La denuncia di una madre
Catania violenta: «Da qui non si passa» e i bulli picchiano un 18enne
Ennesimo episodio di violenza gratuita nel rettilineo davanti all’ingresso del Parco Gioeni
La violenza non va mai giustificata in nessun campo, in nessuna circostanza. Anzi va perseguita, condannata. Gli abusi, la prepotenza, l’aggressività e i frequenti atti di lesione sembrano essere la normale condotta da adottare tra i giovani. Un modo per passare il tempo, una spavalderia senza controllo, immotivata, grave, spogliata di umanità. La violenza imperversa senza controllo tra le menti di chi, privo di interiorità e sicuramente orfano di una sana educazione familiare, aggredisce il proprio prossimo. Tutto viene regolarmente fotografato, filmato, ripreso dai telefonini per poi essere postato sui social, come fosse uno spettacolo da vedere, un gioco da emulare. Un tam tam di amare condivisioni. Anche Catania non è immune da queste notizie di cronaca che non vorrebbero mai essere date. Accade la sera del 26 agosto: Yossou, un ragazzo di 18 anni, compiuti da poco, che si stava recando a bordo della sua moto in uno dei tanti punti di incontro frequentati dai suoi coetanei, e nel caso specifico nel rettilineo sopra la fontana del Tondo Gioeni, in via Albertone Matteo, che la sera diventa pista per le impennate.
La denuncia di una madre
«È stato aggredito selvaggiamente, ma aveva il casco e grazie a Dio sta bene»: questo è quanto racconta la madre, Claudia Bua, in un post pubblicato sul suo profilo fb la stessa sera del maltrattamento. Post divulgato per tranquillizzare quanti, appresa la notizia, le chiedevano notizie in merito allo stato di salute del figlio. I motivi dell’aggressione sembrano veramente futili, come denuncia la signora Bua: «Mio figlio transitava da quella via dove alcuni bulli avevano deciso che nessuno doveva passare con la moto. Un altro ragazzino aveva capito cosa volevano fare e li ha filmati». Nel video si sente il ragazzino che dice: “Quelli di Barriera non vogliono che veniamo qua”.Siamo di fronte a una vera “occupazione del territorio” da parte di un gruppo di teppisti. Un altro pezzo di città fuori controllo. «Ricevo la telefonata da parte di mio figlio – continua la signora, ancora in evidente stato di choc – il quale mi comunicava di essere stato picchiato, ma non chiedeva aiuto, voleva affrontare il tutto da solo. Grazie alla geolocalizzazione in condivisione l’ho raggiunto immediatamente».Yossou è stato portato al Pronto Soccorso, dove ha trascorso la notte sotto osservazione. Al momento la diagnosi parla di 25 giorni di prognosi per le ferite riportate. Quanto accaduto avrebbe potuto avere peggiori conseguenze. «Abbiamo ricevuto il conforto di tutti – sottolinea la madre – di coloro che ancora hanno un briciolo di umanità e di senso della giustizia. Non ci stanno abbandonando nemmeno per un attimo gli agenti della polizia, che hanno raccolto la mia denuncia, i soccorritori, i vigilantes del Policlinico, i medici, gli amici. Le forze dell’ordine hanno già iniziato a indagare, confido in loro».Angoscia, rabbia, paura dispiacere per quella Catania perbene che, indignata, chiede maggiori controlli e sicurezza nelle strade per i propri figli e non solo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA