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Il progetto

Ponte sullo Stretto e Ue, l’obiettivo è avviare i lavori entro l’estate del 2024

Ai Consiglio Ue aperture sul cofinanziamento dell’opera. Road map di Fitto e Schifani per salvare le risorse del Piano 2014-2020

Di Michele Guccione |

Sono ore cruciali per la sorte delle principali infrastrutture in Sicilia. In attesa della nomina, a giorni, del nuovo Cda della società Stretto di Messina, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, lavora in Europa per ottenere il sì al cofinanziamento del Ponte sullo Stretto di Messina. In Francia, in un’intervista con Le Figaro, Salvini ha detto che sull’Alta Velocità Torino-Lione «la Francia deve fare la sua parte» e, a proposito del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, ha sottolineato che «permetterà di collegare Palermo e Berlino», dando concretezza a un progetto di cui si parla da decenni col via ai lavori «nell’estate 2024 per entrare in funzione nel 2032» riuscendo a creare «lavoro e ricchezza senza precedenti» per il Sud. A seguire, partecipando al Consiglio europeo Trasporti riunito in Lussemburgo, Salvini ha affrontato i dossier del Brennero, della sicurezza stradale, dei corridoi europei Ten-T con focus sul Ponte sullo Stretto, e delle direttive europee sui motori con riferimento all’Euro 7 che l’Italia ritiene dannosa per l’industria dell’automotive.

Salvini ha avuto tre bilaterali con gli omologhi Martin Kupka (Repubblica Ceca), Raquel Sanchez (Spagna) e Nándor Cseprefhy (Ungheria). Con la collega spagnola si è soffermato sul dossier reti Ten-T sul quale il nostro Paese scommette anche in ottica Ponte sullo Stretto. Poi nel suo intervento in Consiglio, il ministro ha parlato del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia, dicendosi lieto del grande interesse manifestato dai colleghi ministri e garantendo di essere pronto «a dare tutte le informazioni del caso». Contro l’Euro7 Salvini ha ottenuto l’adesione di Repubblica Ceca, Bulgaria, Francia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia. E, dopo il Consiglio, avendo ottenuto anche il consenso di Germania, Repubblica Ceca, Lituania, Romania, Olanda e Bulgaria, Salvini ha annunciato che formalizzerà la richiesta di procedura di infrazione contro l’Austria sui divieti imposti al Brennero.

Mentre in Europa si compiono piccoli passi sul Ponte, a Roma il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, prosegue il lavoro per coordinare le risorse del “Pnrr”, del “Fondo complementare”, dell’ex Fsc e delle Politiche di coesione (ex fondi strutturali Ue) al fine di “convincere” le Regioni a puntare su pochi grandi progetti realizzabili che consentano di spendere tutti i soldi in tempo evitando di restituirli a Bruxelles. Ieri è stata la volta del governatore Renato Schifani, accompagnato dal dirigente della Programmmazione, Vincenzo Falgares. Fitto è partito dallo stato di grave ritardo nell’attuazione della programmazione Ue 2014-2020. Secondo il Bollettino Mezzogiorno di Srm, allo scorso 31 dicembre, per il Fondo sociale europeo, su 820 milioni stanziati, la Sicilia ne ha impegnati 794 ma spesi solo 522, quindi entro l’anno vanno impegnati 26 milioni e spesi 298. Quanto al Fesr, su 4 miliardi e 273 milioni, gli impegni sono superiori, ammontano a 5 miliardi e 84 milioni, ma la spesa si ferma a 2 miliardi e 515 milioni. Significa che entro dicembre occorre impegnare 811 milioni e spendere 1 miliardo e 758 milioni. Per sbloccare la situazione, Fitto e Schifani hanno condiviso di concentrarsi sulla programmazione e attuazione di infrastrutture, con particolare riferimento a quelle riguardanti il settore idrico e i rifiuti, per migliorare la qualità dei servizi pubblici locali nell’Isola. Al lavoro anche per avviare la nuova programmazione 2021-2027: la Regione senza soldi potrà utilizzare parte del Fsc per coprire il co-finanziamento dei progetti della nuova Politica di coesione. Così le opere potranno essere messe a gara. Però vanno selezionate bene e su questo Fitto ha deciso di affiancare al governo regionale una squadra di tecnici per individuare gli interventi significativi e strategici da finanziare col Fsc, che saranno inseriti in un accordo che i due firmeranno entro settembre e che, ha spiegato Schifani, «metterà a sistema tutte le risorse per la coesione disponibili e metterà in sicurezza la chiusura del ciclo 14/20, assicurando il completamento di tutti gli investimenti meritevoli che concorrono allo sviluppo della Sicilia e già avviati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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