idf aveva ammonito che Teheran «subirà le conseguenze della scelta di aggravare ulteriormente la situazione». «L’esercito – ha ammonito Daniel Hagari – è pronto a tutti gli scenari e intraprenderà i passi necessari, insieme ai suoi alleati, per proteggere il popolo di Israele».
In giornata l’Iran ha rivendicato il sequestro di una nave di parziale proprietà israeliana nello Stretto di Hormuz dopo averla abbordata con un elicottero e forze speciali. Si tratta della Msc Aries, che batte bandiera portoghese ed è di proprietà della Gortal Shipping Inc, affiliata a Zodiac Maritime, di proprietà dell’imprenditore israeliano Eyal Ofer. L’agenzia ufficiale Irna ha sottolineato che la nave «appartiene al capitalista sionista Eyal Ofer» sostenendo che il cargo si stava dirigendo «verso le acque territoriali iraniane». Gli Usa hanno chiesto il rilascio immediato della nave «fermata in acque internazionali» e ribadito «l’incrollabile sostegno» all’alleato israeliano di fronte alle minacce degli ayatollah. L’equipaggio di 25 persone, ha aggiunto su X la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana Adrienne Watson, «è composto da cittadini indiani, filippini, pakistani, russi ed estoni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA