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Italia indietro in raccolta Raee, solo 17,4% di quelli prodotti

Un freno per aziende che innovano nello sviluppo sostenibile

Di Redazione |

VENEZIA, 11 GEN – L’Italia paga un divario significativo sui Paesi europei più evoluti nella raccolta – e quindi il riciclo – dei rifiuti tecnologici, i cosiddetti Raee. Il nostro Paese è in forte ritardo sul target del 65% che la direttiva europea del 2019 ha posto come raccolta minima rispetto al peso medio delle apparecchiatura elettriche ed elettroniche (Aee) immesse sul mercato nei tre anni precedenti. Nel 2022 – segnala il Rapporto gestione Raee – il tasso di raccolta italiano si è attestato al 34,01%, lontano dal target. Per i numeri assoluti bisogna rifarsi all’ultimo rapporto del 2019, quando nel Paese “la raccolta documentata” e il riciclo di materiali elettronici è di 9,3 milioni di tonnellate, solo al 17,4% del totale dei rifiuti elettronici generati. seppur in crescita su base annua di quasi 2 milioni di tonnellate. Un freno per le aziende che stanno innovando i processi per la gestione dei Raee, in cui spiccano i pannelli fotovoltaici – 283mila i nuovi impianti solo nei primi 9 mesi 2023 – Tra le aziende che fanno innovazione c’è ‘la Tialpi srl di Biella, vincitrice della 10/a edizione del Premio ‘Impresa Ambiente’ nella categoria “miglior processo/tecnologia per lo sviluppo sostenibile”. Specializzata nella costruzione di impianti per il riciclo del fotovoltaico, Tialpi ha ideato e sviluppato – spiega l’ad Vera Ramon – un progetto articolato in 4 fasi, che prevedono il recupero dei componenti più significativi (vetro, cavi di rame, alluminio), in una seconda fase la divisione del silicio dal supporto in plastica, e nelle successive due lavorazioni (in fase di studio) la valorizzazione del silicio metallico e il recupero di rame ed argento. Nel 2021 è partito l’impianto sperimentale di Mottalciata (Biella) che dal 2022 è in grado di trattare 30 pannelli fotovoltaici/ora. La prima fase del progetto ‘Frelp by Sun’ (le è valso l’iscrizione nel registro Pmi innovative) prevede il recupero e la valorizzazione dell’81% in peso dei pannelli, ovvero alluminio e vetro. “Per noi – dice Vera Ramon – la certificazione principale è la End off waste per i materiali trattati, il vetro extra-chiaro di alta gamma, quello usato dalle profumerie, in quanto riusciamo a staccare tutto il silicio”.

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