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Il caso

Stupro Villa Bellini, tre egiziani davanti al Riesame. Uno insiste: «Io non c’entro, volevo aiutare la ragazza»

Nei prossimi giorni la decisione dei giudici. I tre si trovano in carcere

Di Laura Distefano |

Si sono svolte stamattina le udienze davanti al Tribunale del Riesame per tre egiziani – dei quattro – indagati per lo stupro di gruppo avvenuto nei bagni della Villa Bellini, a Catania. Due, assistiti dall’avvocato Alessandro Fidone, sono in carcere, il terzo, difeso dall’avvocato Salvatore Ganci, è invece agli arresti domiciliari. Si tratta del giovane che ha collaborato alle indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dalla pm Anna Trinchillo.

Uno degli indagati ha reso dichiarazioni spontanee

Uno degli indagati detenuti a Piazza Lanza era presente in udienza e ha voluto rendere dichiarazioni spontanee. «Sono estraneo alle accuse – ha detto – ho cercato di aiutare assieme ad altre persone la ragazza ma non ci sono riuscito». Versione già sostenuta nel corso dell’interrogatorio di garanzia ma non aveva convinto il giudice Carlo Cannella, che l’aveva bollata come «inverosimile e non credibile». La procura ha insistito sulla conferma dell’ordinanza del gip ricostruendo il quadro indiziario e la sussistenza delle esigenze cautelare.

Il Tribunale del Riesame, collegio presieduto da Gabriella Larato e composto dai giudici Laura Benanti e Chiara Raffiotta, depositerà l’ordinanza tra qualche giorno.

Cosa è successo?

E’ stato riconvalidato il fermo di uno degli indagati della violenza sessuale di gruppo. Il provvedimento è del gip distrettuale che ha confermato quello emesso dal giudice per le indagini preliminari per i minorenni nell’ambito degli atti urgenti disposti da quella Procura, diretta da Carla Santocono, perché l’indagato, accusato di essere uno dei due violentatori, non risultava essere maggiorenne, come invece è poi emerso. Anche per lui il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.Tutti e tre avrebbe sostenuto di non avere preso parte all’aggressione, neppure a quella al fidanzato 17enne della vittima che è stato picchiato e minacciato, e contestano l’accusa spiegando di essere intervenuti, dopo essere stati richiamati dalle urla della 13enne.La Procura, in aula con la Pm Anna Trinchillo e con il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita che ha coordinato le indagini dei Carabinieri del comando provinciale di Catania, ha ribadito la richiesta di convalidare integralmente il provvedimento emesso dal gip Carlo Umberto Cannella.Il legale di uno dei due indagati ancora non maggiorenni ha presentato ieri al Tribunale per il riesame per i minorenni un ricorso contro l’ordinanza del gip emessa nei confronti del suo assistito. L’udienza deve essere ancora fissata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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