Notizie Locali


SEZIONI
Catania 22°

Contenuto riservato ai membri

il caso

Caso Saguto, a Gela il “pizzo” sulle auto di lusso

Agli atti le lamentele di due concessionari per le pressanti richieste degli amministratori giudiziari. La difesa chiede la scarcerazione dell’ex giudice: «È malata»

Di Laura Mendola |

Da Gela, passando per Caltanissetta, fino a Palermo per poi fare ritorno negli uffici giudiziari nisseni. L’inchiesta con cui è stato scoperto il “cerchio magico” che ha fatto finire in carcere l’ex giudice delle misure di prevenzione di Palermo Silvana Saguto scatta nel momento in cui due imprenditori gelesi, impegnati nella compravendita delle auto di lusso, parlano della consegna di 100 euro in più per ogni macchina da andare a prendere dalla concessionaria Nuova Sport Car dei Rappa che venne sequestrata nel 2014 (e poi restituita con un cumulo di debiti – 6 milioni di euro – dopo una lunga vicenda giudiziaria). Ad ascoltare le registrazioni ci sono i finanzieri che stanno “monitorando” gli imprenditori gelesi (anche loro adesso colpiti dal sequestro di beni da parte della Dda di Caltanissetta).

I cento euro

«Ora ti pare giusto che dobbiamo andare a dare 100 euro all’amministrazione per ogni macchina…». Una frase, questa, pronunciata a Gela che arriva sulla scrivania in Procura a Palermo. Da qui l’inchiesta sul sistema delle misure di prevenzioni palermitano che ha portato dietro le sbarre anche Lorenzo Caramma, marito dell’ex giudice Saguto, e gli ex amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara e Carmelo Provenzano (che si è costituito a Rebibbia a Roma) dopo la sentenza della Corte di Cassazione. Per i quattro, ma anche per Emanuele Caramma (il figlio della giudice che ha ostacolato i giornalisti davanti la clinica Margherita di Palermo, mentre la madre veniva portata in carcere dai militari delle fiamme gialle), per il finanziere Rosolino Nasca e per Roberto Santangelo ci sarà un processo bis a Caltanissetta per rideterminare la pena dopo la riqualificazione dei reati che sono stati loro contestati.

La notte al Pagliarelli

Per la giudice Saguto seconda notte in carcere al Pagliarelli, la stessa struttura penitenziaria in cui è detenuto anche il marito Lorenzo Caramma. Ieri mattina l’avvocato Ninni Reina, legale dell’ex magistrata ha presentato istanza di sospensione dell’esecuzione della pena per la sua cliente. La richiesta, depositata al magistrato di sorveglianza, è motivata dalle cattive condizioni di salute della ex giudice che è stata prelevata dalla Finanza mentre era ricoverata in una clinica. I medici si erano espressi contro il trasferimento in carcere. In subordine l’avvocato ha chiesto per Saguto la detenzione domiciliare. Domani il difensore depositerà anche un incidente di esecuzione alla pg di Caltanissetta che ha firmato l’ordine di carcerazione in osservanza della sentenza 3423 delle sezioni unite della Suprema Corte del 2021. «In caso di annullamento parziale è eseguibile la pena principale irrogata in relazione a un capo (o a più capi) non in connessione essenziale con quelli attinti dall’annullamento parziale per il quale abbiano acquisito autorità di cosa giudicata l’affermazione di responsabilità, anche in relazione alle circostanze del reato, e la determinazione della pena principale, essendo questa immodificabile nel giudizio di rinvio e individuata alla stregua delle sentenze pronunciate in sede di cognizione». Il legale dunque per portare fuori dal Pagliarelli l’ex giudice stanno battendo due strade parallele.

Nel frattempo tornano in mano a Cappellano Seminara le azioni della Legal Gest e un immobile di 600 mila euro che la Cassazione ha annullato. Situazione ben diversa per i beni della Saguto che sono stati sequestrati in primo e secondo grado.Nel procedimento, lo ricordiamo, ci sono state anche quattro assoluzioni e sono quelle di Walter Virga, Maria Ingrao e Calogera Manta, rispettivamente moglie e cognata di Provenzano, e il docente Roberto Di Maria.“Salato” è anche il conto delle somme che alcuni imputati dovranno sborsare per le spese legali di giudizio di ben 24 parti civili tra Ministeri, Agenzia dei beni confiscati, amministrazione giudiziaria di quattro società, aziende e singoli imprenditori.

COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Di più su questi argomenti: