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Catania, Trantino vola da Meloni: «Enrico, per le cose importanti fai riferimento a me»

Incontro a Roma tra il candidato sindaco e la premier. E Cateno De Luca potrebbe convergere su Maurizio Caserta, il candisato del fronte progressista

Di Mario Barresi |

«Caro Enrico, tu d’ora in poi per le cose più importanti devi fare riferimento a me». È una richiesta, ma allo stesso tempo anche una rassicurazione, quella che Giorgia Meloni ha fatto – mercoledì scorso, in un incontro riservato a Palazzo Chigi, con Francesco Lollobrigida unico testimone a fare capolino – a quello che vorrebbe diventasse il suo sindaco più importante.

Enrico Trantino aveva sentito già la leader di Fratelli d’Italia al momento della telefonata di “incoronazione” a candidato del partito (il che, di lì a poco, sarebbe significato di tutta la coalizione), ma qualche giorno fa è volato a Roma. Per un passaggio che unisce forma a sostanza. Un confronto di una ventina di minuti, per «allinearsi» sulla sfida nella città più grande d’Italia al voto in primavera. Le priorità messe sul tavolo da Trantino? «La sicurezza e il supporto finanziario, anche in termini di eliminazione dei lacciuoli che impediscono al Comune di assumere».

Ma, pur senza lo straccio di una foto ricordo con la premier («Ho dimenticato a farla», confessa agli amici), la trasferta romana è stata anche una prima occasione (soprattutto nell’altro faccia a faccia con Ignazio La Russa, kingmaker della scelta dell’avvocato) per discutere della linea politica da tenere a Catania. FdI avrà una lista con il simbolo, e in più farà convergere alcuni candidati del partito nella civica “Trantino Sindaco”, che darebbe spazio anche a nomi moderati di area terzopolista.

Il toto assessori

Il candidato ha contezza dell’importanza dell’effetto-trascinamento delle liste (oltre a quelle di FdI, una della Lega, ma col brand di Prima l’Italia, una di Forza Italia, una della Dc e soprattutto Mpa e Grande Catania, le due corazzate di Raffaele Lombardo) e quindi dell’apporto dei partiti. Ma al contempo chiede «mani libere» su molte delle scelte che si dovranno assumere.

Qualcuno, fra gli alleati, ha storto il naso dopo l’uscita su Telecolor in cui il candidato ha minacciato di «lasciar perdere tutto e tornare al mio lavoro» nel caso in cui il livello di litigiosità della coalizione si dovesse alzare. Eppure c’è chi è certo che Trantino, soprattutto con la copertura di Meloni e La Russa, avrà la possibilità di superare qualsiasi rogna interna. La principale, ovviamente, riguarda gli assessori.

Secondo una prima ipotesi d’accordo, infatti, il candidato potrebbe indicarne in prima battuta uno per ogni forza che lo appoggia per poi arrivare allo show down post urne anche in base ai risultati di ogni singola lista.

Qual è il criterio per la scelta?

Ma già nella fase iniziale della scelta si pone una questione delicata: qual è il criterio? I big dei partiti avrebbero già notificato la preferenza per l’indicazione diretta, ma Trantino vorrebbe «una rosa di nomi, che comprenda almeno una donna per ogni forza politica». Tre-quattro nomi a testa, magari con una sorta di ordine di preferenza, fra i quali scegliere gli assessori. Paradossalmente, però, i principali problemi di agibilità Trantino potrebbe averli proprio dentro casa. Innanzitutto per la scarsa disponibilità di posti rispetto al numero di aspiranti, corrispondenti anche alle varie anime del partito. E poi, questione ancor più delicata, c’è quella che il candidato ha definito «il giusto bilanciamento fra continuità e nuove energie» rispetto alla precedente giunta di Salvo Pogliese. Trantino, che dell’ex sindaco è stato assessore, è di per sé un elemento di “ponte” rispetto al recente passato. Ma lo è meno di quanto lo sarebbe stato, ad esempio, l’ex collega Sergio Parisi, in corsa fino alla fine per la nomination di candidato. E questo margine di “autonomia”, in ogni caso, il candidato lo rivendica. Anche se sarà messo alla prova proprio sulla scelta degli assessori di FdI.

Gli uscenti che scalpitano

Con gli uscenti che scalpitano, soprattutto quelli in lizza fino alla fine: oltre a Parisi, anche Pippo Arcidiacono, che si sente tanto forte da ipotizzare una lista autonoma, “Catania nel Cuore”, che sarebbe l’ottava gamba di Trantino. Poi c’è anche Barbara Mirabella, chiamata da Trantino (che è il suo avvocato) a gestire la comunicazione della campagna elettorale. «Se non ci fosse stata quella vicenda giudiziaria sarebbe stata un’ottima candidata», va ripetendo. Si vedrà.

Nel fronte progressista

Nel frattempo dal fronte progressista, che ha ormai metabolizzato la riunificazione del centrodestra, viene fuori una nuova strategia. Consapevoli della potenza di fuoco delle liste avversarie, ma anche dello slancio che la polarizzazione della sfida potrà dare a Maurizio Caserta (anche dopo l’accordo con Enzo Bianco), sono sopratutto Pd e M5S a voler trasformare il voto in una sorta di «referendum pro o contro il centrodestra che ha massacrato questa città».

De Luca su Caserta

Per arrivarci la prima mossa è far convergere anche Cateno De Luca su Caserta. «Interlocuzioni senza preclusioni», vengono definite quelle di Anthony Barbagallo e Nuccio Di Paola con “Scateno”. Che, se da un lato non chiude la porta, dall’altro ieri presenta il suo Gabriele Savoca. Il leader di Sud chiama Nord continua a ripetere che «la somma non fa il totale» e sarebbe comunque orientato a continuare la corsa solitaria, orientata anche a «un risultato importante» nella città più grande d’Italia al voto soprattutto in vista delle trattative del suo movimento con altre forze autonomista per le Europee.

Ma gli emissari della coalizione, su mandato dello stesso Caserta, gli hanno sottoposto un altro scenario: quello di «diventare l’ago della bilancia» per un possibile recupero sul centrodestra, già sfidato assieme in altre città come Trapani e Licata. “Scateno” s’è preso qualche giorno.

Infine, per non lasciare nulla d’intentato, gli ambasciatori progressisti nel fine settimana avranno degli incontri anche con Lanfranco Zappalà e Riccardo Tomasello, altri civici sempre in campo. E nei prossimi giorni si dovrebbe dirimere la questione del simbolo della lista dell’ex sindaco. Un compromesso molto quotato, in queste ultime ore, è che resti il logo “Con Bianco per Catania”, con un’aggiunta che guarda al futuro: il nome, magari scritto con un carattere più piccolo, di Giulia. La figlia di Bianco, che sarà candidata in consiglio comunale. “Con Giulia Bianco per Catania”. Come dire: tradizione e innovazione.Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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