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Scuola, la mappa (quasi) definitiva dei tagli: in Sicilia soppressi 95 istituti

Le scelte della conferenza regionale sul dimensionamento contestate da sindaci e sindacati. Addio a 54 circoli didattici, 6 salvi a Palermo e Catania. In bilico qualche «riserva»

Di Maeio Barresi |

Resta ancora top secret il verbale dell’ultima (tormentata) riunione della conferenza regionale sul dimensionamento della rete scolastica. Sì, perché per mettere nero su bianco la mappa definitiva dei tagli agli istituti siciliani ci vorrà ancora qualche giorno. Fra poche speranze e molti veleni. Su alcuni casi specifici l’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, lascia aperto qualche margine, con «riserva di intervenire». Ma, dopo la seduta-fiume di martedì a Palermo, ormai i margini di trattativa sono strettissimi.

Il numero magico

A partire dal numero magico (o tragico, in base ai punti di vista) venuto fuori ormai ufficialmente: 95. Sono le dirigenze – di fatto gli istituti – da sopprimere a partire dall’anno scolastico 2024/25. Questa la distribuzione su base provinciale: 19 a testa per Palermo e Catania, 11 a Messina, 10 a Siracusa, 9 sia ad Agrigento sia a Trapani, 7 a Caltanissetta, 6 a Ragusa e 5 a Enna. Sul totale di 95 ci potrebbe essere una minima riduzione per arrivare alle 93 soppressioni espressamente richieste da Roma.Nel corso della riunione di martedì s’è aperta una polemica su una presunta «configurazione palermocentrica» del dimensionamento. Tutto parte dai numeri: in provincia di Palermo, infatti, le soppressioni alla fine saranno 19, a fronte delle 21-22 annunciate dallo stesso dirigente d’Ambito in conferenza, mentre la conferenza provinciale ne proponeva 17. Invece altre province hanno dovuto fare ulteriori sacrifici rispetto alle previsionii: 3 soppressioni in più a Caltanissetta, 2 a testa per Catania, Ragusa e Trapani, una per Siracusa. Conti alla mano, secondo le organizzazioni dei dirigenti scolastici, una regione dai due volti: alcune province con un numero medio di oltre mille alunni per scuola (Catania con 1.008 e Ragusa addirittura con 1.028) e Palermo il dato che si attesta sui 950.

Pochissime le deroghe

Pochissime le deroghe concesse. Fra queste, in base all’obbligo di soppressione dei circoli didattici statali, su 60 scuole elementari sono appena 6 quelle che restano autonome: 4 nel Palermitano (di cui uno, il circolo didattico Cavallari dello Sperone per le buone performance sulla dispersione in un quartiere a rischio) e 2 nel Catanese, ovvero il De Amicis nel capoluogo e il Teresa di Calcutta di Tremestieri, entrambi perché con un numero iscritti tale da consentire l’autonomia e inoltre difficilmente accorpabili ad altri istituti.

Per il resto due le tipologie di interventi: ci sono le aggregazioni che uniscono due istituti creandone un nuovo con una denominazione che unisce le due di provenienza; e poi ci sono le soppressioni che “cancellano” anche il nome della scuola che sparisce.Proviamo a fare una sintetica mappa, provincia per provincia, premettendo che si tratta di un quadro ufficioso, frutto però dell’incrocio di fonti attendibili.

La situazione provincia per provincia

Catania Sotto il Vulcano c’è un colpo di scena che diventa anche un caso politico. Rispetto al documento proposto dalla conferenza provinciale a Palermo s’è deciso l’accorpamento dell’Aeronautico Ferrarin al Nautico Duca degli Abruzzi in un unico polo scolastico dei trasporti. Da Catania era partito un input diverso, fondato su «peculiarità e tradizione» del Ferrarin (uno dei tre istituti aeronautici d’Italia), che però sarà fuso con i “cugini nautici”. I più maliziosi, negli ambienti meloniani vicini al sindaco Enrico Trantino (che ieri ha chiamato l’assessore Turano per chiedere spiegazioni), ricordano che la dirigente della scuola accorpante è Brigida Morselli, candidata con la Lega, stesso partito dell’assessore, alle ultime regionali, agli onori della cronaca per le polemiche sulla presenza di alcuni suoi studenti a un evento elettorale con Matteo Salvini. Di «requisiti oggettivi fondati solo sui dati» parla l’assessore comunale all’Istruzione, il sammartiniano Andrea Guzzardi, ricordando che l’aeronautico ha «poco più di 400 iscritti».Nel capoluogo saltano altre tre scuole : il Cd Mario Rapisardi accorpato alla Dante Alighieri, l’Ic Giovanni Verga unito al Malerba. Infine, l’Ic Cesare Battisti prende i plessi del Coppola di via Acquicella e di via Zammataro ma lo stesso Coppola sarà accorpato all’Ic Deledda.In provincia novità ad Adrano (soppresso l’Ic Don La Mela), Biancavilla (il Cd San Giovanni Bosco fuso con la Sturzo; il Verga con l’Ic Bruno), Caltagirone (Ic Montessori in parte aggregato al Gobetti e in parte all’Arcoleo Feltre), Randazzo (Cd Don Milani con l’Ic De Amicis). Ulteriori accorpamenti, non confermati, di circoli didattici ad Acireale, Belpasso, Bronte, Palagonia Paternò, S. Agata li Battiati e Zafferana. Dovrebbe essere stata bocciata, con l’ira della sindaca Margherita Ferro, la proposta di istituire ad Aci Catena (che perde il circolo Rossi) una sezione staccata dell’Ipseoa Falcone di Giarre.

Palermo In città la scuola media Borgese sarà aggregata alla Partanna, il circolo didattico Siragusa al Florio, la Salgari sarà fusa con la Cesareo. Soppressa la Gramsci; il Cd Pilo con l’Ic Boccone, la Tomaselli in parte all’Ic Cipolla e in parte alla Virgilio Marone, la Monti Iblei aggregata alla Vittorio Emanuele Orlando, la De Gasperi alla Pecoraro e l’alberghiero Cascino fuso col Borsellino.In provincia soppresse e accorpate le direzioni didattiche di Belmonte, Capaci, Casteldaccia, Misilmeri e Termini Imerese, Terrasini. A Bagheria, la scuola media Scianna col secondo circolo, il terzo circolo con l’Ic Buttitta, il Cd Bagnera con l’Ic Tommaso Aiello. Infine a Villabate la scuola media Palumbo sarà accorpata metà al primo circolo e l’altra metà al secondo circolo.

Messina In città si uniranno gli storici Nautico e Jaci, nasce anche l’Ic Villa Lina Ritiro-Battisti Foscolo che unisce le scuole di Giostra e via Manzoni.In provincia gli istituti di Mistretta andranno con Tusa, i comprensivi di Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello riuniti, tagli anche per gli istituti di San Filippo del Mela e Santa Lucia del Mela. A Milazzo accorpato il primo comprensivo, mentre a Barcellona Pozzo di Gotto soppressi gli istituti Militi e D’Alcontres. Infine a Santa Teresa di Riva la direzione didattica va col comprensivo.

Agrigento Nel capoluogo mappa quasi immutata se si eccettuano un paio di direzioni didattiche soppresse.Polemiche invece dalle comunità dei monti Sicani: San Biagio Platani, Alessandria della Rocca, Bivona e Santo Stefano Quisquina perderebbero l’autonomia scolastica. Dovrebbe essere confermato l’accorpamento fra l’Ambrosini di Favara e il Gallo di Agrigento, mentre la conferenza regionale ha lasciato ancora un varco sul circolo didattico di Sciacca.

Caltanissetta Il primo circolo di San Cataldo va con l’istituto Carducci, il secondo circolo con l’istituto Balsamo, il Caponnetto con l’istituto Sciascia. E l’istituto superiore Di Rocco viene accorpato con il Galilei.A Niscemi il primo circolo va col comprensivo Verga. A Gela il secondo circolo didattico con l’Ic Romagnoli e il quarto con l’Ic San Francesco. L’Iss Sturzo accorpato col Majorana (indirizzo alberghiero) e il Morselli (commerciale).

Enna In città Enna lo scientifico Farinato accorpato al classico Colajanni; l’alberghiero Federico II va con il Lincoln.In provincia: a Nicosia il circolo didattico San Felice accorpato all’istituto Carmine; a Barrafranca, l’istituto Europa, accorpato con il comprensivo San Giovanni Bosco.

Ragusa A Ragusa il circolo didattico Palazzello sarà accorpato al comprensivo Vann’Antò, il cd Mariele Ventre al Quasimodo e la Paolo Vetri alla Francesco Crispi.A Modica il Cd Piano Gesù va con l’Ic Carlo Amore. A Pozzallo il circolo didattico statale si divide fra il comprensivo Rogasi e l’Antonio Amore. Stessa sorte a Comiso per il cd De Amicis fra l’Ic Bufalino di Pedalino e il Verga.

Siracusa La conferenza provinciale aveva proposto tre soppressioni in città: i comprensivi Martoglio (andrà col Verga) e Chindemi (si fonderà con il Wojtyla) e il superiore Insolera. suddiviso fra Rizza (indirizzo tecnico) e Federico II di Svevia (professionale). Ma a Palermo la scure s’è abbattuta anche sul comprensivo Archimede, i cui plessi andranno all’Archia e al Giaracà. Tagli anche in provincia. A Floridia il Volta sarà accorpato al De Amicis e al Quasimodo; a Lentini il superiore Moncada accorpato al Vittorini, mentre i plessi del comprensivo Vittorio Veneto saranno distribuiti tra Marconi e Riccardo da Lentini; ad Augusta il comprensivo Todaro smembrato in tre fra Principe di Napoli, Corbino e Costa; aPachino il comprensivo Brancati diviso tra il Verga e il Pellico; a Noto il comprensivo Aurispa va in parte al Melodia e in parte al Maiore.

Trapani Nel capoluogo il circolo didattico Umberto di Savoia fuso nel comprensivo Ciaccio Montalto e poi il cd Marconi suddiviso fra gli Ic Nasi e Pertini, tutto in un unico polo scolastico.A Marsala le novità più importanti: un nuovo comprensivo che comprende i cd Cavour e Mazzini, mentre la scuola superiore Damiani accoglie il Convitto audiofonolesi; il Cd di Strasatti, inoltre, accorpato all’Ic De Gasperi. Aggregazioni anche ad Alcamo, il paese dell’assessore Turano: il Cd San Giovanni Bosco suddiviso fra gli Ic Navarra, Bagolino, Montessori e Rocca.

E ora?

Il provvedimento, che adesso andrà sul tavolo del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, è fondato su una filiera di richieste: l’Unione europea chiede all’Italia un dimensionamento basato su alcuni criteri comunitari e il governo Meloni ha chiesto alle Regioni di condividere al più presto un piano, anche perché sul piatto ci sono le clausole di Bruxelles sui fondi del Pnrr. In questo contesto è la Sicilia a pagare il prezzo più alto in termini di scuole soppresse: a fronte delle 95 previste nell’Isola (quasi il 16% del totale nazionale), Lazio ed Emilia Romagna ne registrano rispettivamente 37 e 20. Ciononostante, qualche governatore s’è rivolto alla Corte costituzionale, che però ha respinto i ricorsi di Emilia Romagna, Puglia e Toscana. E il Consiglio di Stato ha confermato le riduzioni disposte in Campania.Anche in Sicilia c’è da attendersi una valanga di ricorsi. Non tanto dalla Regione, che con l’assessore Turano ha accettato il dimensionamento imposto dal governo nazionale (dopo aver chiesto prima una parziale deroga e poi una spalmatura dei tagli in più anni: su entrambe le istanze «secco no» dal ministro Valditara), quanto invece dagli enti locali. «Ci opporremo in ogni sede alla decisione presa», annuncia ad esempio il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Anche i sindacati della scuola affilano le armi: i conti non tornano, anche sui dirigenti scolastici che perderanno il posto.

L’assessore Turano

L’assessore Turano, invece, parla di «criteri assolutamente oggettivi» rispetto a una situazione, l’adeguamento della Sicilia alla verticalizzazione degli istituti disposta nel 2000, «in cui siamo in ritardo di 23 anni». Nessun margine di trattativa da Roma, dunque soltanto «pochissime eccezioni» ai criteri dei tagli, come ad esempio «il numero degli iscritti e il contesto di quartieri a rischio». Turano non raccoglie la polemica politica che arriva da Catania («sul Ferrarin i numeri parlano chiaro, non mi interessa di che partito sono i presidi») e rivendica le «eccezioni più che motivate» sul mantenimento in vita delle scuole a Ustica e Pantelleria. Pressioni dalla politica? Tante, da colleghi dell’Ars e da diversi sindaci, oltre che da qualche preside che «pretendeva l’autonomia perché l’istituto è intitolato a una vittima di mafia…». Il dado è tratto: «La mappa dovrebbe essere definitiva, c’è soltanto qualche piccolo aggiustamento da apportare». Le ultime speranze, minuscole, per i tanti delusi sul piede di guerra.

m.barresi@lasicilia.it

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