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Scerbatura, pulizia e aiuti fra Comuni: «Così potremo evitare un’estate di fuoco»

Pianificate in prefettura le attività di prevenzione e di contrasto per mitigare il rischio di roghi

Di Maria Elena Quaiotti |

La campagna antincendio si è iniziata il 15 giugno e si concluderà il 30 settembre: ormai, a fine giugno, non si deve parlare solo di prevenzione ma di una potenziale emergenza a cui saper fare fronte. A mancare, del resto, sono soprattutto i controlli e le sanzioni in caso di violazioni delle regole o creazione di situazioni a potenziale rischio, che in città e in provincia, tra vegetazione incolta, cumuli di rifiuti, incuria di aree costiere e boschive, ritardo sulla realizzazione dei viali tagliafuoco da parte di privati e istituzioni pubbliche, sono evidenti.

È sul sottofondo di questo “detto, non detto” che ieri si è tenuta in prefettura la riunione di “pianificazione per attività di prevenzione e contrasto del rischio incendi”, presieduta dal prefetto, Maria Carmela Librizzi, insieme con il capo di gabinetto Antonio Gullì e la vice prefetto Sarita Giuffré, responsabile area Protezione civile, difesa civile e coordinamento soccorso pubblico, il dirigente di protezione civile regionale Marco Sanfilippo, al tavolo insieme all’assessore alla protezione civile del Comune di Catania Alessandro Porto e al comandante dei Vigili del fuoco Salvatore Tafaro. In sala presenti rappresentanti dei Comuni della provincia etnea, i vertici di Capitaneria di porto, Comando Aeroporto Sigonella, Stazione Elicotteri Maristaeli, Polizia stradale, Ispettorato Riapartimento Foreste, Dipartimento regionale Sviluppo Rurale e territoriale, Ente Parco dell’Etna e Anas.“L’unione fa la forza”, potrebbe essere il “motto” della riunione di ieri, nella quale gli amministratori hanno evidenziato, tutti nessuno escluso, i “punti deboli” per la prevenzione derivanti dall’ormai cronica carenza di personale e mezzi a loro disposizione.

«Abbiamo inteso fare il punto della situazione – ha spiegato il prefetto – sugli aspetti più significativi della campagna antincendio, in primo luogo la valutazione delle situazioni a rischio di innesco di incendi. I Comuni sono invitati a aggiornare sempre, o qualora non fosse stato fatto a redigere, i Piani di Protezione civile, e anche i piani speditivi, perché è importante ad esempio sapere se ci sono insediamenti turistici a ridosso di zone boschive, per poter mettere in campo le iniziative necessarie. Poi, si tratta di rafforzare il controllo da parte delle forze dell’ordine e verificare le situazioni che nel passato hanno determinato situazioni di rischio: una di queste è sicuramente quella della zona della Plaia. Bisogna capire se quanto era stato previsto, in azioni correttive e di prevenzione, è poi stato messo in campo. Un altro aspetto importante riguarda le microdiscariche, non solo per i pericoli derivanti da questioni igieniche ma anche perché possibili fonti di incendi, alle quali bisogna prestare più che mai attenzione».

Fra le azioni raccomandate dal prefetto ci sono il pattugliamento delle zone a maggior rischio incendio con l’ausilio del Corpo Forestale della Regione siciliana, la presenza di una squadra fissa dei vigili del fuoco nelle zone pedemontane dell’Etna e all’Oasi del Simeto, la bonifica delle discariche abusive, di sterpaglie e vegetazione secca da strade statali e provinciali, con il supporto di Città metropolitana e Anas, e la disponibilità, per le eventuali attività di spegnimento incendi, di Canadair e due elicotteri di Aeronautica e Marina militare. «Le criticità sono in tutti i 58 Comuni della provincia – ha spiegato Giuffré – nelle parti boschive, lungo la costa e nelle Oasi. Ho ribadito la necessità per tutti i Comuni di dotarsi del “catasto incendi”, un vero e proprio deterrente che abilita gli enti a sanzionare chi non rispetta le regole, perché si commette reato. C’è un vero e proprio “esercito” di volontari pronti a scendere in campo grazie a fondi regionali, 1.700 persone, per interventi di bonifica e sorveglianza attiva nelle aree demaniali e comunali, aree pubbliche, addetti che però vanno monitorati. Gli incendi non provocano danni solo all’ambiente, ma anche alla fauna, distruggere un ecosistema specie se a ridosso di zone collinari e montane può provocare dissesto idrogeologico con frane e smottamenti su fiumi e strade. Serve inoltre la formazione continua del personale, la gestione del verde pubblico non si può improvvisare».Ed esempi ne stiamo vedendo, come il taglio di alberi sani all’Oasi del Simeto, lasciando arbusti bruciati e a rischio, oppure quello delle palme al Passatore…

«Mercoledì- annuncia Porto – riuniremo tutti i settori del Comune coinvolti sul fronte prevenzione; il sindaco Trantino ha dato priorità alla prevenzione e alla protezione civile con una prima ordinanza di presidio costante nella parte sud della città, alla Plaia, dove ci sono le “bocche” per i rifornimenti di acqua. A giorni, inoltre, firmerà un protocollo con i vigili del fuoco per una squadra itinerante all’Oasi del Simeto. Noi abbiamo già eseguito il 70% degli interventi di scerbamento necessari in città, come sull’asse dei servizi dove non si interveniva da anni. Catania, raccogliendo l’invito del prefetto, sarà di supporto agli altri Comuni con i mezzi che ha a disposizione, inoltre al primo consiglio comunale utile presenteremo il “catasto incendi”, documento già pronto per essere approvato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA