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«Uccise prozia per l’eredità», la nipote resta ai domiciliari

Il Riesame ha confermato la misura cautelare emessa dal gip

Di Laura Distefano |

Paola Pepe resta agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Questa la decisione del Tribunale del Riesame di Catania che ha quindi confermato la misura cautelare nei confronti della 58enne accusato di circonvenzione di incapace e di omicidio aggravato della prozia Maria Basso, di 80 anni. L’avvocato Carmelo Peluso aveva chiesto la revoca dell’ordinanza intanto sulla sussistenza delle esigenze cautelari.

La consulenza

Ma a sostegno ha anche depositato la consulenza medico-legale di parte svolta da tre periti in concomitanza con l’autopsia espletata da un medico-legale nominato dalla procura. Ma inoltre il legale, come già fatto nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha elencato e documentato i rapporti pregressi tra l’indagata e la vittima. La pm Michela Maresca, che ha coordinato le indagini dei carabinieri con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, ha invece insistito sul mantenimento della misura cautelare. Per l’accusa Basso sarebbe deceduta per le complicazioni derivanti da un pranzo a base di spaghetti sminuzzati. L’ottantenne però avrebbe avuto una patologia per cui avrebbe dovuto ingerire solo cibi omogeneizzati.

La vicenda

La vicenda giudiziaria – molto complessa – è legata al trasferimento dell’ottantenne da una struttura di Asiago (Vicenza) a una di Aci Castello. Un trasferimento avvenuto a dicembre 2022 dopo che Maria Basso e la pronipote Paola si sono riviste al compleanno della zia a settembre. Da quella festa si sarebbero riallacciati i contatti. Tali da portare l’anziana ad affrontare un viaggio in auto dal Veneto alla Sicilia. Durante il suo ricovero è stato stilato anche un nuovo testamento (che è stato poi sequestrato) che identificava Pepe come sua erede universale. Nella drammatica fatalità degli eventi Maria è morta qualche giorno dopo. E circa due settimane dopo del suo arrivo nella provincia etnea. Le indagini, svolte dai carabinieri di Aci Castello e della compagnia di Acireale, sono state avviate dopo un esposto di alcuni parenti di Asiago presentato dopo che Maria Basso non è rientrata nella struttura di Asiago. Nel frattempo era stata revocata anche la procura a un’amica a favore di Pepe per la gestione delle attività.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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