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Cultrera confermato al Bellini: “Il mio Teatro guarda al futuro”

Resterà sovrintendente fino al 2028. "Sempre più giovani nei turni serali. C'è un pubblico eterogeneo"

Di Giovanna Caggegi |

La libertà di scegliere la Bellezza. È stato il principio, quasi un mantra, che ha ispirato i suoi primi quattro anni da sovrintendente al Teatro Massimo Bellini di Catania. Un’idea forte declinata nel desiderio di aprire alla città le porte del tempio catanese della musica, sostenuta nella pratica da un impegno costante in prima persona, dall’infaticabile dedizione e dalla cura riservata al pubblico per ogni singolo appuntamento e progetto artistico realizzato.

Il maestro Giovanni Cultrera di Montesano – un curriculum d’eccellenza in campo artistico e giuridico – chiude con risultati lusinghieri il suo primo mandato ed è pronto ad aprirne uno nuovo, dopo la sua designazione unanime da parte del Cda del teatro resa ufficiale dal presidente della Regione, Schifani, che ha firmato l’apposito decreto su proposta dell’assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata. Una scelta di continuità che premia l’attività svolta nel quadriennio alla guida dell’ente lirico, dove il maestro opererà sino al 2028, bissando l’incarico e segnando così un primato nella storia del Bellini. «Inizio questo secondo mandato con rinnovato entusiasmo, grazie all’interazione con il nuovo Cda presieduto dal sindaco Enrico Trantino e con il collegio dei revisori, anch’esso da poco insediato, mentre prosegue la collaborazione con la Regione Siciliana e l’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo».

Se oggi il Bellini conta 6000 abbonati e in un solo mese, lo scorso gennaio, ha visto passare ben 22.000 spettatori, mentre sempre più di frequente concerti, opere e balletti registrano il sold out, come il 60% circa delle prossime produzioni fino a dicembre 2024, non era così rosea la situazione ereditata da Cultrera appena quattro anni fa.«Eravamo in un’impasse economica e amministrativa, per carenza di personale a tutti i livelli e per mancanza di fondi. A questo si è aggiunta la disastrosa situazione sanitaria del Covid. Paradossalmente l’emergenza ha creato molta coesione fra tutte le forze dell’ente, che hanno fatto un gioco di squadra, e di questo ringrazio tutte le direzioni, i responsabili di settore, orchestra, coro, tecnici e amministrativi e le organizzazioni sindacali tutte, mentre la ‘triennalità’ dei contributi concessa dal governo Musumeci ci ha consentito di respirare e di programmare con efficacia nel medio periodo. Oggi, grazie anche alla redazione del Piano del Fabbisogno del Personale, abbiamo potuto stabilizzare molti lavoratori, si è potuta avviare la progressione verticale di alcuni dipendenti e abbiamo bandito concorsi che non si facevano da decenni. Indispensabile, in tal senso, il contributo e il coordinamento del grande ufficiale dott. Luigi Albino Lucifora, esperto di diritto amministrativo già commissario straordinario antimafia negli anni Novanta e segretario generale della Provincia Regionale di Catania».

Un lavoro certosino che ha consentito di ottimizzare un bilancio economico sempre bisognoso di fondi per crescere. «Siamo in pareggio di bilancio, nonostante restino difficoltà di ogni genere. Abbiamo una delle dotazioni economiche più basse tra gli enti lirici nazionali, un trattamento non adeguato alle potenzialità e all’importanza di un teatro prestigioso che nel nome di Bellini ci restituisce una celebrità mondiale, nonostante la Regione abbia aumentato il fondo triennale».Intanto è certo l’avvio dei lavori di ristrutturazione del teatro con il recupero degli affreschi del Foyer, l’ampliamento del numero dei posti, l’apertura di spazi finora interdetti al pubblico e lavori che attengono alla sicurezza. Quanto alla programmazione artistica, passato il momento della crisi che imponeva una necessaria prudenza e scelte di sicuro riscontro popolare, il Bellini ha già avviato il nuovo corso nel segno delle novità nelle produzioni. «Imminente l’opera affidata al maestro Tutino sul “Berretto a sonagli”, omaggio doveroso a un siciliano, pilastro mondiale del teatro del Novecento. Si proseguirà senz’altro grazie anche alla competenza e alle scelte oculate del nostro infaticabile direttore artistico, il maestro Fabrizio Carminati, persona di grande pregio artistico e umano».

Chiave di volta per la fidelizzazione del pubblico catanese, che – caso singolare sul territorio nazionale – è tornato con entusiasmo a riempire le sale teatrali subito dopo il Covid, è stata mantenere le promesse. «Abbiamo mantenuto quanto promesso. Siamo stati credibili, recuperando tutto quello che era in programma con un livello alto di qualità. La città si è ritrovata in un teatro che è il cuore pulsante della sua identità. E il palcoscenico, che è specchio fedele e veritiero, restituisce generoso i mille volti della nostra sensibilità».

Particolare attenzione Cultrera continuerà a riservare alle tournée all’estero (Georgia e Giappone), il decentramento di concerti nella Sicilia Orientale, e alle nuove generazioni, la cui presenza nel tempio della lirica è cresciuta. «Abbiamo difficoltà a soddisfare tutte le richieste delle scuole. I giovani cominciano a frequentare anche le prime e i turni serali. C’è finalmente un pubblico eterogeneo destinato a crescere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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