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Messe e sacerdoti “finti” nel Ripostese: arriva la “scomunica” di mons. Raspanti

Il vescovo di Acireale mette in guardia i fedeli dal non cadere in errore

Di Mario Previtera |

“Sacramenti celebrati illecitamente in comunità ecclesiali ripostesi che si attribuiscono il nome “Cattolica”, pur non avendo alcun vincolo di comunione con la Chiesa Cattolica Romana e con il Papa. Ministri di culto illegittimi, protagonisti di azioni liturgiche simili a quelle della Chiesa Cattolica”. A lanciare l’allarme – ma si tratta di una qualificata scomunica ufficiale – è il Vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti che, attraverso una lettera aperta rivolta in particolare alle parrocchie di Riposto, mette in guardia i fedeli dal “rischio di ritenere cattolici i ministri e gli altri esponenti delle comunità, considerato che, alcuni elementi, possono indurre in errore, come l’uso degli stessi abiti ecclesiastici con celebrazioni liturgiche che si richiamano a quelle della Chiesa Cattolica.

La stessa precauzione – scrive il Vescovo Raspanti – si abbia nei confronti dei ministri di altre comunità ecclesiali presenti sempre nel territorio di Riposto, che, pur non definendosi cattoliche, operano in modo da fare pensare di esserlo”. La vicenda al centro della nota del Vescovo di Acireale, si collegherebbe all’attività di alcuni ministri del Culto che, nella borgata ripostese di Quartirello, avrebbero indotto decine di fedeli a prendere parte a celebrazioni liturgiche che non sono in sintonia con la Chiesa Cattolica Romana. Secondo quanto si è appreso da fonti qualificate della diocesi di Acireale, sarebbero stati utilizzati anche locali privati adibiti a luoghi di culto (la camera da pranzo di un appartamento privato, in via Orazio Strano, nella borgata popolare ripostese di Quartirello) e, più recentemente, persino all’interno di un minuscolo garage di via Cialdini, nel cuore del centro storico ripostese. Fondamentale, in questo quadro, anche l’incisiva comunicazione social con benedizioni a domicilio e celebrazioni pubbliche con foto e video ripetutamente postati su “Tik tok”.

Ieri, dopo lunghi mesi in cui la notizia è stata sussurrata nella cittadina marinara – la nota diffusa dal Vescovo Raspanti che “dovrà essere letta ai fedeli in tutte le Messe domenicali, soprattutto nelle comunità parrocchiali di Riposto e della Diocesi, ed inoltre affissa nelle bacheche”. Una comunicazione nella quale si ribadisce con forza che “i Sacramenti celebrati in queste comunità non riconosciute, sono invalidi e illeciti per la Chiesa Apostolica Romana. Pertanto – rimarca il Vescovo di Acireale – coloro che dovessero partecipare alle celebrazioni di queste comunità ecclesiali e ricevere i Sacramenti, si pongono fuori dalla Comunione con la Chiesa Cattolica, incorrendo nel delitto di scisma, che comporta la pena canonica della scomunica “latae sententiae”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA